LIBER ACCUSATIONIS SECUNDUS

2. La divinità e regalità di Gesù Cristo :
la vostra apostasia

SE un politico pretende che ogni uomo sia re, è una vergognosa menzogna, un fatto che contribuisce a rendere la professione del politico una delle più ignobili del mondo. Infatti è per asservirlo maggiormente che si lusinga il popolo con questi discorsi demagogici. Se un filosofo afferma il carattere trascendente della persona umana e dunque la dignità senza pari di ciascun uomo e di tutti gli uomini, è un'assurdità irreale e irrealizzabile, e sono queste teorie che rendono oggi la professione del filosofo così frivola e disprezzata.

Se un sacerdote, un teologo, concede all'Uomo e ad ogni uomo trascendenza e regalità naturale e sovrannaturale, senz'altra ragione e condizione che quella di essere uomo e di essere se stesso, è un fatto già assai più inquietante. Ciò non è cattolico, evidentemente, e non è neppure cristiano... e nemmeno biblico, e per nulla religioso. Infatti, per ogni intelligenza retta, è Dio che è “ trascendente ” : il termine è stato creato proprio per designarlo ! E per ogni anima credente, è Dio che è Re. I re della terra non hanno autorità se non da Lui, partecipata dalla sua ; contestarlo sarebbe atto empio e criminale, atto di lesa maestà divina e umana.

Che il Papa, successore di san Pietro, Sommo Pontefice della Chiesa cattolica, Vicario di Gesù Cristo, riduca questo stesso Signore, di cui è rappresentante, al ruolo di testimone, profeta, sacerdote e martire della trascendenza e della regalità dell'Uomo, che lo abbassi quindi al livello dell'uomo qualunque, o che innalzi ogni uomo al suo livello, e ad ogni modo che contesti a Gesù ogni trascendenza e regalità propria e singolare, come se di fronte a Caifa e a Pilato Egli non ne avesse rivendicata una sua propria, è una fatto così enorme, così incomprensibile, scandaloso, empio e blasfemo, così suicida e, quel che è peggio, cosi sovversivo di tutto l'ordinamento umano e cristiano, insomma cosi ANTICRISTO, che vi si legge e rilegge, e, nella maggior parte dei casi, si prosegue la lettura, pensando di aver mal compreso, che si deve dare un altro significato alle parole lette, pensando che non è possibile, che è troppo atroce per esser vero. Bisognerebbe concluderne, infatti, che il Papa è anticristo, che l'Anticristo oggi è lo stesso Vicario di Cristo in terra !

Vi sono errori cosi palesi che non possono essere che frodi, e tuttavia vi sono frodi così ben congegnate da scoraggiarne la critica. Di certo questa ne è una.

SOLO DIO E' SANTO, SOLO CRISTO E' RE

Consultiamo la Bibbia : bisognerà ben cercare questi tre o quattro versetti che voi citate continuamente - scelti tra decine di migliaia d'altri - per constatarne una qualche glorificazione dell'uomo come dio e re, dominatore dell'universo e signore di se stesso ! Nell'Antico Testamento, allorché si parla delle perfezioni per così dire essenziali di IO SONO, non si tratta di trascendenza, ma di Splendore e di Gloria, di Maestà ; e quando si parla di perfezioni che, nella vita umana, riguardano la morale, si tratta di Santità. Voi dite : ogni uomo è trascendente ; la Bibbia risponde : Dìo solo è Santo. Santo, Santo, Santo è il Signore !

Ed è sempre Dio ad essere Re, è di questo suo Regno venturo che parlano i profeti e gli scribi ispirati, è lui che cantano i salmi. Non v'è re della terra che possa stargli di fronte, eccetto solamente colui che fu da Lui dapprima accettato, Saul, e poi colui ch'Egli si scelse, Davide, che ne divenne quasi figlio, al quale fu concesso che la sua stirpe regnasse in Sion e in Gerusalemme sul suo popolo in eterno. E' nella linea della sua discendenza che apparirà quel Re dei re e Signore dei signori a cui fu promesso l'impero universale ed eterno : il Messia, figlio di Davide e Figlio di Dio, Gesù Cristo.

