LIBER ACCUSATIONIS IN PAULUM SEXTUM

3. La cristianità tradita

LO scandalo della corruzione dei costumi viene dall’incontestato e dall’incontestabile. Lo scandalo di un tradimento politico della cristianità da parte di Vostra Santità è incontestabile, ma sarà contestato da Voi stesso o da quelli che hanno scelto come Voi e con Voi di « passare ai barbari ». Tutto ciò che concerne la politica dipende in effetti, oggi, in Occidente, dall’opinione e dalla libertà individuale. E’ pazzesco, ma è cosi. Lo scandalo non esiste, dunque, che per « la gente di destra », mentre « quelli di sinistra », vi applaudono. Non è meno criminale.

In effetti, noi siamo prima di tutto cattolici, e Voi stesso, Santo Padre, al grado supremo. La nostra fedeltà a Dio e al suo Cristo, ci lega al mondo cristiano e particolarmente alla Latinità, alla vecchia Europa, a questo resto di Cristianità battuto dagli assalti interni ed esterni. Il nostro amore per la Chiesa si riflette sui paesi dove abbondano le chiese, dove il popolo è cattolico e in cui gli Stati professano apertamente la religione cattolica. E al di là di questo cerchio disgraziatamente diventato troppo stretto, preferiamo i popoli cristiani, ci sentiamo più solidali con gli Stati in cui la nostra santa religione si professa liberamente e può essere apertamente predicata a tutti gli uomini. Il mondo libero, cioè. L’epopea coloniale e missionaria stava per estendere a tutto il pianeta questo mondo cristiano, questo mondo libero - non possiamo dimenticarlo - quando è sopraggiunto il nemico.

Perdonatemi questo richiamo a una evidenza, a una fedeltà sacra che Voi non riconoscete.

Questo nemico non è né il popolo russo, né il popolo cinese, ammettiamolo pure, ma è il comunismo russo e il comunismo cinese, è IL COMUNISMO ATEO, schiavista, imperialista, che con la menzogna e l’omicidio conquista il mondo, e vi instaura la peggior tirannia umana e la più sistematica persecuzione anticristiana che la storia abbia mai conosciuto.

Il comunismo occupa l’Est dell’Europa e il Centro dell’Asia, da cui domina l’Europa centrale e raggiunge l’Estremo e il Medio Oriente, in vista di circondare l’Europa, dal Sud asiatico e dall’Africa. E poi ha già preso piede a Cuba e, — con l’aiuto della Chiesa e col Vostro permesso — nel Cile. Altrove, nel mondo libero, si diffonde sotto la maschera delle famose libertà democratiche « in particolare delà libertà religiosa »1!

E anche con l’aiuto delle fumose dottrine del neutralismo e della coesistenza pacifica, molto favorevoli ai buoni affari finanziari e commerciali. La cancrena è là, il maggior pericolo per l’avvenire dell’umanità è questa minaccia del comunismo sul mondo libero.

L’altro nemico, strettamente unito a questo, è l’Anticolonialismo del Terzo Mondò, questa passione al tempo stesso razzista e nazionalista, autonomista e rivoluzionaria che seminata per lungo tempo, ahimè, dai nostri correligionari laici e socialisti, ha gettato i popoli colonizzati nelle guerre di liberazione vinte per la nostra debolezza per via delle nostre dimissioni.

Il Mondo Libero si è così ristretto, rimpiccolito di fronte al Mondo Comunista in piena espansione « colonialista ». Si è spezzato materialmente e spiritualmente, lasciando che si formasse un Terzo Mondo, pieno di gelosia e di rivolta contro di lui, suo colonizzatore di un tempo, ma attirato dalle manovre e dalle pressioni ideologiche del comunismo mondiale. Era facile prevedere die tutte le terre perdute dall’Occidente cristiano sarebbero diventate a breve scadenza zona di espansione per l’Est e l’Oriente Comunista. Bloccata sugli spalti dell’Europa Centrale, la forza sovversiva e militare comunista conduce la sua guerra di espansione mediante i movimenti di librazione anticolonialisti nei Paesi dèi Terzo Mondo. La minaccia diretta e vicina per l’Europa è quella d’una invasione; ma quella sovversione pesa anche sull’America del Nord, col rischio continuo di una guerra totale.

In questo pericolo universale per la Causa dell’umanità minacciata, che fa il Papa? Quale è la sua parola in questa battaglia ideologica? Quale è la sua diplomazia in questo « tumulto di popoli contro il Signore e contro il Suo Unto »?2.

H Papa tradisce ila cristianità.

