Parte terza

PREPARARE IL VATICANO III

del Padre Georges de Nantes

MIEI cari amici,

è cominciato il riflusso. L’ondata d’alta marea che, dieci anni or sono si è abbattuta sulla Chiesa, veniva da molto lontano e la sua forza distruttiva era, senza dubbio, prodigiosa. Si è stupiti del mutamento avvenuto nella Chiesa romana, in dieci anni appena. Ma questo si preparava da cinquantanni... Dal mio modesto posto di osservazione, l’avevo veduta venire. Abbiamo avuto il tempo di conoscere quel modernismo e quel progressismo durante i venti anni del pontificato di Pio XII, quando già battevano contro le dighe della Chiesa e minacciavano di dilagare, se un giorno quelle si fossero rotte. Ma calcolando, in anticipo, il disastro, pensavo che l’ondata si sarebbe, in ogni caso, infranta contro alcuni ostacoli che non avrebbe potuto né aggirare, né rovesciare: la Santa Messa, il Catechismo, l’infallibilità del Papa. Insomma, la Chiesa si sarebbe salvata, sorretta saldamente dalle due salde colonne: il Concilio di Trento e il Concilio Vaticano primo.

Questi ostacoli stessi apparivano ieri ancora, sommersi e quasi travolti dall’ondata. È bello credere nella Chiesa e sperare nel ritorno trionfante dell’aurora durante gli spaventevoli momenti della tempesta e della notte. Fin da oggi vi dico: abbiamo avuto ragione di sperare. Il frangente rallenta la corsa, la sua forza si estenua. Al Sinodo di Roma, per mezzo dei loro rappresentanti qualificati, la Chiesa Povera, la Chiesa perseguitata, la Chiesa missionaria, per un momento stupefatte davanti all’insolenza delle Chiese contestatarie di Europa e del Canadà, in una parola davanti alle chiese libere, ricche, stimate, si rialzano. Non abbiamo inteso, nelle discussioni sul Sacerdozio evangelico e sul celibato consacrato, le loro proteste contro i nostri abbandoni? E, novità inaudita, la radio e i giornali ci parlano dei nostri Episcopati occidentali come della « minoranza operante ». Lasciamo andare l’aggettivo lusinghiero, riteniamo soltanto l’ammissione’, sono una minoranza! Al Concilio, dal primo momento sino a ieri, la minoranza era l’opposizione tradizionalista. All’epoca del Sinodo del ‘69, il progressismo fu timidamente contraddetto dagli Africani, dagli Asiatici e dai Vescovi venuti dai paesi del freddo... Ora, il rapporto di forza si è invertito, comincia il riflusso: i mestatori si riconoscono in minoranza.

Avevamo ragione, contro i disperati, di credere non in noi stessi, poveri uomini senza autorità né prestigio, ma nella Chiesa, nella fede indistruttibile della Chiesa gerarchica. Essendo stati fra quelli che denunciarono con maggior vigore il cancro della eresia modernista, le sue aderenze e tutte le sue metastasi, non ci siamo stancati di ripetere che il cancro non era tutta la Chiesa e che la malata non doveva essere confusa con la malattia. Eravamo sicuri che sarebbe venuto il giorno, e noi lo avremmo visto, in cui la Chiesa avrebbe superato il suo languore, fi si sarebbe liberata del suo male. Il cancro modernista non sattebbe stato che un incidente, mentre la Chiesa avrebbe continuato il suo pellegrinaggio verso l’eternità, fedele al suo Fondatore, Gesù Cristo.

L’impostura non permane dove regna lo Spirito Santo di Dio, mandato dal Cristo. L’equivoco, così esattamente descritto e stigmatizzato dal nostro fratello Bruno Bonnet-Eymard, eretto dal Vaticano II a principio ecumenico e pastorale, non è sorretto da quello Spirito Santo che è Spirito di verità. Uditelo dire ai suoi fedeli di tutti i tempi: che il vostro sì sia sì, no, se è no. Era saggezza pensare che nella Chiesa gerarchica sarebbero rimaste abbastanza anime leali, che passato il momento di stupore gli equivoci si sarebbero un giorno dissolti. E così, il ricatto che pesa su tutta la comunità dei fedeli, ricatto della Riforma, ricatto dell’ecumenismo, ricatto della fedeltà dovuta al Concilio. Il ricatto non è nelle abitudini dello Spirito Santo. Era bene, durante l’oppressione, prevedere il riflusso. Per parte mia, conosco troppi vescovi e troppi preti, i quali, per solidarietà postconciliare, collegiale, esercitano ancor oggi quest’abietta pressione sui loro fedeli, ma controvoglia, ma vergognosi e furiosi contro sé stessi, per non saperne indovinare la fine prossima.

