INFINE, UN VESCOVO PARLA !

MENTRE papa Francesco si stava preparando a canonizzare Paolo VI, scoppiava lo scandalo denunciato da Mons. Viganò il 22 Agosto 2018, nella festa del Cuore Immacolato di Maria, ma che era stato annunciato da lungo tempo dall’abate de Nantes, a causa delle conseguenze prevedibili dell’eresia, dello scismo e dello scandalo delle quale nostro Padre accusava lo stesso Paolo VI :

« Alla celebrazione del Concilio e alla Vostra elevazione, scriveva l’abate de Nontes in 1973 nel suo “ Liber accusationis ”, sembra che abbia corrisposto un cedimento generale della moralità. Una parola d’ordine di lasciare il mondo andare per la sua strada. Perché? Senza dubbio Vi si conosce meglio che non pensiate. Si sa che scusate ogni irregolarità, per pietà verso l’uomo miserabile, senza dubbio, e che le Vostre denunce del peccato non arrivano mai agli atti canonici e a sanzioni contro il peccatore né contro i suoi complici.»

Oggi, papa Francesco raccoglie i frutti corrotti di questo pontificato « riformatore » e chiede « perdono » alle « vittime », ma canonizza il responsabile !

Mons. Viganò inizia la sua sconvolgente « testimonianza » con una professione di fede inequivocabile, dicendo che aveva sempre creduto e sperato che la gerarchia della Chiesa potrà trovare in se stessa le risorse spirituali e la forza di dire tutta la verità, di correggersi e di rinnovarsi. 

Allora, iniziamo col riconoscere che Paolo VI non era proprio un santo ! E cerchiamo « le risorse spirituali » là dove si trovano : nella devozione al Cuore immacolato di Maria che Dio vuole stabilire nel mondo per mezzo di suo Vicario e di tutti i vescovi in communione con lui, la richiesta al papa essendo di racommandare la devozione riparatrice dei primi sabati del mese, e di consacrare la Russia al Cuore Immacolato di Maria.

In assenza di tutto ciò, nessuna possibilità di salvezza !

UN NUOVO « LIBER ACCUSATIONIS » ?

Mons. Vigano ci diede due « testimonianze » che hanno completato la prima : in data del 29 settembre e del 19 ottobre 2018. La prima incomincia con un ringraziamento e un atto di santo abbandono alla divina Provvidenza :

« Desidero innanzitutto ringraziare e rendere gloria a Dio Padre per ogni situazione e prova che ha disposto e che vorrà disporre per me durante la mia vita. Come ogni battezzato, come sacerdote e vescovo della santa Chiesa, sposa di Cristo, sono chiamato a rendere testimonianza alla verità.

« Per il dono dello Spirito che mi sostiene con gioia nella strada che sono chiamato a percorrere, intendo farlo fino alla fine dei miei giorni. Il nostro unico Signore ha rivolto anche a me l’invito : “Seguimi!”, ed intendo seguirlo con l’aiuto della sua grazia fino alla fine dei miei giorni. »

Mons. Viganò cita allora un salmo che esprime questo proposito di perseveranza :

« Finché avrò vita, canterò al Signore, finché esisto, voglio inneggiare a Dio. A Lui sia gradito il mio canto; In Lui sarà la mia gioia. » (Sal. 103, 33-34)

Poi ricorda il contenuto della sua prima testimonianza data « unicamente per il bene della Chiesa, di quanto avvenuto nell’udienza con papa Francesco il 23 giugno 2013 » e su alcuni fatti e su i crimini comessi dal’arcivescovo di Washington e di quanti li hanno coperti :

 « Il centro della mia testimonianza è che almeno dal 23 giugno 2013 il papa ha saputo da me quanto perverso e diabolico fosse McCarrick nei suoi intenti e nel suo agire, e invece di prendere nei suoi confronti quei provvedimenti che ogni buon pastore avrebbe preso, il papa fece di McCarrick uno dei suoi principali agenti di governo della Chiesa, per gli Stati Uniti, la Curia e perfino per la Cina, come con grande sconcerto e preoccupazione per quella Chiesa martire stiamo vedendo in questi giorni. »

La sola risposta del papa è stata la sua decisione : « Io non dirò una parola ! » E paragonando il suo silenzio a quello di Gesù a Nazareth poi davanti a Pilato, essi ha indicato in Viganò, ma senza mai pronunciare il suo nome « Il grande accusatore », in greco, diabolos : « Satana », che semina scandalo e divisione nella Chiesa.

