TERZA SUPPLICA
A SUA SANTITÀ PAPA FRANCESCO

Casa San Giuseppe, sabato 4 marzo 2017,
primo sabato del mese

Notre-Dame de Fatima par frère Henry
“Recitate il Rosario ogni giorno”

Beatissimo Padre,

voi non mi rispondete. In forza del motto secondo cui “chi tace acconsente”, ne concludo che voi state per fare ciò che la Santa Vergine vi chiede. Tuttavia, torno a rivolgermi a voi, come fece quell’importuna vedova della parabola (Lc 18, 1-8) che voi stesso ci avete portato come esempio: «Se la vedova, con le sue insistenti richieste, è giunta a piegare un giudice disonesto, quanto più un Padre buono e giusto farà “giustizia ai suoi figli, che gridano a Lui giorno e notte”; anzi, egli non li farà attendere ma agirà molto presto» (mercoledì 25 maggio 2016).

Lo spero con la fiducia inspiratami dalle vostre catechesi sulla virtù della speranza, virtù teologale che ha per madre la Madonna di Fatima, Madre della santa speranza.

Prima del vostro avvento, non si meditava abbastanza sulla speranza, non si viveva abbastanza di atti di speranza, come se ce la fossimo lasciata “rubare”, per usare la vostra espressione così vera ed eloquente! Bisogna dire che il nostro Péguy ne aveva fatto una “piccola” virtù, incastrata tra le grandi virtù della fede e della carità. Da allora, essa è rimasta un po’ indietro. Ma ora che voi ne parlate ogni mercoledì, essa ritrova l’intero suo posto e contemporaneamente rianima il nostro ardore nell’invocare la vergine, nostro Soccorso, come Madre della Santa Speranza che “non delude”, come voi avete subito affermato (7 dicembre 2016).

Maria è figlia di Abramo, del quale voi avete ricordato che aveva sperato contro ogni speranza (28 dicembre). Da parte sua, Ella stessa fu piena di speranza durante l’intera sua vita terrena, “in hac lacrimarum valle”, in questa valle di lacrime. Questa speranza le era dettata dalla sua impareggiabile conoscenza della Sacra Scrittura.

Essendo l’Immacolata Concezione, la Madonna ebbe un orrore per il peccato uguale a quello di Dio stesso; l’intero slancio del suo Cuore Immacolato la spinse a sperare l’avvento del promesso Salvatore, vincitore di Satana, fino al punto di “concepirlo” nel suo spirito prima di aprirgli le viscere.

Come Sara, moglie di Abramo, la Madonna esultò in anticipo al pensiero della venuta del figlio della promessa. Ricordando la storia dell’incontro di Rebecca con Eliezer, Maria si preparò a ricevere la visita dell’angelo Gabriele, inviato dal nostro amatissimo Padre celeste, per donare al Verbo suo Figlio una Madre-Sposa nella quale ricevere la carne e fare con essa una sola carne. Contemplando Abigail che si precipita davanti a Davide per intercedere in favore dell’intera sua casa, Maria dispose il proprio cuore Immacolato a diventare il rifugio dei peccatori, al quale Dio voleva affidare l’intero ordinamento della misericordia.

Così, Ella legge il suo Nome scritto da un Dio amoroso in tutto il creato, non solo sulle pergamene della Sacra Scrittura, ma anche su alberi, pietre e rocce, perfino nella propria carne in cui “Il Verbo si è incarnato ed ha abitato fra noi”. Ah, Santo Padre, al pensiero del vostro ormai così vicino pellegrinaggio alla Cova da Iria, dal nostro cuore di figli di Maria sgorga la lode alla Stella del Mare, all’Astro del Mattino, all’Alba annunciatrice di salvezza per il marinaio sulle onde, al “mattino” degli ultimi tempi, alle “aurore” di salvezza che sorgono sul “popolo che cammina nelle tenebre” (Is 9, 11), ossia su noi vostri figli, Santo Padre! Dopo un secolo, a Fatima la Vergine Maria prepara e annuncia l’avvento del suo Figlio, come l’aurora precede il sorgere del sole.

Orbene, cosa ci dice Ella, dalla prima alla sesta apparizione, dal 13 maggio al 13 ottobre? “Recitate il Rosario ogni giorno per ottenere la pace per il mondo e la fine della guerra” (13 maggio 1917).