In una parola, lo Spirito Santo, Spirito di Verità, di Libertà, di Carità si riversa a torrenti nella Chiesa dalla sua Testa romana sino alle estremità del grande Corpo, infondendovi una vitalità sufficiente a salvarlo dalla Menzogna, da ogni disordine, da ogni ingiustizia. La Chiesa infallibile e santa, nonostante i suoi membri peccatori, lotta per istinto contro il cancro e lentamente, irresistibilmente lo isola per espellerlo dal suo organismo. Noi, con tutto l’ardore della nostra appartenenza cattolica vogliamo portare il nostro contributo.

Il nostro scopo, oggi, è la restaurazione, la rinascita della Chiesa nella riconciliazione di tutti i sinceri fedeli di Cristo. E come fondamento di questo accordo, di questo rinnovamento, proponiamo l’antica sentenza della Chiesa: In necessariis unitas, in dubiis libertas, in omnibus caritas che mi permetterete di tradurre: UNITA’ NELLA FEDE, LIBERTA’ PER IL BENE, E SEMPRE CARITA’! Che la riforma del Vaticano II abbia apportato la divisione nella fede, è incontestabile. Respingerla, riporterà fra noi l’unione. Che siasi imposta con la forza, ne abbiamo fatto l’esperienza. La prova è che non è mai stata veramente adottata dalla Chiesa. Sospenderla renderà a tutti la libertà del cristiano. Allora, rifiorirà, mistica e conquistatrice, la carità che è indissociabilmente Amore di Dio e del prossimo là, dove il culto dell’uomo, astratto e grandiloquente a un tempo, ha congedato il tenero e consolante culto di Dio dalle nostre chiese, e l’ammirabile devozione dei cristiani ai loro fratelli umani, cominciando dai più diseredati e dai più infelici.

Non perdo di vista lo scopo del mio discorso: dimostrarvi ohe l’opera di restaurazione della Chiesa e di riconciliazione fraterna dei cattolici sarà compiuta da un altro concilio ecumenico, che già chiamiamo, per ipotesi di lavoro, VATICANO III.

È evidente, del resto: quanto fu fatto da un papa può essere disfatto dal medesimo papa o da un altro. E quello che è stato fatto da un concilio preteso « pastorale », non avendo nulla d’irriformabile, può senza dubbio essère disfatto o riformato dal Papa solo, o meglio, da un’ altro concilio, dogmatico, questo, che decida in maniera irriformabile e infallibile, per uscirne definitivamente!

L’idea del Vaticano III, l’avevo lanciata non a caso, ma in virtù della logica millenaria della Chiesa, fino dal 1964. Altri l’hanno ripresa, con iattànza, come il Cardinale Suenens, come il Padre Congar, essendo quasi l’annunzio della loro vittoria definitiva, e il compimento delle precarie conquiste del loro Vaticano II. La Controriforma Cattolica accetta la sfida. Vogliono un Vaticano III e definitivo? Bene che l’abbiano, vi saranno polverizzati. Non da noi. « Non nobis, Domine, non nobis, sed Nomini tuo gloriam ». La gloria andrà alla potenza di Dio che opera nella sua Chiesa, con noi, o senza noi, poco importa. Ma sarà il più bello dei miracoli, che Dio salvi la sua Chiesa per mezzo della sua stessa Chiesa.

È certo, che lo Spirito del Vaticano III è già tra noi, ecumenico, vale a dire, operante in tutto e in tutti, nella Chiesa. Dico « già » mentre dovrei dire sempre e da sempre, infatti lo Spirito Santo stesso dalla Pentecoste, la prima, l’unica Pentecoste della Chiesa, è uno spirito di controriforma, Spirito di riconciliazione e di Restaurazione secolare. Il riflusso dell’errore ci annuncia la fine del diluvio. E la nostra Controriforma Cattolica è la colomba messaggera di pace che annuncia il ritorno dell’Alleanza di Dio con gli uomini, oggetto della sua misericordia, per intercessione della Vergine Maria.

1 - IL VANGELO E LA CHIESA

Il prossimo Concilio, sarà in primo luogo un’affermazione della Chiesa, perché la Chiesa è stata vituperata, infamata, svergognata dagli stessi uomini di Chiesa durante questi dieci anni di Riforma. Affermazione della Chiesa come Sposa di Cristo, Sposa fedele, saggia, compagna che riflette in sé, ai nostri occhi abbagliati, lo splendore del viso divino e umano di Gesù Cristo. Sì, affermazione della Chiesa, come portatrice del Vangelo, poiché gli impostori moderni hanno preso, come parola d’ordine, la parola profanata del Vangelo, accusando la Chiesa di averlo tradito, falsificato, corrotto.

Lo sentiamo ancora risonare nelle orecchie ripetuto da mille bocche: « IL VANGELO SI’! LA CHIESA NO! ». Per la prima volta l’ho letto nei quaderni dell’insensato movimento che, negli anni, fra il ‘45 e il ‘50 si chiamava « Gioventù della Chiesa ». In mille modi, era sempre la medesima rivolta contro la Chiesa, sotto lo stesso pretesto di ritrovare lontano da lei il Vangelo, te a questa prima impostura, il Concilio ne ha aggiunto una seconda: avendo ritrovato il puro Vangelo lontano dalla Chiesa e contro di Lei, i nostri Pastori hanno formulato il progetto di riformare la Chiesa per renderla conforme alla loro ritrovata idea del Vangelo!