Perche non era possibile dire : « Viganò ha mentito » Francesco « ha invece posto in essere una sottile calunnia » contro di lui, « calunnia da lui stesso tanto spesso condannata persino con la gravità di un assassinio », osserva Viganò.

Dove « la sua richiesta di trasparenza e di essere costruttori di ponti »

Ma c’è di più: l’aver coperto McCarrick « non sembra essere stato certamente un errore isolato » da parte del papa. Francesco ha difeso « preti omosessuali che hanno commesso gravi abusi sessuali contro minori o adulti. » Mons. Viganò cita dei nomi, poi fa un invito speciale al suo amico il cardinale Ouellet, il quale lo ha rimproverato, in una lettera aperta, di accusare il Papa a torto, mentre, come nunzio, Viganò ha sempre lavorato in grande sintonia con Ouellet, « e ho sempre avuto grande stima e affetto nei suoi confronti. Ricorderà quando, ormai terminata la mia missione a Washington, mi ricevette la sera nel suo appartamento a Roma per una lunga conversazione. All’inizio del pontificato di papa Francesco aveva mantenuto la sua dignità, come aveva dimostrato con coraggio quando era arcivescovo di Québec. »

« Poi, invece, quando il suo lavoro come prefetto della Congregazione per i vescovi è stato virtualmente compromesso perché la presentazione per le nomine vescovili da due “amici” omosessuali del suo dicastero passava direttamente al papa, bypassando il cardinale, ha ceduto.Un suo lungo articolo su l’Osservatore romano, in cui si è schierato a favore degli aspetti più controversi dell’Amoris lætitia, ha rappresentato la sua resa

« Eminenza, prima che io partissi per Washington, lei mi parlò delle sanzioni di papa Benedetto nei confronti di McCarrick. Lei ha a sua completa disposizione i documenti più importanti che incriminano McCarrick e molti in curia che li hanno coperti. « Eminenza, le chiedo caldamente di voler rendere testimonianza alla verità!

In fine, Mons. Viganò desidera incoraggiare noi, suoi « fratelli e sorelle in Cristo » per raccomandarci « non scoraggiatevi mai ! Fate vostro l’atto di fede e di completa fiducia in Cristo Gesù, nostro Salvatore, di San Paolo nella sua seconda Lettera a Timoteo, “Scio Cui credidi ”, che ho scelto come mio motto episcopale. Questo è un tempo di penitenza, di conversione, di grazia, per preparare la Chiesa, sposa dell’Agnello, ad essere pronta e vincere con Maria la battaglia contro il drago infernale. »

Ricorda l’imaginetta di sua ordinazione episcopale, presa da un mosaico della basilica di San Marco, a Venezia. Essa riproduce il miracolo della tempesta sedata. Gesù sta dietro agli Apostoli, e in questo modo gli apostoli non lo vedono :

« La scena è quanto mai attuale per ritrarre la tremenda bufera che sta attraversando in questo momento la Chiesa, ma con una differenza sostanziale: il successore di Pietro non solo non vede il Signore a poppa che ha sicuramente il pieno controllo della barca, ma nemmeno intende svegliare il Gesù dormiente a prua.

« Cristo è forse diventato invisibile al suo vicario? È tentato forse di improvvisarsi come sostituto del nostro unico Maestro e Signore ? »

Vano tentativo ! L’arcivescovo conclude con una bella professione di fede :

« Cristo, Verità, possa essere sempre luce nel nostro cammino ! »

NOSTRA SIGNORA IN GRANDE DISPIACERE

Nella sua « terza testimonianza », dell 19 ottobre 2018, Mons. Viganò scrive : 