Il Vostro apparente neutralismo

Il 29 gennaio 1965 avete fatto un gesto insolito, enigmatico, uno di quegli Atti, in apparenza pontifici, che io chiamo « scandali »: Avete reso ai Turchi lo stendardo di Lepanto. Questo trofeo insigne era conservato da quasi quattrocento anni a Santa Maria Maggiore, come ex voto alla Vergine Tutelare, sicura protettrice della Cristianità. Questa bandiera era stata innalzata a viva forza su una feluca ammiraglia durante la celebre battaglia navale del 7 ottobre 1571, che salvò l’Occidente dalla minaccia mussulmana. San Pio V aveva avuto nello stesso momento la visione della vittoria e aveva istituito la festa di Nostra Signora del Santo Rosario per perpetuare il ricordo di questo vero miracolo dovuto alla sua intercessione. Era il tempo in cui le guerre di religione dividevano e devastavano l’Europa aprendola ai barbari.

Avete compiuto questo gesto e l’avete accompagnato con un Breve alle autorità turche che ne ha scoperto in parte il senso: le guerre di religione sono finite per sempre »3. Questo gesto e questa parola, ecco il tipo di scandalo con ripercussioni infinite, irreparabili.

Quanto al passato, ciò significa rimettere in questione la legittimità di questa Crociata predicata da San Pio V, la realtà di questa vittoria e il suo aspetto miracoloso, il merito del Papa, il vero artefice di questa battaglia, e la verità della sua visione; infine significa schernire la Vergine del Rosario e coprire di vergogna la sua festa del 7 ottobre. Rendere lo stendardo significa fare ammenda onorevole ai mussulmani e sputare sul passato della Chiesa. E’ ciò che avete deciso di fare.

Quanto al presente - qui è l’enigma nascosto nel Vostro gesto - è l’annuncio che il nuovo Papato si rifiuta di prendere partito nel conflitto odierno, che non riconosce più a nessuno il diritto di rivendicare nella sua battaglia il nome di cristiano e che non vorrà vedere in nessun popolo e in nessuno Stato, anche se persecutore, il nemico di Dio, contro il quale tutti devono unirsi in Crociata.

Non ci son più guerre di religione? Lasciamo stare i Turchi che non hanno capito il vostro gesto e si sono dimostrati completamente indifferenti e irritati persino, come per un insulto. Ma tanti altri! Voi non condannate più il barbaro persecutore, non benedite più gli stendardi dei cristiani che li combattono!

Nel momento in cui l’Occidente, ancora una volta dimentico del pericolo, intiepidito nella sua fede, addormentato nel vizio, avrebbe bisogno del Papa per essere risollevato, incitato, persuaso a resistere all’aggressione, all’invasione — poiché, infine, la situazione del 1971 è simile a quella del 1571 e la flotta russa nel Mediterraneo rinnova in mille modi peggiori le minacce dei barbari — nel momento in cui un altro Pio V dovrebbe insorgere per ordinare pellegrinaggi a Santa Maria Maggiore, condannare le infiltrazioni comuniste nella Chiesa, nel mondo libero, mettere in guardia il Terzo Mondo contro la seduzione marxista, difendere i popoli oppressi, i cristiani perseguitati, i martiri cattolici, benedite, infine le milizie occidentali in lotta con le armate comuniste, o preparate a sostenere l’assalto...

In questo tragico momento della storia del mondo, il Papa, Voi, Santo Padre, restituite con gran clamore ai barbari di un tempo un vecchio quadrato di tessuto che giaceva sotto ai piedi della Vergine Romana come ex-voto della Cristianità salva e riconoscente.

Io ricordo quel gesto perché, non occupandomi di politica, né di diplomazia, non ho prestato attenzione alla serie infinita dei Vostri atti di neutralismo, dei Vostri caldi elogi agli apostoli della coesistenza pacifica, nel mondo d’oggi. Qualche volta ne ho fatto allusione nelle mie Lettere ai miei Amici, poi nella Controriforma Cattolica dove andrei a ricercarle se questo Processo lo esigerà. Queste parole e questi gesti non sono stati che nuvole di fumo per proteggere un aspetto più reale délla Vostra diplomazia e del Vostro cuore rivolti a Mosca e a Pechino, in favore dei guerriglieri e dei terroristi di tutti i paesi del mondo...

Voi avete ricevuto Martin Luther King! Avete ripetutamente elogiato Gandhi e Nehru! Sordo e cieco alle campagne a favore del comunismo dèi primo e alla sua esaltazione del razzismo nero, sordo e cieco alle violazioni della pace e del diritto dei popoli, commesse senza scrupoli dagli altri due, i falsi apostoli della non-violenza, quando si annettevano le città francesi delle Indie e Goa cristiana dei portoghesi. Che cuore freddo è il Vostro! Rimane di ghiaccio dinanzi alle disgrazie dei suoi figli, ingiustamente ridotti a schiavitù. Voi dite, non so. Voi non conoscete niente e nessuno se la Vostra politica ne è disturbata.