Questo illuminismo e questa sarabanda di illuminati contro l’Istituzione cattolica è tutto Lutero e luteranesimo. Lutero torna, Lutero è superato!

LUTERO TORNA

Il Vangelo autentico del Cristo infiamma i cuori nel desiderio di convertirsi e progredire nella Via, sul cammino della perfezione. Di secolo in secolo la Chiesa ha insegnato agli uomini la esigenza di questa conversione. Formava in loro l’immagine del Cristo. Tale era la sua santità educatrice. Così ciascuno si convertiva e docilmente si lasciava riformare dalla Chiesa, per dolorosa che fosse l’operazione, al fine di ottenere la Vita eterna.

Ma in ogni tempo, si sono levati uomini poco curanti di emendarsi, nuovi farisei, invasi dal desidèrio di riformare gli altri, anziché sé stessi. Quando questi turbolenti mirano di là dalla correzione degli altri uomini, per darsi la missione di riformatori della Chiesa stessa, allora meritano il titolo di eretici e di scismatici. Lacerano la veste inconsutile.

È legge costante che questi uomini si cerchino una garanzia, una autorità ohe possa innalzarli più in alto della Chiesa contro la Chiesa. Di tali autorità non esiste che una, quella del Cristo e del suo Vangelo. Per questo l’appello al Cristo contro la Chiesa risuona di secolo in secolo sulle labbra di tutti i riformatori orgogliosi. Si pretendono « Evangelici » come se la Chiesa da lungo tempo non lo fosse più! Si appellano alla Scrittura la cui forma consolidata rende in apparenza meno deformabile e che pare più vicina al Cristo, ma la cui antichità espone di più alle interpretazioni fraudolente e ai rimaneggiamenti, contro la Tradizione che è più vicina a noi, viene sino a noi e non si lascia né deformare né rivendicare da nessuna particolare setta contro la universalità cattolica.

Così Lutero, incapace di riformare sé stesso e caduto schiavo della sua cupidigia carnale, si libera delle sue angosce spirituali brandendo il Vangelo contro la Chiesa. Questo spirito d’orgoglio e questa emancipazione delle cupidigie carnali sollevò una tale tempesta nell’Europa cristiana che il suo scisma non si è ancora estinto, tutt’altro, dato che è proprio all’origine della nostra presente sventura. Il primo passo è stato fatto dal protestantesimo.

LUTERO SUPERATO

I Modernisti del principio del secolo, che san Pio X vittoriosamente refutò, erigevano in principio scientifico questa contraddizione della Chiesa col Vangelo. Condannati, condussero una sorda guerra al Papato sino all’ultimo respiro di Pio XII. Allora, cominciò il loro regno alla luce del sole. Fu il segno dello scatenamento di Satana...

Chi contesterà che il Concilio Vaticano II siasi dichiarato Concilio evangelico quanto riformatore? Riformatore della Chiesa, dei suoi dogmi, della sua morale, della sua disciplina, e pochissimo, di fatto, nemmeno a parole, riformatore dei vizi, degli errori, dei disordini degli uomini di chiesa. Riformatore della Chiesa, per tornare alle fonti Evangeliche, esso pure, come Lutero! Riformatore della Chiesa in nome della Bibbia. Riformatore della Chiesa per la ritrovata fedeltà a Cristo! V’è nulla di più insensato, di più sacrilego? E per questo si invocava una Nuova Pentecoste, si parlava di Paolo II, « Paolo fuori le mura », e di Gerusalemme II, come se per fedeltà alla parola di Dio fosse necessario reinventare, ripartire da zero e costruire di nuovo la Chiesa!

Vaticano II ha, prima di tutto, liberato questa « generazione perversa e incredula » dalla rigorosa sottomissione al dogma, alla morale, all’autorità delle istituzioni ecclesiastiche sotto il pretesto del puro Vangelo, di là dalle « stratificazioni » e « dalla sclerosi » dei contesti « socio-oulturali » trapassati.

Poi, questo Concilio ha incaricato gli studiosi, gli esegeti e gli storici, di ritrovare il senso primo e letterale dei testi sacri, lo spirito autentico della Chiesa primitiva, sempre al di sopra e contro la tradizione ininterrotta. Le teorie degli studiosi dovevano primeggiare sulla testimonianza e l’interpretazione anche infallibile del Magistero!

Infine, questa « Parola di Dio » era lasciata ad ogni prete o laico qualificato « profeta » con la missione di ritrascriverla, di transporla in un linguaggio adatto alla forma « socio-culturale » del nostro mondo moderno. Illuminismo giustificato dall’incredibile discorso sulla evoluzione dei linguaggi e delle culture. Praticamente, ognuno si è messo a tradurre, o più esattamente, a tradire, la Parola di Dio nelle parole umane. « La parola del Vangelo » adesso significa soltanto la pretesa di colui che la brandisce, a imporre i suoi oracoli come Parola di Dio.