« Non mi sorprende che nel richiamare l’attenzione su queste piaghe, io sia accusato di slealtà verso il Santo Padre e di fomentare una ribellione aperta e scandalosa Ma la ribellione implicherebbe spingere gli altri a rovesciare il papato. Io non sto esortando a nulla del genere. Prego ogni giorno per papa Francesco più di quanto abbia mai fatto per gli altri papi. Chiedo, anzi scongiuro ardentemente, che il Santo Padre faccia fronte agli impegni che ha assunto. Accettando di essere il successore di Pietro, ha preso su di sé la missione di confermare i suoi fratelli e la responsabilità di guidare tutte le anime nella sequela di Cristo, nel combattimento spirituale, per la via della croce. Ammetta i suoi errori, si penta, dimostri di voler seguire il mandato dato a Pietro e, una volta ravvedutosi, confermi i suoi fratelli (Luca 22,32). »

Ci rimane da pregare per Mons. Viganò per che sappia risalire alla causa radicale della sodomia clericale : l’apostasia conciliare.

« Sono stato accusato di aver creato con la mia testimonianza confusione e divisione nella Chiesa. Quest’affermazione può essere credibile solo per coloro che ritengono che tale confusione e divisione fossero irrilevanti prima dell’agosto 2018 – data di squa prima testimonianza - Qualsiasi osservatore spassionato, però, avrebbe già potuto ben vedere la prolungata e significativa presenza di entrambe, cosa inevitabile quando il successore di Pietro rinuncia ad esercitare la sua missione principale, che è quella di confermare i fratelli nella fede e nella sana dottrina morale. Quando poi con messaggi contraddittori o dichiarazioni ambigue inasprisce la crisi, la confusione si aggrava. »

Questa attitudine del Papa di oggi è una conseguenza ineluttabile

della sua fedeltà al concilio Vaticano II.

Ma la sorpresa di questa terza testimonianza si trova nelle sue prime righe :

« Testimoniare la corruzione nella gerarchia della Chiesa cattolica è stata per me una decisione dolorosa, e lo è ancora. Ma sono un anziano, uno che sa che presto dovrà rendere conto al Giudice delle proprie azioni e omissioni, che teme Colui che può gettare corpo e anima nell’inferno. »

Questa parola di inferno non si trova nell’ Index degli Atti del concilio Vaticano II, ma è ben presente a Fatima, non soltanto nella bocca di Nostra Signora, ma la cosa è stata osservata da Lucia, Francesco e Jacinta il 23 du Luglio 1917 : « Voi avete visto l’inferno dove vanno le anime degli poveri peccatori.... »

Ecco il rimedio : « Quando voi recitate il rosario », ancora una parola che non si trova nel concilio Vaticano II, « dite dopo ciascuno dei misteri : O Gesù mio! Perdona le nostre colpe, preservaci dal fuoco dell’inferno, porta in Cielo tutte l’anime, specialmente le più bisognose della tua Misericordia ”»

Imponendo l’antica preghiera del Sub tuum, il Papa vieta l’attuale preghiera insegnata da Nostra Signora di Fatima.

Mons Vigano prosegue : « Ho parlato in piena consapevolezza che la mia testimonianza avrebbe provocato allarme e sgomento in molte persone eminenti: ecclesiastici, confratelli vescovi, colleghi con cui ho lavorato e pregato. Sapevo che molti si sarebbero sentiti feriti e traditi. Ho previsto che alcuni a loro volta mi avrebbero accusato e avrebbero messo in discussione le mie intenzioni. » E cio non ha mancato.

« Cosa più dolorosa di tutte, sapevo che molti fedeli innocenti sarebbero stati confusi e sconcertati dallo spettacolo di un vescovo che accusa confratelli e superiori di misfatti, peccati sessuali e di grave negligenza verso il loro dovere. Quindi ho parlato. Perché è la cospirazione del silenzio che ha causato e continua a causare enorme danno alla Chiesa, a tante anime innocenti, a giovani vocazioni sacerdotali, ai fedeli in generale

Ecco i fatti : si potrebbe farne un libro ; Un quarto Liber Accusationis ?

« Nel novembre 2000 il nunzio negli Stati Uniti l’arcivescovo Montalvo informò la Santa Sede del comportamento omosessuale del cardinale McCarrick con seminaristi e sacerdoti.