Che in qualche punto del Vangelo l'uomo venga da Gesù proclamato re e trascendente, vale a dire santo, è cosa che nessuno oserà sostenere, che nessun vero cristiano ammetterà mai. Non si tratta qui evidentemente di un'eccellenza o superiorità - filosofica, morale o politica - dell'uomo in generale, o dell'uomo qualunque. Che enorme anacronismo supporre nell'animo del Signore e degli Apostoli, nella mentalità e nel linguaggio degli uomini dell'epoca, una simile pretesa ! Né umanesimo secolarizzato né démocrazia, seppur cristiana, erano concepibili a quel tempo !

Bisogna proprio non leggere mai il Vangelo o volerlo deliberatamente falsificare, per dimenticare che Dio Padre è sempre in esso il Santo, Signore e padrone di tutte le cose, Re e Padre di famiglia... che suo Figlio è il Messia figlio di Davide e, in virtù di questa doppia filiazione, Re d'Israele al quale è peraltro promesso il dominio sulle nazioni... che i profeti venuti prima di lui e gli Apostoli da lui scelti come successori sono quei servi ai quali fu promesso che avrebbero condiviso la sua gloria e la sua potenza nel Regno venturo... che infine sono “ santi ”, e partecipi perfino del suo sacerdozio, del suo profetismo, della sua regalità, soltanto i suoi fedeli, divenuti, in virtù della fede nella sua divinità, figli adottivi di Dio e membri di quel Corpo mistico di cui egli è il Capo.

E' così che in questa famosa comparizione davanti a Pilato, dalla quale voi elaborate l'argomentazione per la vostra teoria - teoria da massone più che da buon cristiano -, si tratta di Nostro Signore Gesù Cristo, di Lui solo e non di un qualsiasi altro uomo, ed è in questione in quanto “ Re dei giudei ”, e non in quanto rappresentante ideale di un coacervo di re, tutti trascendenti, liberi, uguali e fraterni. Se voi obiettate che Gesù rifiuta appunto questo titolo politico di “ Re dei giudei ”, bisognerà rispondervi ch'egli al contrario l'accetta, ma che lo sublima e l'universalizza, facendosi Re alla maniera di Dio, come fu annunciato che lo sarebbe stato il Messia, il “ Figlio dell'Uomo ” : Re spirituale, universale, eterno, che merita ed esige da tutti gli uomini una piena sottomissione in anima e corpo, della vita interiore e di quella sociale, e in particolare di quella politica, tanto ebraica che romana, tanto antica che moderna.

E coloro che respinsero la sua regalità, non volendo che il Figlio del Sommo Re regnasse su di loro (Lc. 19,14), coloro che pretesero, nella loro ribellione cieca e insensata, di non avere altro re che Cesare (Gv. 19,15), incorsero giustamente nella maledizione divina.

E' in questi termini - e come avrebbe potuto essere altrimenti ? - che la Chiesa ha sempre letto, inteso, commentato e insegnato la Regalità di Gesù Cristo unitamente alla Regalità del suo Dio e Padre, nell'unità dello stesso Spirito. Ed appunto per far fronte ad ogni contestazione di questa Regalità, come prevedendo la vostra, Beatissimo Padre, il vostro predecessore, il papa Pio XI, scrisse l'ammirevole enciclica Quas primas, l'11 dicembre 1925, nuova ed esaltante proclamazione dell' “ impero sovrano e assoluto ” di Cristo Re “ sull'intero universo creato ”, su ogni popolo, su ogni persona, ordine e potere spirituale o temporale. Com'è possibile che non l'abbiate mai letta ? E avendola letta, come osereste respingerla ?

TUTTO E' SOTTOMESSO ALLA LEGGE DI CRISTO RE

Voi proclamate come cosa evidente, come insegnamento chiaro e certo del Vangelo riscoperto dal Concilio Vaticano II !, che Gesù è re in quanto è uomo, come lo è e dev'esserlo qualsiasi individuo umano, e che Egli reclama gli onori e i riguardi dovuti a questa comune regalità, non per se stesso, per Lui solo, ma innanzitutto per ogni uomo e per tutti gli uomini. Tale sarebbe stata la sua missione al servizio dell'umanità, questa la verità di cui sarebbe stato il profeta, e, per finire, il culto pel quale si sarebbe sacrificato. Gesù, martire dell'umanità, difensore della dignità, sovranità, trascendenza e inviolabilità dell'Uomo. Ed è questa fede nell'uomo, questo culto dell'uomo, questa passione per l'uomo che la sua Chiesa avrebbe ereditato e di cui avrebbe ripreso chiara coscienza nel Concilio Vaticano II. Sarà questo umanesimo a dominare il vostro pontificato...