« Ogni protestante fu Papa con una Bibbia in mano » scherniva Boileau. Il protestantesimo conciliare fa di più. Lascia cadere la Bibbia. Perché mai questo libro, quando lo Spirito ispira a ognuno la Tradizione di domani? E perché la Chiesa, dal momento che ogni uomo è profeta per illuminazione interiore? Tutti ormai sono chiamati a leggere nel loro giornale i « segni dei tempi », per proclamare un messaggio! Quando si arriverà a studiare, senza pregiudizi questa epoca insensata, si dovrà convenire che il fondamenta dell’Evangelismo Conciliare è l’ILLUMINISMO, veleno della Costituzione sulla Rivelazione. N’è risultato un DEMOCRATISMO collegiale, poi, collettivista o comunitario, veleno della Costituzione sulla Chiesa popolo di dèi. Per metter capo a un UMANISMO UNIVERSALISTA, negatore di ogni rivelazione e di ogni culto particolare, veleno della Dichiarazione sulla Libertà religiosa e della Costituzione sulla Chiesa nel Mondo di questo tempo.

LA CONTRORIFORMA DEL VATICANO III

In luogo di questo vuoto teologico, causa della leucemia di cui muore la Chiesa, poiché le personali illuminazioni dei nostri contemporanei mandano un suono falso, il nostro meraviglioso Terzo Concilio Vaticano comincerà col dichiararsi solidale con tutti i Concili e con tutti i Papi che, nel passato, diedero un insegnamento chiaro e irrefragabile. E guai a colui, papa, vescovo o prete che pronunciasse alla leggera questo giuramento. Identificatosi così con questo magistero invisibile, il Concilio lo dichiarerà solidale con la Tradizione, che rimane essa medesima, solidale con la Sacra scrittura, in maniera che sia da allora vietato appellarsi all’una contro l’altra. E tutto sarà così restaurato secondo il principio: « Chi vede me », dirà questa Chiesa, « vede il Cristo e chi vede il Figlio, vede il Padre! ». Appena affermata, questa identità, riformerà l’unità dèi vivi coi morti, della generazione presente con tutte le generazioni anteriori, sino a Cristo, sino a Dio! I cristiani vi troveranno il fondamento della loro riconciliazione e la botta di parata contro ogni riforma.

Questo sarà l’argomento di una PRIMA SESSIONE, in SEI CAPITOLI che fin da ora saranno studiati ed elaborati dai nostri Circoli di Controriforma Cattolica, mese per mese, durante quest’anno.

Capitolo. I - Le fonti della Fede (novembre 1971) Questa Costituzione dogmatica sarà la risposta cattolica alla Costituzione adulterata del Vaticano II, DEI VERBUM. Il Concilio proclamerà che la luce migliore per la Scrittura si trova nella Tradiizone e che le sole interpretazioni infallibili dell’una come dell’altra si trovano nella somma di tutte le definizioni del Magistero della Chiesa. Avremo finito di udire mille eresie in pulpito, di sopportare liturgie aberranti, e di abbandonare l’anima dei nostri bambini alle catechesi conciliari. Allora l’insegnamento del Magistero, la Tradizione e la Scrittura si troveranno saldate quasi dalla mano di Dio per fondare la nostra fede sulla roccia.

Capitolo. II - La Chieda Corpo Mistico di Cristo (dicembre 1971) Respinto il veleno della Costituzione LUMEN GENTIUM e della sua idea della Chiesa popolo di dèi, il Santo Concilio ristabilirà sulla sua base la perfettamente armoniosa piramide d’istituzione divina, dove ogni verità, ogni grazia, ogni direttiva discendono dalla sommità, dal Capo che è il Cristo, operante per il suo Vicario, il Sommo Pontefice, e il Corpo Episcopale unito a lui, in cui ciascuno è personalmente il Capo di una Chiesa locale. Così, di gradino in gradino discende la vita divina sino al popolo fedele. Questa definizione della Gerarchia, non nuova, ma costante, metterà fine all’anarchia « evangelica » che al presente disorienta le moltitudini, scatena le ambizioni dei mestatori e paralizza i pastori spodestati dei loro poderi. Con l’Autorità restaurata, l’ordine e la verità rinasceranno, e ovunque scaturirà, magnifica, la santità.