« Nel dicembre 2006 il nuovo nunzio, arcivescovo Pietro Sambi, informò la Santa Sede del comportamento omosessuale del cardinale McCarrick con un altro prete.

« Nel dicembre 2006, anch’io scrissi un Appunto al cardinale Segretario di Stato Bertone, che consegnai personalmente al Sostituto per gli Affari Generali, Arcivescovo Leonardo Sandri, chiedendo al papa di prendere misure disciplinari straordinarie contro McCarrick per prevenire futuri crimini e scandali. Questo Appunto non ebbe risposta.

« Nell’aprile 2008 una lettera aperta a Papa Benedetto da parte di Richard Sipe fu trasmessa dal Prefetto del Congregazione per la Dottrina della Fede, Cardinale Levada, al Segretario di Stato, Cardinale Bertone, che conteneva ulteriori accuse a McCarrick di andare a letto con seminaristi e sacerdoti. Mi fu consegnata un mese dopo, e nel maggio 2008 io stesso presentai un secondo Appunto all’allora Sostituto per gli Affari Generali, Arcivescovo Fernando Filoni, riferendo le accuse contro McCarrick e chiedendo sanzioni contro di lui. Anche questo secondo mio Appunto non ebbe risposta.

« Nel 2009 o nel 2010 seppi dal Cardinale Re, Prefetto della Congregazione per i Vescovi, che papa Benedetto aveva ordinato a McCarrick di cessare il ministero pubblico e iniziare una vita di preghiera e penitenza. Il nunzio Sambi comunicò gli ordini del papa a McCarrick alzando la voce tanto che fu sentita nei corridoi della nunziatura.

« Nel novembre 2011 il Cardinale Ouellet, nuovo prefetto della Congregazione per i Vescovi, riconfermò a me, nuovo nunzio negli Stati Uniti, le restrizioni disposte dal papa a McCarrick, e io stesso le comunicai a McCarrick faccia a faccia.

« Il 21 giugno 2013, verso la fine di un incontro ufficiale dei nunzi in Vaticano, papa Francesco mi rivolse parole di rimprovero e difficile interpretazione sull’episcopato americano.

« Il 23 giugno 2013, incontrai papa Francesco di persona in udienza privata nel suo appartamento per avere chiarimenti, e il papa mi chiese: “ Il cardinale McCarrick, com’è?”, parole che io posso solo interpretare come una falsa curiosità per scoprire se fossi alleato o meno di McCarrick. Gli dissi che McCarrick aveva sessualmente corrotto generazioni di preti e seminaristi, e che papa Benedetto gli aveva ordinato di dedicarsi unicamente ad una vita di preghiera e penitenza.

« McCarrick continuò invece a godere di una speciale considerazione da parte di papa Francesco, il quale anzi gli affidò nuove importanti responsabilità e missioni.

« McCarrick faceva parte di una rete di vescovi favorevoli all’omosessualità che godendo del favore di papa Francesco hanno promosso nomine episcopali per proteggersi dalla giustizia e rafforzare l’omosessualità nella gerarchia e nella Chiesa in generale.

Ecco l’accusa capitale :

« Lo stesso papa Francesco sembra o essere connivente con il diffondersi di questa corruzione o, consapevole di quello che fa, è gravemente responsabile perché non si oppone ad essa e non cerca di sradicarla.

« Ho invocato Dio come testimone della verità di queste mie affermazioni, e nessuna di esse è stata smentita. Il cardinale Ouellet ha scritto rimproverandomi per la mia temerarietà nell’aver rotto il silenzio e mosso accuse gravi contro i miei confratelli e superiori, ma in verità il suo rimprovero mi conferma nella mia decisione e, anzi, conferma le mie affermazioni, una ad una ed in toto.

« Il Card. Ouellet ammette di avermi parlato della situazione di McCarrick prima che partissi per Washington per iniziare il mio incarico di nunzio.

« Il Card. Ouellet ammette di avermi comunicato per iscritto condizioni e restrizioni imposte a McCarrick da papa Benedetto.

« Il Card. Ouellet ammette che queste restrizioni vietavano a McCarrick di viaggiare e di apparire in pubblico.

