LIBER ACCUSATIONIS IN PAULUM SEXTUM

2. La religione si spegne

C’È sempre qualcosa di misterioso nel cedimento improvviso e generale della religione di un popolo. Ma quando si tratta della creazione dello Spirito Santo, eternamente giovane, questo cedimento non può essere provocato che da qualche grave errore dell’uomo... La nostra Santa Religione non indietreggia mai nel mondo, se non per particolari carenze nell’ordine della preghiera, della fede e dei costumi.

LA PREGHIERA? Si dice che Voi preghiate. Questo argomento tocca troppo l’intimo del Papa e al tempo stesso il suo pubblico esempio perché io non insista su questo aspetto doloroso del Vostro Pontificato. E’ tuttavia chiaro che tutte le forme di devozione e di pubbliche preghiere sono quasi sparite sotto il Vostro Pontificato senza che Voi abbiate fatto niente per porvi rimedio. Vi siete limitato ad esprimere un inutile rincrescimento... Non si conosce più che la « celebrazione eucaristica » che d’altronde tende ad essere rimpiazzata dalle « celebrazioni della parola » e « celebrazioni ecumeniche » tanto vuote e desolanti quanto un « culto » protestante. Bisogna andare alle riunioni clandestine degli integristi per recitare ancora il rosario. Ma, se non oso troppo, Vi si vede mai pregare? A Fatima non Vi abbiamo né visto né sentito recitate l’Ave Maria.

LA FEDE? Ne ho parlato sopra. Insisto ora su un solo punto mai rivelato, ma molto importante. Nelle Vostre pie Allocuzioni del mercoledì, date, Santo Padre, una parte esagerata al dubbio, alle obiezioni, alle ipotesi più contrarie alla rivelazione divina e quando infine viene il momento di dare la risposta cristiana, di predicare la vera dottrina, non avete più tempo. E’ una procedura troppo psicologica, troppo apologetica per cui talvolta ci si domanda se preferite l’obiezione o la risposta. Non si sa più. Accade allóra che i nostri nemici si servono delle vostre proprie parole. Così la pietra si sfalda, il masso cede e la fede nel mondo frana.

I COSTUMI! Alla celebrazione del Concilio e alla Vostra elevazione sembra che abbia corrisposto un cedimento generale della moralità. Una parola d’ordine di lasciare il mondo andare per la sua strada. Perché? Senza dubbio Vi si conosce meglio che non pensiate. Si sa che scusate ogni irregolarità, per pietà verso l’uomo miserabile, senza dubbio, e che le Vostre denunce del peccato non arrivano mai agli atti canonici e a sanzioni contro il peccatore né contro i suoi complici.

Ma, generalmente, è ammesso nel mondo d’oggi e da più di un secolo, che il progresso delie idee proceda di pari passo col rilassamento dei costumi. Contro questo reagivano tutti i Vostri Predecessori lottando eroicamente contro questi pretesi progressi e contro la corruzione dei costumi. Volendo vivere col Vostro tempo e aprire la Chiesa al progresso moderno, Vi mettevate nell’impossibilità di reagire efficacemente all’immoralità. Si è visto dalle fotografie, quando avete ricevuto in San Pietro per non so quale giornata del cinema e della radio Claudia Cardinale e la Lollobrigida! Che prova di modernità!1. Ma questi idoli delle sale oscure, peccatrici ma non pentite, si sono divertite a venire in mini-mini-gonna. E Voi le avete accolte di buon grado? La « dolce vita » riceveva i Vostri omaggi. Quel giorno l’indecenza della moda vinceva la sua battaglia: nessun prete potrà più proibire ciò che lo stesso Principe dei Sacerdoti aveva accettato nel più grande Santuario della cristianità.

So che per evitare simili sacrilegi nella Basilica avete costruito una immensa e moderna sala per le udienze. Il rimedio aggrava il male. L’immoralità ha guadagnato molto spazio e libertà in Vostra Presenza, e la pietà vi perde quel poco che le conservava il Luogo Santo.

Il matrimonio dei preti

La rovina morale nella Chiesa viene, come in tutte le epoche di decadenza, dal matrimonio dei preti. Ma per la prima volta nella storia ciò è avvenuto col consenso, la complicità, la cooperazione del Vicario di Cristo!

Anche lì lo scandalo era .nascosto. Chi ha sondato il Vostro disegno, chi ha indovinato le Vostre intenzioni? Io, che pur avendo tutto compreso leggendo la Vostra Enciclica Sacerdotali Coelibatus del 24 giugno 1967, per molto tempo non volli scriverne nulla2. Voi infatti vi difendevate il celibato in un modo che sembrava molto fermo. Sì, apparentemente. Ma dietro l’apparenza traspariva il Vostro strano proposito. Dopo averne esposte paradossalmente tutte le difficoltà, obiezioni, ostacoli decidevate... per il presente « di mantenere intatta la disciplina che riguardava il celibato ecclesiastico »3. Ma ne moltiplicavate le condizioni. A condizione che i soggetti vi siano bai preparati, adatti, provati. E pensavate che un celibato così saggiamente preparato non sarebbe stato più sconfitto. Ma per il passato? Prima di queste disposizioni tecnico-psico-pedagogiche? Prima di Voi? Là cedete. Siete disposto a credere a tutto ciò che Vi si racconta. Lascerete liberi tutti quelli che ve lo chiederanno.4 Orribile paragrafo 83, nel quale attribuite « la vera responsabilità » non agli infelici spretati, ma alla Chiesa prima di Voi, alle sue erronee valutazioni e alla vita che faceva fare ai suoi preti5.