In cambio, alzate la voce contro tutte le ingiustizie, le condanne a morte, le torture, o qualsiasi cosa sia imputabile ai Poteri cristiani e manifesti la loro resistenza legittima alla sovversione. Mi ricordo il Vostro passo, perché è stato uno dei primi, concertato con H., presidente dell’ONU e con K., in favore dei tre sindacalisti neri condannati a motte e di cui domandaste la grazia al Presidente della Repubblica Sudafricana4! Era il settembre 1964, poco dopo Ecdesiam Suam. Volevate iscrivervi fra i « difensori della giustizia » e associarvi alle « forze della pace ». Allora sostenevate la causa dei diritti civili per i negri degli Stati Uniti. E Vi dicevate « amico dell’uomo » per riconciliare gli avversari nel Vietnam, a Cipro, e dovunque vi fosse guerra5. ...Ma deciso ad ignorate le « guerre di religione » dell’epoca, non vedete l’aggressione comunista, l’ideologia atea che avanza, la sovversione rivoluzionaria. Voi siete neutrale, stabilite a priori l’uguaglianza delle ragioni e dei diritti fra il Mondo Libero e il Mondo Comunista, fra l’Aggressore e l’aggredito, fra il persecutore e gli oppressi. Voi siete non-violento, partigiano del negoziato; Vi arrogate questa alta concezione dei rapporti umani per obbligare il mondo libero a rinunciare alla lotta e a cercare la pace a qualsiasi prezzo, sacrificando qualcosa e facendone parte al nemico. Grazie a Voi, al Vostro apparente neutralismo, al Vostro pacifismo, l’aggressione, la sovversione, la violenza sono sempre vincenti e il Mondo Libero non conosce che la disfatta e la ritirata davanti alla Barbarie. ...Salvo là dove non siete stato ascoltato, dove ci si è battuti e dove ci si batte ancora, Vostro malgrado e contro tutto un Mondo, ma sicuri del proprio diritto e fieri della propria fede cattolica, il Portogallo dei Presidenti Salazar e Caetano.

Noi non sottovalutiamo la lebbra del Mondo Libero, le sue ingiustizie, la stia corruzione, le sue divisioni religiose e la sua crescente e colpevole apostasia. Ma nondimeno rimane un mondo cristiano dove la Chiesa è libera, completamente libera di adoperaci per la salvezza delle anime e per la riforma della Società. Di fronte alla barbarie comunista e ala famelica anarchia del Terzo Mondo, esso resta un mondo civilizzato, prospero e pacifico. Un mondo privilegiato. Un mondo felice.

Ciò che è scandaloso è che Voi lo aduliate nella sua incredulità, nella sua indifferenza religiosa, nella sua immoralità, nel suo disprezzo della Legge e dei Diritti di Dio. Non fate niente perché si riabiliti. Avete mai scosso il suo orgoglio, il suo egoismo sensuale, il suo materialismo, il suo affliggente laicismo ricordandogli la sua vocazione cristiana, la necessità di tornare al cattolicesimo? Mai. Al contrario, Voi eccitate i popoli contro di lui, in nome della giustizia. Gli parlate improvvisamente di impossibili doveri di spartizione di beni, di uguaglianza di ricchezze. Stigmatizzate il suo razzismo.

Protestate contro le sue violenze, non per il suo profitto spirituale (o temporale), ma per condannarlo sulla scena internazionale. Il Vostro giustizialismo non è guidato dallo zelo di Dio, né da quello della salvezza delle anime, ma dalla marcia della rivoluzione.

Questo mondo libero, Voi non l’amate. Se l’amaste, sareste molto più energico e più esigente, verso di lui, senza preoccupazioni di impopolarità. E gli fareste il bene immenso di cui ha urgente bisogno. Ma lo mettereste anche in guardia contro la minaccia dei barbari. Gli fareste un dovere di difendere la propria libertà, la sua vita e la sorte dei popoli sui quali esercita da secoli un benefico protettorato. E sareste per il nostro secolo, come San Gregorio, come San Pio V ai loro tempi, IL DIFENSORE DELLA CITTA’ SANTA, IL SALVATORE DELLA CIVILTÀ’

Ma Voi non ci amate. Amate di più il Terzo Mondo, il Mondo Comunista? Se li amaste, invece di patteggiare con i loto oppressori, lavorereste per la loro liberazione e prima di tutto per la loro evangelizzazione. Voi amate Voi stesso recitando una parte sulla scena internazionale, andando sempre nel senso della vittoria per essere idolatrato dalle folle e colmato di onori dai grandi di questo mondo marcio, inyocando la giustizia, la libertà, l’uguaglianza, la fraternità, il benessere, lo sviluppo, la pace. Queste idee intercambiabili giacciono sempre alla fine nel letto dei vincitori. Questo è il Vostro neutralismo.