« Il Card. Ouellet ammette che la Congregazione per i Vescovi, per iscritto, prima attraverso il nunzio Sambi e poi ancora attraverso di me, ordinò a McCarrick di condurre una vita di preghiera e penitenza.

 «  Il cardinale Ouellet che cosa contesta ? »

« Il Card. Ouellet contesta la possibilità che papa Francesco abbia potuto ricordarsi importanti informazioni su McCarrick in un giorno in cui aveva incontrato decine di nunzi e avendo dato a ciascuno solo pochi attimi di conversazione. Ma non è quello che io ho testimoniato. Io ho testimoniato che, in un secondo incontro privato, ho informato il papa, rispondendo ad una sua domanda su Theodore McCarrick, allora cardinale arcivescovo emerito di Washington, figura preminente nella Chiesa degli Stati Uniti, dicendo al papa che McCarrick aveva sessualmente corrotto i suoi stessi seminaristi e sacerdoti. Nessun papa pu dimenticarsi questo.

« Il Card. Ouellet contesta l’esistenza nei suoi archivi di lettere firmate da papa Benedetto XVI o da papa Francesco riguardo alle sanzioni su McCarrick. Ma non è quello che io ho testimoniato. Io ho testimoniato che aveva nei suoi archivi documenti chiave – indipendentemente dalla provenienza – che incriminano McCarrick e relativi ai provvedimenti presi nei suoi confronti, ed altre prove del cover-up riguardo alla sua situazione. E lo confermo ancora.

« Il Card. Ouellet contesta l’esistenza negli archivi del suo predecessore, il cardinale Re, di “appunti di udienze” che imponevano a McCarrick le restrizioni citate. Ma non è quello che io ho testimoniato. Io ho testimoniato che ci sono altri documenti: per esempio, una nota del Card. Re non ex-Audientia SS.mi, oppure a firma del Segretario di Stato o del Sostituto.

« Il Card. Ouellet contesta che è falso presentare le misure prese nei confronti di McCarrick come “sanzioni” decretate da papa Benedetto e annullate da papa Francesco. Vero. Non erano tecnicamente “sanzioni”, erano provvedimenti, “condizioni e restrizioni”. Disquisire se erano sanzioni o provvedimenti o che altro è puro legalismo. Sotto il profilo pastorale è esattamente la stessa cosa.

« In breve, il cardinale Ouellet ammette le importanti affermazioni che ho fatto e faccio, e contesta le affermazioni che non faccio e non ho mai fatto.

« C’è un punto su cui devo assolutamente smentire quanto Cardinal Ouellet scrive. Il cardinale afferma che la Santa Sede era a conoscenza solo di semplici “voci”, non sufficienti per poter prendere misure disciplinari contro McCarrick. Io affermo invece che la Santa Sede era a conoscenza di una molteplicità di fatti concreti ed in possesso di comprovanti documenti, e che nonostante ciò le persone responsabili hanno preferito non intervenire o è stato loro impedito di farlo.

« I risarcimenti alle vittime degli abusi sessuali di McCarrick dell’arcidiocesi di Newark e della diocesi di Metuchen, le lettere di P. Ramsey, dei nunzi Montalvo nel 2000 e Sambi nel 2006, del Dott. Sipe nel 2008, i miei due Appunti al riguardo ai superiori della Segreteria di Stato che descrivevano nei dettagli le accuse concrete contro Mc Carrick, sono solo voci ? Sono corrispondenza ufficiale, non pettegolezzi da sacrestia. I delitti denunciati erano gravissimi, vi erano anche quelli dell’assoluzione di complici in atti turpi, con successiva celebrazione sacrilega della Messa. Questi documenti specificano l’identità dei perpetratori, quella dei loro protettori e la sequenza cronologica dei fatti. Sono custoditi negli archivi appropriati; non è necessaria alcuna indagine straordinaria per recuperarli.

Allora, l’ingiunzione dell’Angelo di Fatima, nell’autunno 1916, prende senso : « Mangiate e beve il corpo e il Sangue di Gesu Cristo orribilmente oltraggiato dagli uomini ingrati... »

« Nelle accuse fatte pubblicamente contro di me ho notato due omissioni, due silenzi drammatici. Il primo silenzio è sulle vittime. Il secondo è sulla causa principale di tante vittime, cioè sul ruolo dell’omosessualità nella corruzione del sacerdozio e della gerarchia.