Dal 2 febbraio 1964 (Il 2 febbraio!) avete creato una Commissione ad hoc. Si faceva sapere a tutti che il Papa ammetteva l’annullamento dei voti e che avrebbe autorizzato il matrimonio in chiesa, legittimo, sacramentale, per chi ne avesse voglia. Un prete di Versailles è stato prevenuto ufficiosamente: la sua domanda respinta da Pio XII e da Giovanni XXIII poteva essere rinnovata: sarebbe stata accolta dal nuovo Papa, di più larghe vedute. Lo ha raccontato ai giornali e ne ha fatto un libro6. Poi fu un fiume di domande e un torrente di abbandoni incontrollati. E’ diventato il grande ed esaltante lavoro della Sacra Congregazione per la Dottrina dèlia fede e il Vostro stesso lavoro, consentire a questi cari preti di sposare la donna amata. Nel 1972, 4000 dispense ufficiali - al ritmo di 11 dossiers al giorno - e forse un totale di 10.000 defezioni di fronte a 2.800 ordinazioni in quell’anno7. Avete fatto meglio di Lutero.

Santità, è il Vostro culto dell’Uomo e dell’Amore..., fino al disprezzo di Dio.

Si discuterà per sapere se avete il diritto di sciogliere dai voti quelli che si erano, come si dice, sposati a Dio. La maggior parte dei teologi e canonisti che ve ne riconoscono il diritto insistono, per spirito di giustizia e di uguaglianza, che usiate a fortiori di quest’altro diritto, più semplice, di annullare i matrimoni infelici.

Si può discutere di tutto, di quello, come del Vostro diritto di sopprimere l’Indice e il Sant’Uffizio, di cambiare la Messa e di proibire quella Antica, e di tutti i diritti che, « primo nella storia » Vi siete arrogato per riformare la Chiesa e cambiare la religione. Quello che è certo, è che arrivate in tutto al limite di ogni Vostro diritto e più al di là che al di qua, per dare sempre più all’uomo e sempre meno a Dio. Qui sta il gravissimo scandalo. Avete maggior riguardo per le rivendicazioni e le miserabili passioni del cuore dell’uomo e della donna che per i desideri e sacri diritti del Cuore di Dio. Come! Perché un prete si è innamorato di una donna Voi gli accordate nel Nome del Sacro Cuore di Gesù di cui era lo Sposo eterno, l’autorizzazione desiderata al ripudio?

Infatti, secondo la Vostra procedura è Dio a liberarli dai loro voti negli uffici diocesani, perché si sposino l’indomani davanti a Dio, in Chiesa con la sua benedizione di sposo ripudiato, ma contento! Una volta l’uomo rompeva il contratto, ma mai Dio o la Chiesa! E i suoi fratelli di sacerdozio aspettavano il suo ritomo e pregavano per lui. Che lezione per gli sposi della terra, per i padri umiliati e per il figliol prodigo, questa fedeltà di Dio! Dopo di Voi la lezione è invertita. Avete introdotto perfino nel matrimonio mistico il divorzio per mutuo consenso. L’amore di una creatura non può essere abbandonato, sacrificato, superato dall’AMORE DI DIO!

E’ Dio che, per pietà, consente a sparire per la loro felicità....

Siete diventato il grande tentatore dei Vostri preti, il potente complice del demonio, della donna disonesta e della carne. E per il prete caduto, siete il nemico che, avendolo sacramentalmente unito all’oggetto di un momento di follia, lo avete legato per tutta la vita, interdicendogli il ritomo al suo primo ed eterno amore.

Il matrimonio dei preti è diventato, per Vostra licenza, argomento continuo di campagne di stampa, di discussioni, di riunioni di studio. Il popolo ne ha risentito l’infangamento e l’immagine del prete così alta, così pura prima di Voi si è, con Voi, spaventosamente degradata. Gli infedeli ne sono soddisfatti. Il curato del loro villaggio, il prete della loro comunione solenne era un rimprovero vivente per la loro cattiva condotta, un monito incessante al loro cuore a convertirsi. Ora il prete è sempre sospettato di essere ossessionato dalla carne e di soddisfare le sue passioni come gli altri mortali, ma in segreto. Non è più un rimprovero né un esempio per nessuno.

Cosa bisognava fare? Santo Padre, come i Vostri Predecessori! Bisognava dire NO. Bisognava recar dolore? Bisognava contrariare, rimproverare, punire? Bisognava predicare la rinuncia, imporre la castità? Erano i doveri della Vostra Carità. Ma l’amore che avete per gli altri, Santo Padre, non è che un effetto dell’amote orgoglioso ed egoistico che portate a Voi stesso. E’ quello che Vi porta a consentire al male, perché volete essere amato. Anche qui, in questa decadenza della Chiesa nel suo sacerdozio e nelle sue vergini consacrate, vedete, l’unica soluzione è la rottura con le abitudini, la giurisprudenza, la mentalità di questo Pontificato. Bisogna che sia abbreviato, e che si bruci e disinfetti tutto ciò che ha toccato. Altrimenti, come risalire la china?


(1) Lettera 246 p. 3; CRC 10 p. 3.

(2) Voglio dimenticare il suo nome ed il suo libro!

(3) Fino al mese di ottobre 1971; CRC 49. Un processus dégradant.

(4) Sacetdot. Codibatus n. 39.

(5) ibid. n. 84.

(6) ibid. n. 83.

(7) Attività della Santa Sede nel 1971 (edit. 72); CRC 49 p. 2.