Il Vostro anticolonialismo virulento

Più che il fiume di parole e di decisioni che non posso qui esaminare ricordo gli atteggiamenti inconsueti, enigmatici. Gli scandali che Voi calcolate possano traumatizzare l’opinione pubblica: sono messi in opera troppo rapidamente per sollevare opposizioni, per incontrare ostacoli, ma fermentano per l’impressione fosca che hanno causato e per le implicazioni che comportano progressivamente.

Così nel gennaio 1965 avete fatto cardinale, fra tanti meritevoli Pastori, l’arcivescovo di Algeri, Monsignor Duval. Ciò suscitò una grande emozione in Francia soprattutto fra i nostri infelici « rimpatriati ». Ma i nostri amici che Vi portavano ancora un religioso rispetto e una fiducia assoluta si persuasero che questa grande distinzione gli era stata conferita per categorica richiesta di De Gaulle e Ben Bella. Una tale interpretazione, senza contare che poteva essere poco onorevole per Voi, dimostrava che i Vostri figli urtavano contro l’enigma. Come poteva il Papa nominare cardinale un Vescovo che aveva preferito i terroristi mussulmani ai placidi - troppo placidi - cristiani del suo gregge e che - compensato dei suoi sforzi — aveva perso un milione e mezzo di fedeli per non conservarne che un pugno, dimentico degli altri sgozzati, imbrattati, delle chiese profanate, dei cimiteri sconvolti, in breve divenuto Pastore di una cristianità rovinata, devastata dalle sue cure e da quelle dei suoi amici fellaga. Del complice di assassini, di un pirata Voi ne fate un Cardinale!

Spiegavo così il Vostro pensiero profondo, l’intenzione « pastorale » nascosta in questo enigma: « E’, ahimé, l’irrecusabile verifica delle mie analisi sulla Nuova Chiesa: Essa si è scelta come modello questo sognatore triste che conduce la cristianità alla tomba »6. Dicevo per eufemismo la Chiesa. Bisognava dire: Voi!

L’anticolonialismo è sempre esistito a Roma. Ce lo avete ritrovato dopo il Vostro esilio di dieci anni: più acceso ancora di come l’avevate lasciato... Ma gli avete portato l’aggiunta della Vostra infaticabile diplomazia e dei Vostri innumerevoli propositi. Basta aprire il dossier dei Vostri discorsi africani.

Così il 29 luglio 1969 andate in Uganda « per uno scopo essenzialmente religioso »7. Là manifestate molto rispetto e affetto - e larghezza di elemosine per i poveri - per questo sinistro briccone di Obote, ladro e sanguinario, che era il « Primo Ministro » e di cui il paese si sarebbe di lì a poco sbarazzato. Lanciate allora, da questo centro dell’Africa, un messaggio di liberazione e di uguaglianza razziale che costituisce un inequivocabile appello all’insurrezione generale dell’Africa contro l’uomo bianco in Rodesia, nella Repubblica sudafricana, nel Mozambico. Non ci poteva essere agente provocatore peggiore di Voi, per i popoli:

« Paolo VI (per opposizione ai Vescovi d’Africa) non ha avuto paura di compromettersi, pubblicava La Croix. Così egli ricorda con forza, contro il Portogallo e la Rodesia, che la Chiesa sostiene senza riserve l’indipendenza dei territori nazionali. Anche se qualche tappa è talvolta necessaria. La Chiesa, da parte sua, ha contribuito all’indipendenza dei paesi africani afermando la dignità delle persone e dei popoli e facendo loro scoprire la propria dignità. Ne dà, del resto, l’esempio africanizzando la sua gerarchia e preparandosi a farlo là dove non è stato ancora possibile. Nessuno Stato africano ha niente da temere dalla Chiesa, al contrario »8.

Voi non sapevate che trattando Obote come un fratello e il vicino portoghese come un samaritano, il Vostro razzismo contro i bianchi, il Vostro razzismo nero Vi faceva complice e cooperatore della barbarie! O candido discepolo di Jean Jacques Rousseau e di Bernardin de Saint-Pierre, partigiano del « buon selvaggio » contro l’europeo, del pagano e del mussulmano non sottomesso contro il cristiano.