E' per questo che avete separato radicalmente il vostro cristianesimo... evangelico- conciliare dalla politica, vale a dire dall'intero ordinamento temporale della vita umana sociale. L'avete separato anche, più per omissione che per negazione, dall'intero ordinamento sovrannaturale della religione, della sua fede e del suo culto, per porre al centro del vostro cristianesimo uno umanesimo anonimo, pluralista e universale, la cui sostanza è storicamente massonica. E avete stabilito il compito di questo umanesimo, nella sua pienezza, nella militanza rivoluzionaria per il rispetto e il servizio dell'Uomo trascendente e sovrano.

Pio XI procede in maniera diametralmente opposta. Sapendo che Dio solo è Santo, che Dio solo è Re, dimostra che Nostro Signore Gesù Cristo, lui e lui solo, evidentemente, partecipa in quanto Uomo alla pienezza di questa Santità regale e di questa regalità santa di Dio. Anche se voi non avete mai letto questa Enciclica, avete dovuto recitarne durante un quarto di secolo almeno i passaggi essenziali sul breviario, in occasione della festa di Cristo Re.

Abbiamo qui la contraddizione totale al vostro umanesimo preteso cristiano. Leggete piuttosto quest'appello alle nazioni all'inizio dell'Enciclica :

« Indagando le cause precipue di quelle calamità da cui vediamo oppresso e angustiato il genere umano, ricordiamo d'aver chiaramente espresso non solo che tanta colluvie di mali imperversava nel mondo perché la maggior parte degli uomini avevano allontanato Gesù Cristo e la sua santa legge dalla pratica dalla loro vita, dalla famiglia e dalla cosa pubblica, ma altresì che mai poteva esservi speranza certa di pace duratura tra i popoli, finché gli individui e le nazioni avessero negato e da loro rigettato l'impero di Cristo Salvatore. Pertanto, come ammonimmo che era necessario ricercare la pace di Cristo nel regno di Cristo, così annunziammo che avremmo fatto a questo fine quanto ci era possibile ; nel Regno di Cristo, diciamo, poiché ci sembrava che non si possa più efficacemente tendere al ripristino e al rafforzamento della pace che mediante la restaurazione del Regno di Nostro Signore» 1.

Celebrando quarant'anni dopo questo santo insegnamento, mi permettevo di commentare :

« I cristiani, snervati dalle propagande politiche, credono di poter trovare, qui o là, l'Uomo forte che li libererà dai mali di cui soffrono. I nostri teologi immaginano lo “ Spirito ” o “ il Cristo ” incarnato nell'intera massa umana che vi diffonde potenzialità infinite di perfezionamento. Certuni si ritengono essi stessi geniali salvatori ; altri attribuiscono tale vocazione messianica alla loro razza, alla loro classe, al loro partito... E' stato detto troppo spesso che Cristo dimora in ogni uomo e che l'umanità tutta intera è il popolo di Dio in marcia verso un radioso avvenire terreno. Quest'ottimismo allontana dalla fede e, essendo fondato su chimere, aggrava il nostro destino.

«In verità, un solo Uomo è il Cristo Re, il Messia-Salvatore, poiché “ in lui risiede la pienezza della divinità ” (Col. 2, 9), ed egli ci ha riscattato per mezzo della sua santa Croce. Questo è il principio della nostra fede, il fondamento della nostra speranza, la fonte ardente della nostra carità : noi acclamiamo questo pargolo nella sua greppia perch'egli è, per miliardi di uomini, “ Consigliere mirabile, Dio potente, Padre eterno, Principe della pace ” (Is. 9, 5), “ la cui verità doveva istruire gli ignoranti, la santità giustificare i peccatori, la forza sostenere i deboli ” (praefatio dell'Avvento). Così d'altronde parla il Vicario di Cristo (Pio XI, ma non voi, ahimé !) :

« Da gran tempo si è usato comunemente di chiamare Cristo con l'appellativo di Re per il sommo grado di eccellenza che ha in modo sovraeminente su tutte le cose create. In tal modo, infatti, si dice che Egli regna nelle menti degli uomini non solo per l'altezza del suo pensiero e per la vastità della sua scienza, ma anche perché Egli è Verità, ed è necessario che gli uomini attingano e ricevano con obbedienza da Lui la verità ; similmente nelle volontà degli uomini, sia perché in Lui alla santità della volontà divina risponde la perfetta integrità e sottomissione della volontà umana, sia perché con le sue ispirazioni influisce sulla libera volontà nostra in modo da infiammarci verso le più nobili cose. Infine Cristo è riconosciuto Re dei cuori per quella carità di Cristo che sorpassa ogni comprensione umana, e per le attrattive della sua mansuetudine e benignità : nessuno infatti degli uomini fu mai tanto amato e mai lo sarà in avvenire quanto Gesù Cristo » 2.