« Per quanto riguarda il primo silenzio, è sconvolgente che, in mezzo a tanti scandali e indignazione, si abbia così poca considerazione per coloro che sono state vittime di predatori sessuali da parte di chi era stato ordinato ministro del Vangelo.

Non si tratta di regolare i conti o di questioni di carriere ecclesiastiche.

« Non è una questione di politica. Non è una questione di come gli storici della chiesa possano valutare questo o quel papato. Si tratta di anime! Molte anime sono state messe e sono ancora in pericolo per la loro salvezza eterna. »

Mons. Viganò parla come l’abate de Nantes : « Oso scriverlo, Santo Padre, io, che sono un miserabile peccatore tra i peccatori, provo un grande tormento per Voi, al pensiero des Giudizio di Dio, cosi vicino, inexorabile, e vi supplico : abbiate pietà di vostra anima. » (Liber accusationis I in Paulum Sextum, 1973, pag. 97)

« Per quanto riguarda il secondo silenzio, questa gravissima crisi non può essere correttamente affrontata e risolta fintanto che non chiamiamo le cose con il loro vero nome. Questa è una crisi dovuta alla piaga dell’omosessualità, in coloro che la praticano, nelle sue mozioni, nella sua resistenza ad essere corretta. Non è un’esagerazione dire che l’omosessualità è diventata una piaga nel clero e che può essere debellata solo con armi spirituali. È un’ipocrisia enorme deprecare l’abuso, dire di piangere per le vittime, e però rifiutare di denunciare la causa principale di tanti abusi sessuali: l’omosessualità.

« È un’ipocrisia rifiutarsi di ammettere che questa piaga è dovuta ad una grave crisi nella vita spirituale del clero e non ricorrere ai mezzi per porvi rimedio.

« Esistono senza dubbio nel clero violazioni sessuali anche con le donne e, anche queste creano grave danno alle anime di coloro che le praticano, alla Chiesa e alle anime di coloro che corrompono. Ma queste infedeltà al celibato sacerdotale sono solitamente limitate agli individui immediatamente coinvolti; non tendono di per sé a promuovere, a diffondere simili comportamenti, a coprire simili misfatti; mentre schiaccianti sono le prove di come la piaga dell’omosessualità sia endemica, si diffonda per contagio, con radici profonde difficili da sradicare.

« È accertato che i predatori omosessuali sfruttano il loro privilegio clericale a loro vantaggio. Ma rivendicare la crisi stessa come clericalismo è puro sofisma. È fingere che un mezzo, uno strumento, sia in realtà la causa principale. »

Ma è purtroppo cosà appoggia papa Francesco !

L’ANTICLERICALISMO DI PAPA FRANCESCO

Il cardinale Müller, prefetto emerito della Congregazione per la dottrina della fede, lo ha respinto chiaramente nella sua omelia pronunciata a Roma il 15 settembre 2018, nel corso della messa di ordinazione di Michel Sulzenbacher, della congregazione dei Servitori di Gesu e Maria, instituita in Germania e riconosciuta di diritto pontificale nel 1994. Stiammo attraversando una « crisi profonda di credibilità causata dagli uomini » , ha affermato il cardinale, una crisi che non esita a paragonare alla « lacerazione » (Spaltung) della Cristianità nel secolo sedicesimo e alla secolarizzazione della vita spirituale in seguito all’illuminismo della Rivoluzione francese....

« Non il clericalismo, qualunque cosa esso sia, ma l’allontanamento dalla verità e la licenza morale sono le radici del male. » Infatto, « la corruzione della dottrina si porta sempre dietro la corruzione morale e si manifesta in essa. [...] Il grave peccato, senza rimorso, contro la santità della Chiesa è l’esito della relativizzazione del fondamento dogmatico della Chiesa. » 

Il cardinale Müller continua : « Questa è la vera ragione dello sconcerto e della delusione di milioni di fedeli cattolici », cecondo la quale “ ci-cambiano la religione ”.

