LIBER ACCUSATIONIS SECUNDUS
3. Legittimo sospetto e sostrazione di obbedienza
verso un pontefice perfido
CERTO, Beatissimo Padre, si potrà addurre in contrasto, non alle mie interpretazioni ma agli scritti di vostra mano dei quali ho esposto il senso ovvio, le decine e decine di omelie o di discorsi di Vostra Santità, la quale, nell'esercizio del suo ministero pastorale, ha l'abitudine di dare a ciascuno il nutrimento che attende e la bevanda di cui ha sete. Voi parlate spesso di religione, e a volte fino a parere voler condannare implicitamente quell'umanesimo per il quale militate così risolutamente e costantemente.
LA PERFIDIA DEL MODERNISTA
Ma nulla potrà sostituire una fede integra, una coscienza retta. Ciò che è scritto è scritto. Dal Ritiro predicato a Paolo VI, e senza ondeggiamenti !, nel 1976, fino ai colloqui con Frossard pubblicati senza obiezioni nel 1982, quest'umanesimo è vostro, voi ne fate professione pubblica, lo proponete e l'imponete contemporaneamente come Vangelo di Gesù Cristo, la verità bimillenaria - che non ci si parli dunque di evoluzione ! - e come insegnamento del Concilio, ossia di tutta la Chiesa, della quale vi fate scudo.
Ora, quest'umanesimo costituisce una menzogna verso quell'Evangelo che falsificate, una contraddizione alle Scritture e alla Tradizione apostolica, soffocate dal più violento anacronismo. Costituisce nella sua stessa essenza un'empietà, un sacrilegio, una bestemmia orrenda, poiché trasferisce ad ogni uomo quella Regalità che Gesù ha rivendicato per se stesso dapprima di fronte a Caifa - perché omettete sempre di dirlo ? - di fronte agli ebrei - perché omettete di indicarli col loro nome, censurando il Vangelo ? - e infine di fronte a Pilato, il procuratore romano.
Voi spogliate Cristo dei suoi ornamenti sacerdotali e regali per rivestirne l'uomo, l'uomo peccatore, l'uomo qualunque ! Voi non riconoscete a Cristo che una missione di “ profeta ”, ma di profeta del “ mistero dell'uomo ”, non del suo proprio Mistero e di quello del Padre suo ! Ma in realtà se Gesù rivendica Santità, o “ trascendenza ”, e Regalità, lo fa in virtù della sua divinità e della sua eccezionale umanità di Figlio di Dio incarnato e immolato sulla Croce per i nostri peccati. Sostituendogli l'uomo, nella vostra fede, culto e servizio, voi usurpate tutte queste perfezioni divine e questi privilegi sovrani per trasfigurarne l'uomo, che, divenuto re trascendente in virtù del vostro ministero, è fatto dio. Si tratta di un idolo, idolo del mondo moderno, è chiaro, poiché tale mondo è interamente sottomesso al potere di Satana, ma è anche il vostro idolo : vostro, del Papa !
E Gesù, in forza di un'altra vergognosa falsificazione del Vangelo, insieme alla Chiesa sua sposa casta e feconda, di quest'idolo ne sono, nel vostro sistema, Servo e serva ! Gesù sarebbe dunque venuto sulla terra unicamente ed esclusivamente per testimoniare la trascendente grandezza e la dignità regale dell'uomo ? E per lottare, lui e i suoi martiri che l'hanno seguito, secondo il suo esempio, al fine di conquistare i popoli a questa egolatria, coscientizzare le masse, insegnarle il loro valore e lanciarle nella battaglia per la loro dignità, la loro libertà e i loro diritti, contro ogni autorità politica ? E perché dunque non anche contro ogni autorità ecclesiastica, episcopale e pontificia ?
Nient'altro che follìa, follìa sacrilega, anarchica. Chi pensa in questo modo, lo sottoscriva ; ne apro io il registro, e attendo... Nessuno, Beatissimo Padre, nessuno oserà compiere di fronte a Dio un simile atto d'idolatria, foss'anche per compiacervi, nel timore d'incorrere nell'eterna dannazione.
Come spiegare allora il doppio registro dei vostri pensieri e discorsi, la vostra “ medesima fede in Dio e nell'uomo ” ? La spiegazione ce la dà il vostro predecessore san Pio X, denunciando la doppiezza cosciente e perversa dei modernisti, che si mantengono, usando l'artificio di una fede ortodossa e di una pietà commovente, in seno alla Chiesa, al suo stesso centro e perfino ai più alti gradi della divina gerarchia, per meglio sconvolgerla col veleno della loro spaventosa eresia :
« Ed essi proseguono per la loro strada : rimproverati e condannati, continuano imperterriti, dissimulando sotto l'apparenza della sottomissione un'audacia sconfinata. Piegano ipocritamente la testa, nel mentre che con tutti i loro pensieri e con tutte le loro forze perseguono più audacemente che mai il piano tracciato » 1.