«Ma - proseguivo, e si era tre giorni dopo la chiusura di quel maledetto Concilio che aveva inteso il Papa di allora proclamare in piazza san Pietro “ il culto dell'uomo ” ! - il Dottore Infallibile insiste : questa supremazia universale, questa regalità eterna, Gesù Cristo la riceve dal Padre non soltanto in quanto Verbo di Dio, ma anche in quanto Uomo : « Cristo non solo dev'essere adorato come Dio dagli Angeli e dagli uomini, ma anche a Lui come Uomo debbono essi esser soggetti e obbedire » 3. Non può dunque più trattarsi di un qualunque deismo o panteismo in cui Cristo non sarebbe che un mito simbolico come Krishna o Horus (cfr. R. Guénon, le Théosophisme, p. 192). E' Gesù di Nazareth che possiede il “ potere regale ”, che ha ricevuto “ potere su tutte le creature ”, sicché tutti i nostri interessi, tutto il nostro avvenire, ogni nostro bene, sia terreno che eterno, ci sono elargiti da Lui, a misura della nostra fedeltà e secondo le deliberazioni della sua Grazia.

« Alcuni pretendono stabilire la pace della società umana su un mutuo Contratto, su un Giuramento in virtù del quale tutti i popoli si accorderebbero per il loro maggior bene. Costoro s'ingannano, perché un potere così salutare non appartiene agli uomini. Altri, per raggiungere questa stessa felicità terrena, propongono di onorare Dio nelle nostre coscienze e secondo le diverse forme di religioni. Essi s'ingannano anche di più, perché il Vero Dio ha in orrore questa libertà religiosa e questi idoli. Egli ha consegnato ogni potere al suo Figlio Gesù Cristo, ed ormai è in Lui solo che sta la salvezza del mondo. Non cercate più Dio in un cielo senza volto e senza voce, né nei vostri idoli, né nelle vostre coscienze oscurate né nelle masse umane : la Via, la Verità e la Vita per il mondo risiedono in questo Gesù che la Chiesa vi propone di conoscere, adorare, amare e servire fedelmente. Tutto gli appartiene, in questo mondo e in quello venturo. “ E' dogma di fede che Gesù Cristo è stato dato agli uomini qual Redentore in cui debbono riporre la loro fiducia, ed allo stesso tempo come legislatore a cui debbono obbedire ” » 4.

Ecco quindi respinto il vostro umanesimo e tutte le sue lotte per l'uomo nelle tenebre delle eresie, o piuttosto delle apostasie moderne. Ma il séguito dell'Enciclica ritorna su quest'indifferenza calcolata per la politica, che voi distinguete e separate radicalmente dalla religione, al fine di congedare meglio l'una e l'altra, si !, la politica come se non fosse nulla d'importante, la religione in quanto realtà troppo elevata, a vantaggio del vostro umanesimo che viene ad occuparne tutto il posto. Pio XI, lui, con tutta la Tradizione, sottomette tutte le realtà umane, e principalmente i poteri temporali, all'autorità regia di Gesù Cristo, il quale a sua volta riceve tutta la sua potenza e gloria dal Padre...

LA PACE DI CRISTO FRUTTO DEL REGNO DI CRISTO

Pio XI elenca i tre campi in cui si esercita la sovranità del Nostro Signore e Re il Cristo. Questo passaggio è stato di proposito riportato nelle letture del breviario. « Il potere legislativo, al quale bisogna obbedire... la potestà giudiziaria, che gli fu attribuita dal Padre... inoltre la potestà esecutiva, poiché è necessario che tutti obbediscano al suo comando, e nessuno possa sfuggire ad esso e ai supplizi da Lui stabiliti » 5.