« Questo discorso coraggioso (?!) ha suscitato non sólo gli applausi soddisfatti dell’uditorio, ma anche. una grande gioia fra i giornalisti africani presenti, che si sono precipitati ai telefoni e alle telescriventi per ‘ diffonderlo all’Africa intera ‘, secondo l’espressione finale del discorso », conclude La Croix, ed io commentavo: santa gioia!9.

Questi discorsi africani costituivano una manovra molto abile e terribile contro i Bianchi. Voi reclamavate l’indipendenza dei neri e la fine di tutte le discriminazioni razziali, come esigenze assolute della giustizia e della Pace. Ma chiedevate che ciò avvenisse in obbedienza alle Istituzioni Internazionali, e non con la violenza. Era reclamare la fine dei combattimenti e la sottomissione incondizionata dei partiti avversi alla decisione dell’ONU. Molto scaltro! Vantando l’arbitraggio del Diritto, mettevate dia gogna quelli che lo avessero rifiutato e avessero seguitato a combattere. Ma Voi sapevate e volevate far capire ai negri che la regola democratica dell’ONU avrebbe messo continuamente il Diritto dalla parte della loro rivolta e delle loro rivendicazioni più drastiche. La Vostra mediazione evangelica, nel nome del Diritto, della Non-Violenza e della Pace, era un tradimento degli Stati esistenti, e legittimi, non Vi dispiaccia, a vantaggio dei maquis della liberazione e di ogni terrorismo di colore.

Erano proprio buoni e coraggiosi questi discorsi? No, veramente no! Il Vostro anticolonialismo si riallaccia a quello dell’ONU, del grande capitalismo internazionale, tutto preso dal suo interesse immediato e mercantile, a quello dell’imperialismo comunista, russo e cinese, a quello dell’intelligentsia di sinistra. Ahimè quello dei giovani missionari progressisti, persuasi che la Chiesa avrà una grande parte da rappresentare dopo avere aiutato i popoli « oppressi » a insorgere, e dopo che si sarà liberata dall’ipoteca « colonialista ». Che mondo! Voi siete l’amico di tutto il mondo. Che coraggio ci vuole a compromettersi con il Mondo e contro i cristiani ?

Il Mondo ama, sostiene, arma, giustifica i terroristi, gli sgozzatoti di donne e bambini, i selvaggi. E voi li ricevete in Vaticano. L’avvenimento enigmatico è il tipo di perfetto scandalo che sblocca una situazione e fa avanzare i Vostri disegni. Il 1° luglio 1970, tre capi del movimento terrorista di Angola, Mozambico, Guinea-Bissau e Capo Verde, erano ricevuti dia Voi e ammessi al baciamano che seguiva l’udienza generale.

Subito, l’Osservatore Romano, fedele alla Vostra provata tattica, smentiva la intenzione profonda, il calcolo : « ogni interpretazione, di sorpresa o di approvazione non aveva ragione d’essere »... e spiegava mellifluo: « Il Papa, per la sua missione, riceve tutti quelli che domandano il conforto della sua benedizione (sic!!!) E’ ciò che è avvenuto per le persone in questione...». E la Vostra Segreteria di Stato eleva l’ipocrisia all’altezza sublime di uno strumento diplomatico: « Non si trattava di un’udienza vera e propria: nel quadro degli incontri di carattere generale... nella sua qualità di Pastore universale... il S. Padre non poteva opporre un rifiuto assoluto... senza riferirsi alla qualificazione politica che si attribuivano queste persone, ma in quanto cattolici o cristiani, come erano stati qualificati nella richiesta... Il Santo Padre... che non conosceva concretamente la loro attività e sebbene non fosse di sua competenza formulare un giudizio politico sulla situazione concreta della zona (sic) donde venivano... ecc. ecc. ». La menzogna era compagna all’assassinio.

Dichiarata irricevibile la denuncia del Portogallo — ma lasciatemi ammirare la fede, la limpida lealtà, la lungimiranza, la condiscendenza, la saggezza del professor Caetano, Capo dello Stato portoghese — il veleno dello scandalo poteva avere il suo effetto. La Croix del 9 luglio: « Si deve osservare che il Portogallo... pur proclamandosi paese cattolico, non tiene conto nella politica coloniale dei ripetuti insegnamenti dei Papi sui diritti dell’uomo e dei popoli. E’ significativo che Paolo VI abbia dato ai tre capi africani un esemplare dell’Enciclica "Populorum Progressio". D’altra parte è chiaro che i tre uomini non si sono " infiltrati " in Vaticano, e che il Papa ha personalmente voluto incontrarli. E’ chiaro che questo gesto non equivale a benedire il terrorismo, non più che il fatto di avere relazioni con il governo portoghese implichi l’approvazione dell’azione in Africa delle forze armate del Portogallo... Ma l’udienza del luglio ha, di fronte al governo portoghese, il significato di un avvertimento : in effetti, essa manifesta ai naziondisti che non sono considerati reprobi, esclusi daUà comunità cristiana, e che la Chiesa non avdla l’ordine colonide stabilito nei "territori portoghesi". (Le virgolette sono de La Croix) »10.