Oggi, manca poco che voi abbiate ribaltato la situazione. Il modernismo è diventato papa, successore di san Pietro e Vicario di Cristo !
« Quest'atteggiamento è in loro volontario e strategico : ne è ragione il fatto che essi ritengono che bisogna stimolare l'autorità, ma non demolirla, e che si preoccupano di rimanere in seno alla Chiesa per lavorarvi e modificare poco a poco la coscienza comune : confessando per ciò stesso, ma senza accorgersene, che questa coscienza comune non sta dunque con loro, e che pretendono farsene interpreti senza averne alcun diritto » 2.
E affinché ci si guardi bene dal credere che voglia attaccar briga con Vostra Santità ingiuriandolo per una parola, un'espressione o forse un tema paradossale dall'aria provocatoria più che incresciosa, faremo quello che fece san Pio X per i modernisti, senza timore di perder tempo. Scriveva egli, con trionfante lucidità :
« In tutta questa esposizione della dottrina dei modernisti vi saremo sembrati, o venerabili fratelli, prolissi forse oltre il dovere. Ma è stato ciò necessario, sia per non sentirci accusare, come accade, di ignorare le loro cose, e sia perché si veda che, quando si parla di modernismo, non si parla di vaghe dottrine non unite da alcun nesso, ma di un unico corpo ben compatto, dove chi ammette una cosa, è necessario che accetti tutto il rimanente. Perciò abbiamo voluto far uso di una forma quasi didattica, né abbiamo ricusato il barbaro linguaggio di cui i modernisti fanno uso.
« Ora, se con un solo sguardo abbracciamo l'intero sistema, nessuno si stupirà se noi lo definiamo la sintesi di tutte le eresie. Certo, se taluno si fosse proposto di concentrare quasi il succo e il sangue di quanti errori circa la fede furono sinora asseriti, non sarebbe mai potuto riuscire a far meglio di quanto hanno fatto i modernisti. Questi anzi tanto più oltre si spinsero che, come già osservammo, non solo hanno distrutto il cattolicesimo, ma qualunque altra religione...
« Basti sin qui per conoscere per quante vie la dottrina del modernismo conduca all'ateismo e alla distruzione di ogni religione. L'errore dei protestanti diede il primo passo in questo sentiero ; il secondo è del modernismo - scriveva dunque questo santo Papa, Pio X, l'8 settembre 1907 - a breve distanza dovrà seguire l'ateismo ». 3
Questo suo avviso era ben fondato, conoscendo egli perfettamente quel sistema e la sua china. Ma era anche dotato dello spirito di profezia. Ebbene ! E' per opera del Vaticano II e di Paolo VI, è oggi per opera vostra, Beatissimo Padre, per colpa del vostro umanesimo, che la Chiesa è alla fine precipitata, nella sua “ teoria ” e “ prassi ”, nell'ateismo, un ateismo per il quale non avete mai altro che elogi.
NOI ATTENDIAMO L'INFALLIBILE PRONUNCIAMENTO DELLA CHIESA
Il modernismo oggi è divenuto papa. Il successore di san Pietro e Vicario di Gesù Cristo rinnova la perfidia di Caifa in vista di perpetrare, con il consenso dei principi della Chiesa e di tutto il popolo di Dio, il nuovo deicidio annunziato dalle Scritture, quello dell'uomo che detronizza Gesù Cristo nel suo tempio per stabilirsi al suo posto e ricevere le adorazioni del mondo in qualità di Dio e Salvatore.
In un tale abominio di desolazione, noi non possiamo che diffidare legittimamente della vostra autorità, Beatissimo Padre, e attenerci a un atteggiamento di sottrazione di obbedienza accorta e risoluta, fino a che non vengano realizzate la Verità infallibile e la Santa Giustizia. Seguiamo l'esempio di quel misero vescovo di Poitiers di nome Ilario, di fronte al magnifico Aussenzio, vescovo di Milano città imperiale, vescovo che l'episcopato, il clero e i fedeli di tutto l'Occidente sembravano seguire devotamente. Ecco ciò che Ilario di Poitiers dichiarava nella sua Lettera contro Aussenzio, nell'anno di Grazia 364. Noi abbiamo diritto di appropriarci di questa denuncia, di quest'appello, al quale è sufficiente cambiare il nome di Aussenzio col vostro, Beatissimo Padre, e i termini di ariano e arianismo in quelli di umanista e modernismo... Infatti, ridurre il Cristo Figlio di Dio a una creatura, o far diventare l'uomo un dio, non è forse sostanzialmente la stessa apostasia ?