Ora, per terminare di rendere inescusabile e veramente criminale la vostra spiegazione umanistica, naturalistica e pertanto assurda del “ dialogo ” di Gesù con Pilato, quest'enciclica di Pio XI, queste stesse letture del breviario, lo spiegano in ben altro modo, chiaramente cattolico, luminoso e persuasivo. Cioè il Cristo, pur essendo già Re sovrano in virtù della sua sola Incarnazione, lo è in modo nuovo e specifico : « Avendo Cristo come Redentore costituita col suo sangue la Chiesa, e come Sacerdote offrendo se stesso in perpetuo quale ostia di propiziazione per i peccati degli uomini, chi non vede che la regale dignità di Lui rivesta il carattere spirituale dell'uno e dell'altro ufficio ? » 6.

Il Papa Pio XI ne deduce che il Regno di Gesù Cristo è spirituale, soprannaturale, cultuale, e non terreno né militare o filosofico o culturale. Ma tuttavia ne deduce anche che questa superiorità non esclude affatto la sua estensione a tutto il campo temporale. E a questo punto, se posso osare un'espressione sportiva per lo sportivo che siete, ardirei dire che siete sconfitto su tutta la linea, poiché Pio XI, per così dire prevedendo il vostro rifiuto della sovranità di Cristo nel campo politico, aggiunge con un' augusta veemenza :

« D'altra parte gravemente errerebbe chi togliesse a Cristo-Uomo il potere su tutte le cose temporali, dato che Egli ha ricevuto dal Padre un diritto assoluto su tutte le cose create, in modo che tutto soggiaccia al suo arbitrio. »

E' vero, « finché fu sulla terra si astenne completamente dall'esercitare tale potere, e, come una volta disprezzo il possesso e la cura delle cose umane, così permise e permette che i possessori debitamente se ne servano. A questo proposito bene si adattano quelle parole : “ non toglie il trono terreno Colui che dona il Regno eterno dei cieli ”. (Inno Crudelis Herodes) » 7.

Tuttavia, continuavo, « Pur avendo Gesù Cristo lasciato la loro autorità ai principi della terra, nondimeno ha giustamente preteso da loro l'omaggio religioso, in qualità di vassalli verso il loro feudatario, quali ministri fedeli verso Colui al quale tutto appartiene... Ma così schierati sotto l'obbedienza a Cristo Re, i principi cristiani possono tutto sperare dalla sua potenza e benignità ! Pio XI lo spiegava in termini magnifici, capaci di risvegliare ancor oggi la nostra speranza tra tanti terrificanti pericoli che minacciano l'umanità ».

Poi, affinché tutta la Chiesa, fedele a questo dogma, piena di questa speranza, se ne impregnasse e li proclamasse in faccia agli empi come la Buona Novella, l'Evangelo eterno, instituì questa festa di Cristo Re e ordinò che ogni anno, nel celebrarla, tutti “ rinnovassero la consacrazione del genere umano al Sacro Cuore di Gesù ”. Ne spiegava il motivo con questo magnifico insegnamento che potrà apparire, in anticipo, la giustificazione della nostra ACCUSA diretta contro il vostro umanesimo apostata, e la vostra CONDANNA, e contemporaneamente il programma della rinascita cattolica, alla quale abbiamo per parte nostra dedicato tutti i nostri sforzi e la nostra stessa vita :

« Se comandiamo che Cristo Re venga venerato da tutti i cattolici del mondo, con ciò Noi provvederemo alle necessità dei tempi presenti, apportando un rimedio efficacissimo a quella peste che pervade l'umana società. La peste dell'età nostra è il cosi detto “ laicismo ”, coi suoi errori e i suoi émpi incentivi. Voi sapete, venerabili fratelli, che tale empietà non maturò in un solo giorno, ma da gran tempo covava nelle viscere della società. Invero si cominciò a negare l'impero di Cristo su tutte le genti ; si negò alla Chiesa il diritto - che scaturisce dal diritto di Gesù Cristo - di ammaestrare cioè le genti, di far leggi, di governare i popoli per condurli all'eterna felicità. E a poco a poco la religione cristiana fu uguagliata con le altre religioni false, e indecorosamente abbassata al livello di queste ; quindi la si sottomise alla potestà civile e fu lasciata quasi all'arbitrio dei Principi e dei magistrati ; s'andò più innanzi ancora : vi furono quelli che pensarono di sostituire alla religione di Cristo un certo sentimento religioso naturale» 8.