Capitolo III - La Santa Liturgia (gennaio ‘72) Questa Costituzione dogmatica restaurerà la dignità sacra del culto cattolico di rito latino, per il quale la Costituzione SACROSANCTUM CONCILIUM aveva sonato a morto. Finite le gospel-nights e le altre celebrazioni del culto che l’uomo rende a sé stesso. Finiti gli oracoli degli pseudo-profeti. Il culto di Dio ritroverà la sua bella ordinanza secolare, sicura nella sua ortodossia, ieratica nei movimenti, santa e umana a un tempo, santificante ma consolatrice e orante a un tempo. Di nuovo la liturgia sarà sorgente della fede e della gioia suprema del popolo cristiano. Sarà la comunione di tutti nella verità professata e nel culto perfetto reso a Dio da Nostro Signore Gesù Cristo.

Capitolo IV - Il sacerdozio cattolico (febbraio ‘72) Questa costituzione dovrà annullare il Decreto PRESBYTERORUM ORDINIS, il cui latente luteranesimo è responsabile della spaventevole crisi postconciliare. Il prete divenuto ministro della Parola non è più altro che un pastore protestante, il suo statuto clericale non ha più ragione d’essere. Il Vaticano III proclamerà il Prete, Uomo di Dio, ministro del Culto eucaristico, « separato dal popolo », e mediatore di lui presso Dio. Lo stato sacerdotale sarà restaurato nella sua più alta perfezione. Vi si proclamerà il celibato come la sua gemma più bella. Questo atto di fede del Concilio, sicuramente meritorio, basterà a risollevare il coraggio dei preti e a suscitare una mèsse di vocazioni.

Capitolo V - Il popolo fedele (marzo ‘72) Anche su questo punto il Concilio dovrà contraddire il Decreto APOSTOLICAM ACTUOSITATEM, il cui veleno nascosto suscitò una vita pagana tra i fedeli, e per rimbalzo in quella dei preti, tutti distolti dalle opere della religione per darsi alla « costruzione del mondo » e alla sua « consacrazione », come a quella di una torre di Babele. La Costituzione conciliare ricorderà ai fedeli i loro obblighi religiosi e morali, proporrà loro come ideale la ricerca « del Regno di Dio e della sua giustizia », e poi, « d’instaurare tutto in Cristo » per il ristabilimento della città cattolica, la Cristianità.

Capitolo VI - Le Missioni (aprile ‘72) Contraddire, ahimè, contraddire sempre il Vaticano II. Il decreto AD GENTES DIVINITUS, supremamente equivoco, spogliava la Missione del suo carattere proprio, per estenderlo in un senso vago e generico d’evangelizzazione. La sola cosa importante, convertire i popoli e battezzarli secondo l’ordine del Signore, v’era cancellata. Ne risultò uno scandaloso relativismo che, di colpo, inaridì le vocazioni, e distolse i missionari dal loro apostolato. Il Vaticano III chiamerà i suoi figli più coraggiosi ad arruolarsi nella milizia eroica dei missionari mandati fra gli infedeli per farne, a prezzo anche del loro sangue, dei cristiani. Questo è il servizio che la Chiesa deve al mondo.

In tutto, Dio ritroverà la Sua sovranità che il culto dell’Uomo del Vaticano II aveva leso. La fedeltà così ritrovata riporterà sulla Chiesa le benedizioni di Dio. Del resto, la sola riaffermazione della sua identità con un intero passato prestigioso ridarà un’intensa vitalità a tutto il Corpo mistico di Cristo; i suoi pensieri, i suoi sforzi si troveranno come fortificati e sospinti avanti dall’impulso dei secoli. La Chiesa intera ritroverà la sua gioia al servizio di Dio, il Regno di Cristo procurerà alle nazioni la pace del Cristo e gli uomini si distoglieranno dalla Rivoluzione... Infatti, il Vangelo della Riforma è divenuto, nel Concilio anche il Vangelo della Rivoluzione. I riformisti moderati, fedeli alla lettera del Vaticano II, sono partigiani del PROGRESSO DEI POPOLI attraverso la forza liberatrice del Vangelo, la rivoluzione dell’Amore, la non-violenza. I riformisti violenti, nello spirito del medesimo Concilio, eccitano la RIVOLTA DEI POVERI e giustificano la violenza e i violenti, invocando il Vangelo: « II Regno di Dio soffre la violenza e i violenti se ne impadroniscono ». In conclusione, coi suoi moderati e coi suoi estremisti, la Chiesa cattolica è divenuta la più grande forza rivoluzionaria di questi tempi, più grande anche del comunismo internazionale che non avrebbe potere nessuno coi suoi grossi battaglioni e il suo universo di campi di concentramento, contro l’Occidente, senza la collaborazione e la complicità dei cristiani progressisti.