LA PACE E L'UNITA APPARENTI DEL'ANTICRISTO
« Il nome della pace è certo ammirabile, e bello è il pensiero dell'unità ! Ma chi può dubitare che esista altra pace e altra unità all'infuori di quelle della Chiesa e dei Vangeli, vale a dire quelle di Cristo ? La pace di cui ha parlato ai suoi Apostoli dopo la gloria della sua Passione e che, prima di allontanarsi, ha lasciato pegno della sua eterna presenza, questa pace, fratelli diletti, che mettiamo, per quanto sta in noi, tutte le cure a ritrovare se perduta, a restaurare se turbata, a mantenere se conquistata. Ma di questa pace né gli scandali del nostro tempo, né lo zelo dei precursori del vicino Anticristo ci hanno permesso di essere partecipi e agenti. Si fanno forti della loro pace, ma è la pace dell'unità nell'empietà loro, poiché non si comportano da vescovi di Cristo ma da ministri dell'Anticristo.
« E per non essere accusato di invettive calunniose contro di loro, affinché nessuno ignori, non taceremo oltre. Esiste più di un Anticristo, l'Apostolo san Giovanni l'annunciava e noi non lo ignoriamo. Infatti chiunque nega che il Cristo è tale quale fu predicato dagli Apostoli, è Anticristo. Il nome di Anticristo giustamente lo marchia ; ed è proprio di un anticristo essere contaro il Cristo. Ed è quanto avviene ai nostri giorni : sotto la reputazione di una falsa pietà, sotto parvenza della predicazione evangelica, è a questo che si lavora ; mentre si crede che Gesù Cristo sia predicato, lo si abiura » 4.
L'UMANESIMO E IL LAICISMO, SEGNI DELL'ANTICRISTO
« Prima di tutto, è fin troppo normale deplorare le sciagure del nostro secolo e lamentarsi delle dottrine pazze che pretendono difendere la causa di Dio mediante vie del tutto umane, e secondo le quali ci si sforza di proteggere la Chiesa per mezzo di emprese del tutto profane. » 5
« Per colmo delle nostre sofferenze, la fede divina fa appello ai suffragi profani : il Cristo è spogliato della sua forza divina ; si ricorre al suo nome al quale ci si vuole conciliare, ma in realtà egli è schernito...» 6
NUOVO CRISTO E NUOVO PROFETA, SEGNI DEI TEMPI DELL'ANTICRISTO
« Non è più permesso di ignorare quanto dirò in poche parole. La volontà onnipotente di Dio ha assegnato al tempo la sua misura ; i secoli sono contati, i Libri Santi ce lo insegnano. Bisogna dunque che si sia giunti ai giorni dell'Anticristo, i cui ministri trasformandosi, come dice l'Apostolo, in angeli di luce, cancellano nelle intelligenze e nelle coscienze Colui che è Cristo. Affinché l'errore si elevi a tale altezza, si parla della verità solo in termini ambigui ; ovunque si semina il dubbio, non v'è più unanimità, e la divisione degli spiriti rivela abbastanza la presenza dell'Anticristo. Di qui, le lotte delle opinioni ; di qui accade che, con la fede in un solo Cristo, ne se predicano due » 7.
LA FALSA PREDICAZIONE DEI SACERDOTI TRAVIA L'INGENUITÀ DEI FEDELI
« L'empietà di questo secolo raggiunge un tale grado di astuzia che sotto questi preti dell'Anticristo la famiglia di Cristo non è dissolta, perché il popolo crede che là dove sono le parole sia anche la fede. Si dice : “ Dio il Cristo ”, e il popolo crede alla sincerità dell'espressione. Si dice : “ Figlio di Dio ”, e il popolo crede veramente Dio colui che è nato da Dio. Si dice anche : “ prima di tutti i secoli ”, e il popolo crede che precedere tutti i secoli significhi da tutta l'eternità. Veramente l'orecchio del popolo è più santo del cuore dei preti ! » 8
GUARDATEVI DALL'ANTICRISTO : EGLI SIEDERÀ SUL TRONO DI DIO !
« Avrei voluto, fratelli miei, tenere segreto quest'odioso mistero e non rivelare nei suoi particolari la bestemmia di Aussenzio. Ma poiché questo non mi è permesso, che ciascuno di voi capisca fin dove si stendono i limiti di questo permesso. Un sentimento di pudore m'impedisce di dire di più, e non voglio d'altra parte macchiare la mia lettera con l'empietà dell'arianesimo.