Il Vostro apparente neutralismo non può più dissimulare a nessuno il Vostro aiuto alla sovversione, al disprezzo del diritto internazionale, ed io aggiungo pesando le parole, al disprezzo della morale evangelica e della Legge di Dio. Non conosco niente di peggiore della menzogna ecclesiastica al servizio dell’omicidio politico. Preferisco ancora l’uomo col coltello fra i denti ai pennaioli del Vaticano aggiogati a tale lavoro.

Il vostro filocomunismo incondizionato.

Un Papa è, deve essere non può che essere ANTICOMUNISTA INCONDIZIONATO, è evidente. Ma un simile atteggiamento sarebbe di enorme ostacolo al Vostro Grande Disegno d’apertura al mondo e di riconciliazione universale. Dunque Voi sarete filocomunista con infinite precauzioni, necessariamente CRIPTOCOMUNISTA. Non rifarò la storia di questo rovesciamento delle alleanze, di questo rivolgimento da Ovest a Est della diplomazia pontificia, di questa lenta, cauta, sottile riabilitazione del marxismo-ateo che giunge, oggi, ad autorizzare il cristiano d’Occidente ad aderire al partito Comunista e che installa in un Vescovado di Cecoslovacchia un presidente dell’ « Associazione Pacem, in Terris », quindi un agente certo del comunismo infiltrato nella Chiesa11.

Come punto di partenza Voi avevate un atout: la famosa distinzione fatta dall’autore di Pacem in terris fra il movimento storico e l’ideologia. Questa è fissa, quello si evolve12. Voi potrete dunque, supponendo che il comunismo si evolva e migliori, tendergli le braccia, ricevere i suoi emissari, cooperare con lui « per la giustizia e la pace nel mondo... » Solo a pronunciare queste pesanti parole di tradimento, sorgono nella Vostra memoria e nella nostra tutti i grani del rosario di scandali che fabbrica il Vostro Casaroli e il suo trust di cervelli da dieci anni.

I più piccoli scandali sono qualche volta quelli di più vasto significato e di più pesante segreto. Tale, nel 1965, questa « sanatio in radice » del matrimonio civile del R.P. Tondi, Vostro antico collaboratore alla Segreteria di Stato, che passò al comunismo, vediamo quando, esattamente: prima di lasciarvi o dopo? Questa dispensa straordinaria della forma religiosa, canone 1138, è insolita. Questo eccezionale servizio a un antico collaboratore — Vostro e di Mosca — pone un enigma13. Io ne ho la soluzione. Anche Voi...

Un altro grosso scandalo, così metodicamente compiuto che è passato dai fatti nei libri senza incresciose conseguenze per il suo glorioso autore e per Voi che lo coprivate con la Vostra ombra : la sottrazione fraudolenta della Petizione di 300 Vescovi che reclamavano dal Concilio nel Settembre 1965 là condanna del Comunismo14. Si è sempre e dovunque pensato che Monsignor Glorieux non si sarebbe permesso una simile azione se non fosse stato « coperto » e « al sicuro »; e che d’altra parte non sarebbe mai stato punito... Così lo scandalo produce sempre il suo effetto: il Papa non ha voluto che il Concilio condannasse il comunismo. Dunque, il comunismo non è più condannato!

Io mostrai a suo tempo come la Vostra maniera di parlarne nella Vostra prima Enciclica era così ben congegnata da aprire le porte della Chiesa al dialogo, alla riconciliazione, alla cooperazione con i comunisti15. E poi, sempre di più, in seguito nei Vostri Documenti sodali16.

Ci vorrebbe uno studio attento e completo delle Vostre allusioni alle persecuzioni, delle Vostre testimonianze d’affetto ai perseguitati per concludere con prove come l’uomo del popolo ha concluso d’istinto: che Voi volete totalmente dimenticare questi disgraziati, ignorare questo problema, per non essere fermato nella Vostra politica di avvicinamento e cooperazione con gli Stati Comunisti. Ma la folgorante verità dei fatti ha rotto improvvisamente le tenebre del Vaticano, nell’ottobre 1971. Fu il forzato trasferimento, moralmente forzato da Voi, del Cardinal Mindszenty, ricondotto dall’Ungheria, dove dava fastidio, a Roma dove Voi gli dovevate impedire di pubblicare le sue Memorie...