Citando Padre Hubert Jedin (1900-1980), storico delle religione, rileva nella sua opera Il concilio dI Trenta quest’osservazione : « La parola riforma nascondeva l’eresia e lo scismo che ne risulta. » (Vol. I, pag.151 dell’edizione originale in tedesco)

Poi Müller continua : « Tutto comme allora si parla anche di riforma », una « formula di propaganda », ampiamente ripresa attraverso i media « riforma della Curia, e riforma della Chiesa nel suo insieme [....]. La vera riforma non è la secolarizzazione della Chiesa », che Paolo VI ha stabilita transformando l’Unica e Santa Chiesa cattolica e romana nel Movimento di animazione spirituale della democrazia universale : masdu, « ma la santificazione dell’uomo da Dio ».

Parlando, indirettamente, dei cambiamenti pastorali voluti da papa Francesco, il cardinale Müller stima che « è falsa dottrina ritenere che si possa sì lasciar esistere la dottrina, ma per i deboli però si dovrebbe inventare una nuova pastorale che ridurrebbe le esigenze della verità della Parola di Dio e della morale cristiana ».

Per il cardinale, si tratta di una « nuova eresia cristologica » la quale consiste nel « opporre l’uno all’altro, il Gesu “ Maestro della verita divina” e il Gesu “ Buon Pastore ” ».

URGENTE CONTRORIFORMA

Ritorniamo a Mons. Vigano : « La denuncia della corruzione omosessuale, e della viltà morale che le permette di crescere, non incontra consensi e solidarietà ai nostri giorni, purtroppo nemmeno nelle più alte sfere della Chiesa. Non mi sorprende che nel richiamare l’attenzione su queste piaghe, io sia accusato di slealtà verso il Santo Padre e di fomentare una ribellione aperta e scandalosa Ma la ribellione implicherebbe spingere gli altri a rovesciare il papato. Io non sto esortando a nulla del genere. Prego ogni giorno per papa Francesco più di quanto abbia mai fatto per gli altri papi. Chiedo, anzi scongiuro ardentemente, che il Santo Padre faccia fronte agli impegni che ha assunto. Accettando di essere il successore di Pietro, ha preso su di sé la missione di confermare i suoi fratelli e la responsabilità di guidare tutte le anime nella sequela di Cristo, nel combattimento spirituale, per la via della croce. Ammetta i suoi errori, si penta, dimostri di voler seguire il mandato dato a Pietro e, una volta ravvedutosi, confermi i suoi fratelli (Luca 22,32).

« Concludendo, desidero ripetere il mio appello ai miei confratelli vescovi e sacerdoti che sanno che le mie affermazioni sono vere e che sono in condizione di poterlo testimoniare, o che hanno accesso ai documenti che possono risolvere questa situazione al di là di ogni dubbio. Anche voi siete di fronte ad una scelta. Potete scegliere di ritirarvi dalla battaglia, continuare nella cospirazione del silenzio e distogliere lo sguardo dall’avanzare della corruzione. Potete inventare scuse, compromessi e giustificazioni che rimandano il giorno della resa dei conti. Potete consolarvi con la doppiezza e l’illusione che sarà più facile dire la verità domani e poi ancora il giorno dopo.

« Oppure, potete scegliere di parlare. Fidatevi di Colui che ci ha detto, “la verità vi renderà liberi”. Non dico che sarà facile decidere tra il silenzio e il parlare. Vi esorto a considerare quale scelta sul letto di morte e davanti al giusto Giudice non avrete a pentirvi di aver preso.

« + Carlo Maria Viganò

Arcivescovo tit. di Ulpiana Nunzio Apostolico

19 Ottobre 2018,

Memoria dei Martiri dell’America Settentrionale »

A tutti questi che sono sconvolti da queste revelazioni spaventose, dobbiamo ricordare le parole del Bambino Gesu rivolte a Lucia in presenza di Sua divina Madre in Pontevedra : « Abbi compassionedel Cuore della tua santa Madre, coperto di spine ficcate continuamente da uomini ingrati, senza che nessuno faccia atti di riparazione per toglierle. »

Queste parole ci inducono a pensare alle sofferenze che questi crimini commessi nel Santuario fanno subire al Cuore Immacolato di Maria. Vanno al di là della nostra tristezza, del nostro timore o di nostra ripugnanza.