Nulla in ciò che debba stupire. Quando si levano profeti, che, col Vangelo alla mano, fanno il processo alla Chiesa, e le ingiungono di conformarsi alle loro fantasie, si può bene immaginare che presto facciano lo stesso processo alla società intera. La Rivoluzione Francese del 1789 non è che il contraccolpo politico della Riforma luterana del 1517. Questo, tutti gli storici lo sanno. La mania del progresso si introduce da per tutto, l’ossessione della perfezione immediata si erige sia contro l’ordine politico, sia Contro la Chiesa. E sempre si ritrova la Bibbia, all’origine della chimera di un mondo nuovo, come di una nuova Chiesa. In un caso come nell’altro, si tratta di una rivolta contro la società umana in nome di qualcosa di più alto: Cristo liberatore, il Vangelo della Libertà, il Regno a venire, l’Umanità fraterna. Attribuendosi fonti ispirate, la Rivoluzione si fa prometea. Non ci vuole nulla a rovesciare la Chiesa e tutti gli Stati del mondo in nome del Vangelo, per cambiare la faccia della terra!

LAMENNAIS DI RITORNO

Chi potrebbe negare che la politica, intendo la politica rivoluzionaria, sia entrata nella Chiesa per la porta grande del Concilio? Fin dall’inizio dei lavori, col loro « Messaggio al Mondo », sino alla loro opera ultima, la famosa Costituzione Pastorale sulla « Chiesa nel mondo d’oggi » i Padri conciliari hanno manifestato un interesse troppo vivo per il mondo, per gli uomini, per la loro felicità terrestre, per la giustizia sociale e la pace mondiale. Si sono accorti che uscivano dal campo loro proprio e trasferivano, con la immaginazione, il Regno dei Cieli del loro Vangelo cattolico, nel mondo presente e più precisamente in quel campo chiuso in cui si affrontano gli interessi e i poteri temporali, la politica?

È Lamennais che ritorna, nel Concilio ecumenico! Il Vaticano II passava progressivamente dalla riforma interna della Chiesa, alla riforma esterna del mondo. Di fatto abbatteva le frontiere del temporale e dello spirituale, del morale e del politico, della natura e della grazia. Profetizzava l’Avvenire assoluto, senza sapere se sarebbe stato miracolo di Dio, oppure, opera umana, e se questo paradiso era da cercarsi di là o di qua dalla morte !

Poiché credevano in un Vangelo nuovo, mai vissuto ancora nel corso di diciannove secoli di cristianesimo, i Padri conciliari desideravano dare al genere umano i piani di un Mondo nuovo e perfetto, in cui l’amore coniugale non conoscerebbe prove, nella vita economica non vi sarebbero né ingiustizie, né inegualità, né crisi, né oppressioni, né violenza, la vita politica accederebbe alla perfezione della democrazia integrale e della pace universale. Lo slogan della nuova ambizione clericale era: IL VANGELO È POLITICO. Rendere gli uomini felici sulla terra con un nuovo Vangelo, tale il suo nuovo ministero.

LAMENNAIS CANONIZZATO !

Quando i chierici si disgustano del Regno spirituale, quando la Chiesa s’immischia nel ricondurre gli uomini al paradiso terrestre, quando la mistica degenera in politica, quando Lamennais è canonizzato profeta e dottore della Chiesa, bisogna temere i peggiori disordini: apostasie, eresie, scismi, scandali nella Chiesa; ma anche guerre, rivoluzioni, odi inespiabili e violenze in tutto l’ordine umano. L’assoluto divino fa irruzione nel dominio eminentemente relativo delle faccende umane. Vi rompe tutto!

Il Vangelo rivoluzionario, è la volontà di rendere soprannaturale ciò che è naturale, di metterlo al posto di Dio! L’amore coniugale trasfigurato in beatitudine mistica guida all’idolatria e finisce nelle più atroci delusioni. L’idolo della Giustizia rende inespiabili le lotte sociali, gli scioperi divengono feroci, le contestazioni scelgono la violenza senza limiti. Le dottrine politiche, divenute parole di Vangelo si mutano in mistiche sovrumane, culto della Razza, dello Stato, della Classe e partoriscono i totalitarismi più inumani. Ma i preti rivoluzionari sono ipnotizzati da quelle forme politiche in cui trovano un succedaneo dell’Assoluto al quale avevano votato la loro predicazione e il loro culto. Il fanatismo contemporaneo è politico.

Il Vangelo rivoluzionario naturalizza il soprannaturale. Quando un progetto politico è divenuto lo scopo supremo, l’ideale assoluto della Chiesa, i suoi preti si impegnano a corpo morto nella sua conquista e mettono in moto per lui tutti i loro poteri. La messa, il catechismo, i sacramenti, divengono, con stupefacente conversione, mezzi di progresso dei popoli, della loro -liberazione culturale, mezzi per dare loro una coscienza collettiva. Breve, da predicazione del Vangelo, e da culto di Dio, l’evangelizzazione e l’attività apostolica si mutano in culto dell’uomo e costruzione di un nuovo mondo. Tale la febbrile opera di secolarizzazione della Chiesa postconciliare.