Non c'è una sola di queste accuse che non colpisca con una sferzata il vostro laicismo preteso evangelico e indubbiamente conciliare ! La salvezza delle anime, il bene umano dei miseri popoli - tutte cose alle quali vi mostrate indifferente, non avendo altro per la testa se non questa chimera della regalità universale dell'Uomo - la pace e la prosperità legittime cui aspirano le nazioni, dipendono dalla vostra conversione alla Regalità universale del Sacro Cuore di Gesù e, aggiungo assieme a tutta la Chiesa, a quella del Cuore Immacolato di Maria, secondo le entusiasmanti speranze dei vostri predecessori :

« Se il Regno di Cristo come di diritto abbraccia tutti gli uomini, così di fatto veramente li abbracciasse, perché dovremmo disperare di quella pace che il Re pacifico portò in terra, quel Re, diciamo, che venne “ per riconciliare tutte le cose, che non venne per farsi servire, ma per servire gli altri ”, e, pur essendo il Signore di tutti, si fece esempio di umiltà, e questa virtù principalmente inculcò insieme con la carità e disse inoltre : “ Il mio giogo è soave e il mio peso è leggero ” (Mt. 11, 30) ? Oh ! di quale felicità potremmo godere se gli individui, le famiglie e le società si lasciassero governare da Cristo ! “ Allora veramente - per usare le parole che il nostro predecessore Leone XIII venticinque anni fa rivolgeva a tutti i vescovi dell'orbe cattolico - si potrebbero risanare tante ferite, allora ogni diritto riacquisterebbe l'antica forza, tornerebbero i beni della pace, cadrebbero dalle mani le spade e le armi, quando tutti volentieri accettassero l'impero di Cristo, gli obbedissero, ed ogni lingua proclamasse che Nostro Signore Gesù Cristo è nella gloria del Padre ” (Enciclica Annum Sacrum) » 9.

Ahimé, non siamo certo a questo punto. « Accelerare e affrettare questo ritorno coll'azione e coll'opera loro sarebbe dovere dei cattolici - si lamenta papa Pio XI - dei quali, invero, molti sembra non abbiano nella civile convivenza quel posto né quell'autorità che si addice a coloro che portano innanzi a sé la fiaccola della verità. Tale stato di cose va forse attribuito all'apatia o alla timidezza dei buoni, i quali si astengono dalla lotta o resistono fiaccamente ; dal che i nemici della Chiesa traggono maggiore temerarietà ed audacia. Ma quando i fedeli tutti comprendano che debbono militare con coraggio e sempre sotto le insegne di Cristo Re, con ardore apostolico si studieranno di ricondurre a Dio i ribelli e gli ignoranti, e si sforzeranno di mantenere inviolati i diritti di Dio stesso. »

Per intanto, « che si celebri pubblicamente, con fasto, il Cristo Re, affinché il clamore di queste feste giunga a tutti i popoli, affinché il loro trionfo compensi l'ingiurioso silenzio di così tante umane assemblee, e infine affinché la forza di queste manifestazioni convinca gli uni e costringa gli altri a riconoscere l'impero sovrano di Gesù Cristo, per la salvezza del mondo intero». La celebrazione universale di queste feste, osserva Pio XI, non è forse indispensabile «per condannare e riparare codeste pubbliche defezioni, che il laicismo generò con tanta iattura della società ? Infatti, quanto più si passa sotto vergognoso silenzio il soavissimo nome del nostro Redentore, sia nelle adunanze internazionali, sia nei parlamenti, tanto più altamente è necessario acclamarlo, annunziando da per tutto i diritti della sua regale dignità e potestà » 10.


(1) PIO XI, Enciclica Quas primas (11.12.1925), in Insegnamenti pontifici, a cura dei monaci di Solesmes, vol VI (La pace interna delle nazioni) Ed. Paoline, Roma 1959, pp. 330-331

(2) PIO XI, Enciclica Quas Primas, cit., pp. 331-332.

(3) Ibid., p, 336.

(4) Ibid., p. 337. Cfr. Lettre à mes amis, in CRC. n. 219, dicembre 1965.

(5) PIO XI, Enciclica Quas Primas, cit., pp. 337-338.

(6) Ibid., pp. 338-339.

(7) Ibid., p. 339

(8) PIO XI, Enciclica Quas Primas, cit., pp. 343-344.

(9) Ibid., pp. 342-343.

(10) Ibid., pp. 344-345.