Il primo risultato di questo mistero d’iniquità è di dare a noi la capacità di capire, di sperimentare, nonostante la nostra mediocrità, che il primo rimedio a questi orrori è di desiderare consolare la Santissima Vergine Maria nel minuscolo nostro regno del cuore col poco che possiamo.

Per fare in modo che avenga quello che ci annunziava nostro venerato Padre :

« Per il fervore di un’esigua minoranza, il Cuore di Gesu, il Cuore Immacolato di Maria si lasceranno toccare.

« Ma occorerrà prima e dapertutto una fatica di Dio, una compassione dell’Immacolata Concezione, una grazia dello Spirito Santo d’amore creatore, alla preghiere del Cuore Immacolato di Maria, santa Colomba della pace.

« Dunque, alla domanda : Infine, Dio avrà misericordia di chi ”? la vera risposta è quella : “ A causa dell’Immacolata Concezione e, a causa di Essa, Egli salverà il mondo. ”

« Come ? Da buon cattolico, lo salverà mediante il Papa, suo Vicario, suo figlio.. » (CRC n°160, dicembre 1990, pag. 17)

Adesso, cosa sta facendo quest-ultimo ? Si prostituisce.

L’ADULTERIO

« La tua fama si diffuse fra le genti per la tua bellezza, che era perfetta, per la gloria che io avevo posta in te, parola del Signore Dio.

« Tu però, infatuata per la tua bellezza e approfittando della tua fama, ti sei prostituita concedendo i tuoi favori ad ogni passante. » (Ez 16, 14-15)

L’accordo concluso fra il Vaticano e il governo chinese serve a fare l’unione fra la Chiesa detta “patriottica”, ufficiale, controllata dal governo ateo e persecutore, e la Chiesa che, per rimanere cattolica fedele, si deve fare clandestina o “ sotterranea ” Anche se perseguitata, quest’ultima rimane potente.

Il Papa ha rivocato la scomunica che colpiva sette vescovi della Chiesa patriottica, dei quali due convivono.

Che ne sarà dei vescovi della Chiesa clandestina ? Uno fra loro è sparito meno di quindici giorni dopo la firma dell’accordo concluso fra il Vaticano e Pechino, Mons. Shao Zhumin, vescovo di WenZhou.

E frequente in Cina che i vescovi fedeli a Roma, soggiornino in carcere da dieci a quindici giorni. Mons. Shumin ne è una vittima ricorrente

Arresti arbitrari, che avrebbe già subiti cinque volte negli ultimi due anni, ma i cattolici cinesi speravano che questi atti di intimidazione cesserebbero con la firma dell’accordo.

Secondo Asianews, quatro sacerdoti della provincia di Hebei (che conta più di un millione di fedeli cattolici), noti per il loro impegno verso i bisognosi, sono detenuti da più di un mese, e subiscono pressioni psicologiche per convicerli a raggiungere la Chiesa “ patriottica ”, e ssendo sottomessi a dei lavaggi del cervello e a delle concelebrazioni costrette con i vescovi ufficiali, con l’obiettivo di comprometterli fra i fedeli.

E l’agenzia Asianews constata che le distruzioni di chiese dal potere cinese si sono accelerate dopo la firma dell’accordo. Ansi due santuari della santa Vergine sono stati distrutti nelle zone di Shanxi e dello Guizou.

Tutto questo era previdibile, e fu previsto dal cardinale Zen il quale, oggi non esita a accusare il cardinale Parolin : « Parolin conosce la realtà della situazione dei cattolici cinesi, ma non dice tutta la verità al Papa. Lui non ha fede! Persegue solo un obiettivo politico. Vuole un accordo diplomatico con la Cina. E il governo cinese è interessato ad un accordo diplomatico con la Santa Sede per il suo prestigio internazionale. Chiede che il Vaticano interrompa le relazioni diplomatiche con Taiwan e riconosca la Repubblica popolare cinese ».

  fra Bruno di Gesu-Maria