Vedremo adesso attuato il grande sogno di Lamennais: tutte le religioni riunite in un solo movimento universale per portare aiuto spirituale e tutta la forza divina alla grande rivoluzione mondiale? Una tale religione sarebbe il più forte dissolvente di ogni ordine stabilito, di ogni comunità storica, necessariamente imperfetta e vulnerabile. Dopo di che, il Vangelo sarà (?) il cemento migliore ài una umanità nuova, libera, eguale, fraterna, fondata sulla giustizia, la pace e la libertà... I marxisti oggi, hanno capito ohe la critica evangelica della società era più mordente di ogni critica materialistica. Si contentano di tollerarla e di incoraggiarla solo dall’esterno!

VATICANO III... CONTRORIVOLUZIONARIO

Nel salvare la Chiesa, nel serbarle il suo carattere proprio di religione divina, il Santo Concilio a venire, salverà il mondo dalla grande tragedia rivoluzionaria.

« Cercate il Regno di Dio e la sua Giustizia. E il resto vi sarà dato per giunta ». « Date a Cesare quel che è di Cesare, e a Dio quel che è di Dio ». Il III Concilio del Vaticano proclamerà solennemente la vocazione sopraterrestre, soprannaturale, eterna di ogni cristiano e della Chiesa madre, in contraddizione con tutto il progetto di religione universale, di messianismo carnale e di rivoluzione evangelica. Un 1789 CRISTIANO universale e assoluto è escluso dalla stessa fede che, nel secolo scorso, respinse le visioni incendiarie di Lamennais.

Nel rinnegare questo ecumenismo teilhardiano e socialista, la Chiesa rende alla città terrena il più grande servizio. Spezza i suoi idoli e la libera dai miti favolosi. Nel ricondurre preti e fedeli al culto del vero Dio, nell’orientare i loro sforzi verso la loro conversione spirituale e morale, ella li distoglie a un tempo dalia riforma e dalla rivoluzione, ma ne fa i migliori operai della restaurazione politica e del progresso sociale. Senza illusioni insensate, essi esiteranno a distinguere e si daranno piuttosto a conservare tutto ciò che è, salvo il disordine! E a migliorarlo secondo quanto è possibile alla natura aiutata dalla Grazia. Le rivoluzioni distruggono pretendendo un ideale impossibile; i Cristiani si votano a completare l’ordine naturale e storico in vista di un altro Regno...

Una SECONDA SESSIONE dovrà occuparsi dei rapporti della Chiesa col mondo che la circonda e l’ossessiona. E verrà fatto in cinque capitoli, sconcertanti, a prima vista perché sembreranno ritirare la Chiesa dal servizio degli uomini e dalla collaborazione con le altre società, in vista di una felicità terrena. Tutto ben considerato, quando essa è pienamente sé stessa, nella sua giusta intransigenza, e nel suo esatto cattolicesimo, essa è la migliore amica del genere umano. Ecco dunque il programma della seconda sessione:

Capitolo VII - La libertà cristiana (maggio ‘72)

In contraddizione con la Dichiarazione sudila Libertà Religiosa, DIGNITATIS HUMANAE, questo Concilio proclamerà i diritti sovrani del solo vero Dio, Gesù Cristo, sulle nazioni e su ogni uomo riscattato dal Suo sangue prezioso. La libertà della Chiesa e quella dei cristiani ne derivano nella loro stretta definizione, puramente religiosa, e nel loro contenuto intero d’ordine morale, di giustizia e di carità.

Capitolo VIII - L’ecumenismo cattolico (giugno ‘72)

Contravvèleno necessario all’UNITATIS REDINTEGRATIO del Vaticano II, questa Costituzione proclamerà i diritti della sola Chiesa cattolica a essere tenuta per l’unica vera religione rivelata e fondata dal Figlio di Dio fatto uomo.

Reitererà il suo appello a tutti gli smarriti invitandoli a tornare. Ma proporrà le formule esatte di una intesa possibile fra tutti gli uomini di buona volontà, nel campo della giustizia naturale e del bene comune per la salvezza della civiltà minacciata e del suo progresso morale e spirituale.

Capitolo IX - La restaurazione dell’ordine umano (luglio ‘72)

Lungi dal teilhardismo di GAUDIUM ET SPES, questa costituzione dogmatica ricorderà i grandi principi cristiani di una « teologia della storia » e le leggi morali che devono comandare tutto l’ordine umano. Alla chimera romantica e rivoluzionaria del Vaticano II, il Vaticano III opporrà un progetto moderno di restaurazione della cristianità sul fondamento della legge naturale e della legge divina. Il mondo ha bisogno della morale cristiana.

Capitolo X - Inquisizione e crociate (agosto ‘72)

Contrariamente alle adulazioni formulate dalla Dichiarazione NOSTRA AETATE riguardo alle religioni non cristiane e al Giudaismo, il Vaticano III definirà le condizioni di persecuzione, di combattimento e difesa in cui la Santa Chiesa Militante deve vivere. Riabiliterà l’Inquisizione, vera polizia spirituale indispensabile alla salvezza dei fedeli e alla pace della Chiesa. Oserà chiamare i popoli civili alla Crociata contro la barbarie del materialismo ateo moderno, peggiore dei Turchi di un tempo. Renderà alla Chiesa l’unità, la pace, la sicurezza.