E fu il grido sconvolgente dell Cardinal Slipyi davanti al Sinodo atterrito, sconvolto, vergognoso; questo Confessore della fede, questo evaso dai bagni sovietici « che gridava la sua indignazione » — scusatemi se cito me stesso17 — ai traditori che fanno la pace con i persecutori senza curarsi dei loro fratelli e figli che il Comunismo sovietico perseguita, deporta e martirizza ». Bisognava sentirlo :

« Su cinquantaquattro milioni di Ucraini cattolici, dieci milioni sono morti in seguito a persecuzioni! Il regime sovietico ha soppresso tutte le diocesi! C’è una montagna di cadaveri e non c’è più nessuno, nemmeno nella Chiesa, che difenda la loro memoria. Migliaia di fedeli sono ancora incarcerati o deportati».

« Ma la diplomazia vaticana (siete Voi!) preferisce che non se ne parli, perché ciò disturba le sue trattative. Siamo tornati d tempo delle Catacombe. Migliaia e migliaia di fedeli della Chiesa Ucraina sono deportati in Siberia e fino al Circolo Polare, ma il Vaticano ignora questa tragedia. Forse i martiri sarebbero diventati testimoni molesti? Saremmo noi una patta d piede per la Chiesa » ?

Purtroppo !

Si sarebbe potuto credere per un istante che la Chiesa del Silenzio stesse per turbare il silenzio della Chiesa. Ma no! Le apparenze di parlamentarismo di questo Sinodo non ingannarono i Vescovi nell’illusione della loro forza di fronte al Potere Assoluto delia Vostra Segreteria di Stato filooomunista. In seguito il Cardinale Slipyi ha avuto delle molestie senza fine dai Vostri Servizi e la pietra tombale è ricaduta su questi testimoni che si fanno uccidere per il Cristo... Ma questo Vi condanna, Santo Padre, davanti a Dio e davanti agli uomini.

Questa apertura al Comunismo, questo passaggio ai barbari, è un mondo di avvenimenti, di dichiarazioni, di intrighi, di consegne. I Vostri incontri con Gromyko, con Podgorny... Le lunghe sedute segrete con il famoso e veramente troppo giovane arcivescovo di Leningrado, Monsignor Nicodemo, agente sovietico di prima grandezza18. Cosa, dunque, avete tanto da dire a quella gente? Potreste pretendere di reclamare un mi- glioramento delle sorti spaventose dei Vostri figli perseguitati. Ma allora perché tanto mistero?

E quando oggi veniamo a sapere che da sei anni l’attuale segretario del Partito comunista italiano, Berlinguer, era Vostro agente diplomatico segreto presso il governo comunista di Hanoi19, noi comprendiamo senza fatica che il Vaticano è diventato una piattaforma della propaganda e dell’attività diplomatica del Comunismo mondiale nella sua conquista dell’Occidente. Centro di diffusione, base logistica, domani Quartier Generale?

L’avventura del Cile, passando da Frei Vostro amico ad Allende, il comunista che non è Vostro nemico, è lì per istruirci.

I gesti insoliti si fanno sempre meno enigmatici, perché l’opinione pubblica è sempre più disposta a subirli. Quando decidete di costruite un ospedale nel Vietnam del Nord in guerra, il gesto fa pensare a spaventosi bombardamenti americani, a poveri corpi dilaniati, a vittime civili innocenti20. Il vostro neutralismo è singolarmente selettivo, ma va verso la propaganda comunista mondiale. E la gente che riflette conclude: « II Papa è un foriero del comunismo e della rivoluzione mondiale »21. L’avevo detto nel 1964, Lettera 189 !

Come giustificare questo filocomunismo evidente, che Vi trasforma in. agente, propagandista, cinghia di trasmissione di ogni campagna « per la Pace? ». E’ questo un « ralliement » analogo a quello che tentò Leone XIII, destinato ad ottenere la fine delle persecuzioni? Ma sarebbe di un’ingenuità incredibile! E tutti i Vostri Predecessori non hanno condannato assolutamente un simile calcolo! E’ forse la previsione di una vittoria e di un’espansione mondiale del Comunismo e quindi il pensiero di preservare la sopravvivenza della Chiesa, dandogli aiuto, come è stato l’anticolonialismo « profetico » di Roma? Ma i dispiaceri della Chiesa in un Terzo Mondo deeolonizzato pute col suo aiuto, non sono niente in paragone all’implacabile persecuzione che si abbatterà su di lei All’indomani del trionfo comunista, quand’anche essa stessa lo avrà aiutato con tutte le sue forze! Allora, perché? L’enigma non si scioglie ancora completamente.