La ragione di questo “comando” ci è data dalla sua confidente: “Mediante i misteri che noi commemoriamo ad ogni decina, la recita del Rosario nutre e aumenta la fede, la speranza e la carità nelle anime”, ci riferisce suor Lucia. “Io voglio che recitiate il Rosario ogni giorno” (13 giugno), “io voglio” (13 luglio), “io voglio” (19 agosto). Colei che in Cielo dice “io voglio”, esprime evidentemente la volontà divina.

E’ per questo che suor Lucia diceva: “Questa preghiera (il Rosario) non è esclusivamente mariana; più ancora, essa è una preghiera biblica ed eucaristica rivola alla Santissima Trinità. Ad ogni decina, noi recitiamo il Gloria al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo, e il Padre nostro insegnatoci da Cristo come preghiera per rivolgerci fiduciosamente al Padre; noi recitiamo anche l’Ave Maria, che è anche una lode e una supplica a Dio per intercessione di Maria”.

Il 16 settembre, la Madonna disse: “Continuate a recitare il Rosario per ottenere la fine della guerra”.

Ella non disse: “Se voi combattete bene, se riprendete coraggio”, ma: “se voi recitate il Rosario”, primaria condizione e causa di tutti i benefici per la Chiesa. Spiega Lucia: “Con questa insistenza, la Madonna c’indica che ci è sommamente necessario pregare per ottenere la grazia della pace tra le nazioni, nei popoli, nelle famiglie, nei focolari, nelle coscienze e tra Dio e le anime”.

Ella non dice affatto che la pace verrà dalla “libertà religiosa”! Al contrario: essa verrà dall’instancabile recita del Rosario e da nient’altro: “Non esiste difficoltà, della quale il Rosario non possa darci la soluzione per arrivare a una pace vera e giusta; ma, per ottenerla, è necessario pregare”.

Santo Padre, bisognerà dirvi in faccia che i vostri predecessori sono rimasti sordi a questo appello... e che la ricompensa di questa indocilità è stata la seconda guerra mondiale e le sue sequele giunte fino a oggi, sulle quali suor Lucia vanamente tentò di avvertire un Pio XI sordo e cieco.

Voi invece avete sperimentato la potenza del Rosario, che avete fatto recitare il 7 settembre 2013 poiché, due giorni dopo, la mediazione della Russia ha ottenuto che Bachar el-Assad distruggesse le sue armi chimiche. Poi la guerra micidiale ha ripreso, ma essa riguarda solo voi.

Nel 1970, suor Lucia apprese che “In Argentina è stato recentemente fondato un istituto secolare, l’associazione Madonna di Fatima, il cui scopo sta in questo apostolato (del Rosario). Ci si raduna sulle piazze e si recita il Rosario col popolo: a grandi folle, si dice. Si va a recitarlo anche negli ospedali e nelle carceri. Si racconta che tutti pregano con incredibile fervore. I vescovi ne sono così contenti, che la Santa Sede ha permesso alla fondatrice di venire a parlarmene”.

Oggi, un Argentino divenuto papa può rispondere pienamente all’appello di suor Lucia, eco fedele di quello del Cuore Immacolato di Maria. Infatti, suor Lucia così conclude questa lettera al suo confidente dom Umberto Maria Pasquale: “Vi racconto queste cose, affinché vediate i frutti che il Rosario può produrre. Credo che, con i mezzi che Dio ha posto nelle vostre mani, potete produrne altrettanti e anche di più. Il Rosario è l’arma più potente per difenderci sul campo di battaglia. Io prego per voi, affinché il Signore vi doni ancora abbastanza vita, forze e coraggio per portare a termine e con successo questo apostolato”.

Santo Padre, l’intenzione principale del nostro pellegrinaggio giubilare a Fatima, nel prossimo maggio, sulle vostre orme, sarà proprio questa: ottenere che voi raccomandiate la devozione riparatrice dei primi sabati del mese, che inciterà i fedeli alla pratica dei Sacramenti della Penitenza e dell’Eucaristia, inseparabile dalla recita del Rosario, preghiera eucaristica e trinitaria, come ci fa capire il quarto d’ora di meditazione che la Madonna ci ha chiesto di unirvi. Non avete voi stesso detto ch’Ella è al di sopra del papa? Proprio questo mi dà l’audacia di osare di supplicare Vostra Santità di obbedire alla Madonna, eterna madre di tutti noi. Ne va della salvezza delle anime e della pace nel mondo !

Frà Bruno di Gesù-Maria