Capitolo XI - La perfezione dell’amore (settembre ‘72)

Ripreso ed epurato il Decreto PERFECTAE CARITATIS, il Santo Concilio terminerà con la definizione della vita perfetta, cominciata in questo mondo, seeondo i consigli evangelici, e continuata nella Beatitudine del Cielo. Ne affiderà la restaurazione alla Beata Vergine Maria, e ai Santi, protettori e modelli della Chiesa.

VATICANO III, TRIONFO DELLA CONTRORIFORMA
E DELLA CONTRORIVOLUZIONE

I Riformatori fanno risalire il tradimento del Vangelo compiuto dalla Chiesa, a Costantino (306-307). Quindi dall’anno 312, il trionfalismo, il giuridismo, il clericalismo hanno oscurato il messaggio di Cristo, e distolto la Chiesa dalla sua missione. Per fortuna, venne Lutero che recuperò il Vangelo. Colmo di fortuna, la Rivoluzione francese estese la riforma ai campi della vita politica e sociale. Il Vaticano II trova il suo. posto in questa colata riformistica. Precisamente perché questo Concilio pastorale si vuole erede di Lutero e di Robespierre, di Jean-Jacques Rousseau e di Lamennais, noi non ne vogliamo sapere, noi siamo CONTRO. Per serbare fede alla Tradizione secolare della nostra Chiesa e delle nostre Patrie, siamo ardentemente di Controriforma, e di Conttorivoliuzione. A queste vette del pensiero e della volonta, esse sono tutt’uno.

Questi dieci anni di Concilio hanno precipitato la conclusione di quella formidabile crisi del Cristianesimo e della Civiltà che comincia con Lutero e finiscecon Mao et con Murcuse.

Siamo alla vigilia del castigo che colpirà il mondo. Ma prima, bisogna che la Chiesa torni sé stessa e proclami la Verità di fronte all’umanità in rivolta contro il suo Dio. Per salvare quanto è restato retto e buono, per essere intesa dai poveri. Bisogna che un grande, un meraviglioso Concilio Ecumenico, il XXIII della Storia, lanci l’anatema sul Vangelo aberrante, anticristiano, anticattolico della Contestazione religiosa e politica, e restauri in tutta la sue pienezza il Vangelo del nostro dolce Salvatore. Nella notte che si addensa, bisogna si accenda un faro... E questo bisogna sia preparato. Dobbiamo proclamare che la Chiesa di sempre è la sola interprete divinamente sicura del Vangelo, e il luogo privilegiato della fedeltà a Gesù Cristo. Dobbiamo anche rifiutarci di confondere il Regno celeste con qualsiasi grande sogno di politica umana; dobbiamo distoglierci da tante chimere messianiche da cui procedono le violenze, le rivoluzioni sociali, le persecuzioni del nostro tempo. Così, capitolo per capitolo, ritroveremo, nel preparare il Vaticano III, le grandi Idee-Madri della nostra religione e della nostra civiltà armoniosamente legate le une alle altre.

La riunione di stasera è la prima di quaranta altre, che terremo in quest’anno attraverso tutta la Francia. Ritroveremo insieme quella dottrina antica e moderna della fede cattolica che esigono le presenti difficoltà. A Dio piacendo, qui stesso, l’11 Ottobre 1972, celebreremo non il decimo anniversario dell’apertura del funesto Concilio Vaticano Secondo, ma la chiusura definitiva del suo disordine e l’apertura di una Controriforma conciliare, preparatoria del Vaticano III. Quel giorno, vi daremo lettura del SILLABO DEL XX SECOLO, riassunto degli errori di cui soffre la Chiesa presente, e degli UNDICI PROGETTI DI COSTITUZIONI DOGMATICHE che proporremo ai nostri Vescovi e al Papa perché si pronuncino su di essi in virtù del loro Magistero Supremo.

Non temete! Quando i fedeli interrogano chiaramente i loro pastori, non possono riceverne che la Verità. Ma, insìsto. Per riuscire; non lasciamoci trascinare all’inseguimento di superficiali e immediati successi. Noi vediamo troppe gente di chiesa reagire contro gli efletti del disordine, usando riguardo alle cause. Bisogna risalirei con grande fatica, più su del cattivo orientamento, e il cattivo orientamento è il Concilio Vaticano II. Allora... Abbasso la Riforma! Abbasso la Rivoluzione! Viva per semppe nei nostri cuori e su tutta la terra, lo splendore di Roma cattolica, Roma eterna, lo splendore indefettibile della Chiesa dei Sacri Concili di Trento e del Vaticano I e, già lo speriamo, del Vaticano III. VIVA LA CONTRORIFORMA CATTOLICA E LA CONTRORIVOLUZIONE. Per Gesù e Maria, Amen!

(Rivista “ La Controriforma Cattolica” N° 50, Novembre 1971, p. 1–13)