« Ascoltate ancora un solo consiglio : guardatevi dall'Anticristo ! Astenetevi da ogni comunione con l'eretico. Col pretesto della pace e della concordia voi andate in chiesa. Fate male ad amare tanto le mura, a rispettare la Chiesa nei suoi edifici. Potete dubitare che un giorno l'Anticristo non debba sedere in quei medesimi luoghi ? V'è più sicurezza per me in vetta ai monti e in fondo alle foreste, in riva ai laghi, nell'orrore delle prigioni e nel fondo degli abissi. E' là che lo Spirito di Dio scendeva nel cuore dei Profeti ; è là che egli animava la loro voce. Per questo, rompete ogni patto con Aussenzio, l'inviato di Satana, il nemico del Cristo, con quest'uomo che porta la desolazione nel seno della Chiesa, che nega la fede ; ogni sua professione di fede fu un tranello e non ha ingannato che per bestemmiare.
« Raduni i Concili che vuole ; mi proclami eretico come già ha fatto ; sollevi contro di me l'odio e la collera dei potenti della terra : giammai egli sarà ai miei occhi altro che Satana, perché è ariano..
« La pace ? Non la cercherò se non con quelli che, scagliando l'anatema sugli ariani e in comunione col Concilio di Nicea, predicheranno che il Cristo è il vero Dio.
« L'empietà di questo secolo raggiunge un tale grado di astuzia che sotto questi preti dell'Anticristo la famiglia di Cristo - Christi populus - non è dissolta » 9.
L'ULTIMO RICORSO ALL'IMPERATORE, MA OGGI AL SOMMO PONTEFICE
Per quanto ci riguarda, Beatissimo Padre, noi non diserteremo i nostri santuari, non abbandoneremo le nostre parrochie, non ci separeremo mai dalla Chiesa universale, abusata dai suoi Pastori di menzogne, ma ella stessa sempre fedele. Non ci rifugieremo in fitte foreste, non ci nasconderemo nelle grotte. Al contrario, vi intimeremo apertamente di dirci se siete il Vicario di Cristo Figlio di Dio, unico Salvatore, Re dei re e Signore dei signori, oppure il Principe degli anticristi, il Servitore dell'uomo che si fa dio, abominio di Satana.
Per noi, non ci sarà mai comunione se non con quelli che, lanciando l'anatema con i santi Papi Pio IX e Pio X contro ogni umanesimo ateo e ogni perversità modernista, predicano il solo “ Gesù Cristo, e Gesù crocifisso ” come oggetto divino della nostra fede, del nostro culto, del nostro servizio e, se cosi vorrà, del nostro martirio.
Attendendo che il vostro beneplacito promulghi le definizioni infallibili e gli anatemi che soli potranno purificare la Santa Sede e l'episcopato cattolico da tutte le eresie e ignominie che l'insozzano attualmente, noi non chiediamo ad alcun imperatore, principe, arcivescovo o vescovo, ma a voi stesso, e, in mancanza di risposta, a Cristo Onnipotente, al Creatore, Signore e Giudice sovrano dei vivi e dei morti, la libertà della fede e del culto cattolici, necessari alla salvezza delle anime e dovuti a Dio, alla Santa Vergine e ai santi :
« Quelli che temono il Signore Dio e il suo divino Giudizio, quelli che non vogliono essere insozzati e nemmeno contaminati da tali esecrabili bestemmie... abbiano la reale possibilità di non avere come vescovi e sacerdoti che coloro che conservano gelosamente inviolati i legami della Carità e desiderano conservare una pace duratura in quanto pura da ogni errore.
« Infatti è impossibile, e non è tollerato dalla ragione, che gli opposti si alleino, che le antitesi si accordino, che vero e falso vengano mescolati, che luce e tenebre siano confuse, che il giorno e la notte, infine, giungano a un patto » 10.
COSI SIA !
(1) San Pio X, Enciclica Pascendi Dominici gregis, (8.9.1907), in Acta Apostolicae Sedis, Typogr. Poi. Vaticana, voi. XL (1907), pp. 598 ss., par. 53 ss.
(2) Ibid.,
(3) lbid.,parr. 76-81.
(4) P. TILLOY, Sant'Ilario. Un Vescovo per il nostro tempo, tr. it. Volpe, Roma 1971, pp. 167-168.
(5) Ibid.,
(6) Ibid., p. 168.
(7) Ibid., p. 169.
(8) P. TILLOY, Sant'Ilario. Un Vescovo per il nostro tempo, pp. 170-171.
(9) lbid.,pp. 174-176.
(10) Ibid.