Il Vostro appello alla Cina, la Vostra gioia all’annuncio della Rivoluzione Culturale, dei suoi saccheggi e delle sue profanazioni, ricordano il Lamennais dell’ultimo periodo. Avete attrazione per il caos? Non oso crederlo.

Ricordate la Vostra Epifania dèi 1967: « Noi vorremmo far sapere alla gioventù, cinese con quale trepidazione e con quale affezione Noi consideriamo la presente sua esaltazione verso ideali di vita nuova, laboriosa, prospera e concorde... Noi mandiamo i nostri voti alla Cina così remota da Noi geograficamente e così vicina spiritualmente... Vorremmo anche con chi presiede alla vita cinese odierna nel Continente ragionar di pace, sapendo come questo sommo ideale umano e civile sia intimamente congeniale con lo spirito del Popolo Cinese »22

Io commentavo: « Rivelazione dei cuori! Questa concordia di Paolo VI e Mao, di innovatori netta Chiesa e di Guardie Rosse, i cani arrabbiati dell’Asia, rivela e fa esplodere la discordia fra civilizzati, fra cattolici. Perché dissimularlo? Come negare più a lungo che esiste fra questo Papa, questo Concilio, questa Nuova Chiesa e noi una specie di scomunica permanente? »23.

Fatto significativo, il mio Vescovo di allora, Monsignor Le Couëdic, e molti altri con lui citarono questa ultima frase nei severi Avvertimenti e Messe in guardia contro il nostro movimento della CONTRORIFORMA CATTOLICA24. Ma nessuno, nessuno! osò citare il contesto dove era scritta questa frase esclamativa. Non potevano far sapere ai loro fedeli il motivo di questa « specie di scomunica permanente ». Vescovi mentitori! Sarebbe apparso troppo chiaramente alle loro pecorelle ingannate che la vergogna, il crimine, il calcolo insensato sono Vostri e non nostri. Tutti i cattolici, di fronte a questa scelta, scomunicherebbero piuttosto Voi e le Vostre Guardie Rosse, per restare fedeli alla Chiesa dei Martiri!

Ma bisogna cercare più profondamente le ultime ragioni del Vostro odio verso l’Occidente Cristiano, del Vostro cieco anticolonialismo, del Vostro filocomunismo incondizionato. Bisogna discendere dall’insolito all’enigmatico e dall’enigmatico all’occulto.


(1) Discorso all’ONU; Discours p. 331; Lettere 214 p. 3, 215, 218; cf. CRC 38 p. 8, 57.

(2) Ps. 2, 2-3; cf. Lettera 2; CRC 1 p. 1; S. Pio X. « E Supremi Apostolati ».

(3) I.C.I. 15 febbraio 1965; Lettere 200 p. 6; cf. GRC 59 p. 1 e 7.

(4) Lettera 189 p. 3.

(5) ibid. p. 4; cf. 191.

(6) Lettere 195 p. 8; cf. 133 p. 2, 197 p. 8.

(7) CRC 23, p. 3.

(8) La Croix, 4 agosto 1969; CRC 24 p. 13; cf. Lettera 189 p. 5.

(9) La Croix, 4 agosto 1969; CRC 24 p. 13; cf. 26 p; 13.

(10) PC 70, 718; CRC 34 p. 14, 49 p. 13.

(11) Conf. di Mons. Matagrin, 16 gennaio 1973, Mutualité; CRC 66 p. 3; DC 73, 343.

(12) DC 63, 541; CRC 45 p. 9; cf. Lettere 181 p. 6, 214 p. 6.

(13) Lettere 200 p. 8.

(14) Comm. di Gaudium et Spes, Coll. Unam Sanctam t. II p. 120, nota 120; CRC 60 p. 7 e 11.

(15) Lettere 180 p. 6, 181 p. 6.

(16) Lettere 245 p. 5.

(17) Seduta del 25 ottobre 1971, DC 71, 1027; CRC 51, Ttact. 5, p. 2.

(18) CRC 27 p. 2, passim; cf. Lettere 215 p. 8, 242 p. 1.

(19) Dichiarazione del Vaticano, 21 febbraio 1973.

(20) Lettera 246, p. 3.

(21) « La Gauche du Christ », J. Duquesne p. 15; CRC 66 p. 4, cf. 42 p. 5, 50 p. 12; Lettera 189 p. 5.

(22) 6 gennaio 1967, DC 67, 219; Lettera 240 p. 5.

(23) Lettere 240 p. 5; 242 p. 1.

(24) DC 67, 457. Tutti questi testi citati in Lettere 243 p. 3-4.