PAPA FRANCESCO VERSO 
IL PIÙ GRANDE MASDU

« Il messaggio di Fatima è un messaggio estremamente attuale per la società contemporanea, perché la Vergine ha detto ai pastorelli alcune cose delle quale l’uomo d’oggi ha davvero bisogno », dichiarò il cardinale Saraiva Martins alla Radio Vaticana il 7 maggio 2017, alla vigilia del pellegrinaggio di papa Francesco.

Prefetto emerito della Congregazione per le Cause dei Santi, il cardinale portoghese appresentò papa Francesco al Congresso di Mariologia che ebbe luogo lo scorso settembre per preparare il centenario di questo messaggio, di cui Lucia, Francesco e Giacinta furono testimoni un secolo fa.

“ INDIFFERENZE ”

Nel suo volume L’EVENTO FATIMA, recentemente pubblicato dalla Libreria Editrice Vaticana, il cardinale ha sviluppato questo concetto : « La Vergine di Fatima ha rivolto un primo appello ai pastorelli sul problema della fede: credere è necessario ai credenti » (sic!)

E agli altri ? Il cardinale non considera la preghiera dell’Angelo, che aprì “ l’evento Fatima ” nella primavera del 1916: « O mio Dio, io credo, adoro, spero e vi amo! Vi chiedo perdono per coloro che non credono, non adorano, non sperano e non vi amano».

Dopo il Concilio Vaticano II, non bisogna più chiedere perdono. ”, perché la “libertà religiosa” è diventata un “diritto dell’uomo”; ognuno è libero di credere o di non credere...

Tuttavia, il cardinale menziona la necessità di convertirsi: « La Vergine ha invitato i pastorelli alla conversione.» Però questo “ invito ” non si rivolge a “ coloro che non credono ” ma... ai “ piccoli pastorelli ” Lucia, Francesco e Giacinta !

« Questo è il secondo capitolo del messaggio di Fatima: convertirsi a Dio e ai nostri fratelli. Sono due cose inseparabili. Se l’uomo d’oggi, se la società d’oggi, ha bisogno di qualcosa, è proprio di questo principio: farsi prossimi ai nostri fratelli, indipendentemente dalla religione (sic!), dalla cultura, dalle origini, dal modi di vivere; siamo tutti fratelli, tutti figli dello stesso Padre. E se l’uomo ha bisogno di qualcosa, è proprio di considerare tutti come una famiglia ».

“ Indipendentemente dalla religione ” ? Sì: proprio questo è il “dogma” mediante il quale il Concilio Vaticano II ha abiurato alla pura fede cattolica. Il cardinale fa notare la prossimità di questo messaggio, così formulato, al « modello di Chiesa “in uscita” di papa Francesco :

« la sua attualità è straordinaria ». È vero !, ma non è più il messaggio di Fatima, è quello del SILLON, condannato da san Pio X nel 1910 : « Una religione – infatti il sillonismo, come hanno ammesso i suoi capi, è una religione – più universale della Chiesa cattolica, una religione che riunisce tutti gli uomini finalmente diventati fratelli e compagni nel “regno di Dio”: “non si lavora per la Chiesa, si lavora per l’Umanità.» (LETTERA APOSTOLICA SUL SILLON, n° 39.).

Il cardinale continua : « E’ un messaggio che era attuale nel 1917, quando la Vergine è apparsa.» Falso! È un messaggio del tutto contrario a quello celeste. Fin dalla prima apparizione del 13 maggio, nel momento in cui prometteva ai pastorelli il “ conforto della grazia divina ” durante le prove future accettate dal loro « povero e umile “  ”» dei bambini, la Madonna avvertì : « Dovrete dunque soffrire molto, ma la grazia divina vi sarà di conforto

Dicendo questo, « la Madonna aprì le mani per la prima volta, raconta Lucia, con un gesto di materna protezione, e, come mediante un riflesso ch’emanava da lei, ci comunicò una luce così intensa che, penetrando nel nostro cuore e fino al più profondo delle nostre anime, ci fece vedere noi stessi in Dio, che era questa luce, più chiaramente che se ci vedessimo nel migliore specchio. »

Orbene, questo « Dio, che era questa luce » è l’unico Dio vivente – Padre, Figlio e Spirito Santo – incarnato nella seconda Persona fattasi carne e sangue per nutrirci :

« Questa grazia c’introdusse nell’immenso oceano della luce divina e ci spinse ad adorarlo nel mistero della Santissima Trinità e ad amarlo nella divina Eucaristia, dicendo interiormente nel silenzio del nostro cuore: “ O Santissima Trinità, io vi adoro, o mio Dio, io vi amo nel Santissimo Sacramento ”.

«  Ciò mi rivelò il mistero di Dio presente in me, e quello di me sempre presente in Dio, in cui devo adorarlo, amarlo e servirlo con fede, speranza e carità

Nulla in comune con « il modello di Chiesa “in-uscita” di papa Francesco », inaugurato da papa Paolo VI “fuori le mura”, quando si recò all’O.N.U. il 4 ottobre 1965 per proclamarvi la libertà religiosa e il suo corollario : una “ fratellanza ” fallace, condannata da san Pio X, fondata « sull’amore degl’interessi comuni, o, aldilà di tutte le filosofia e di tutte le religioni, sulla mera nozione di umanità, inglobando così nello stesso amore e in una eguale tolleranza tutti gli uomini con tutte le loro miserie, tanto quelle intellettuali e morali quanto quelle fisiche e spirituali » (LETTERA APOSTOLICA SUL SILLON del 25 agosto 1910, n. 24).

Risultato: la guerra di tutti contro tutti, incendiata sempre più da torce che oggi minacciano di circondare il mondo, se il papa si ostina a non fare alcun caso al messaggio della Madonna di Fatima : « Voi avete visto l’inferno, in cui vanno le anime dei poveri peccatori. Per salvarli, Dio vuole stabilire nel mondo la devozione al mio Cuore Immacolato. Se si farà ciò che sto per dirvi, molte anime si salveranno e si avrà la pace» (13 luglio 1917).

“OLTRAGGI ”

Nella sua catechesi di mercoledì 10 maggio, due giorni prima del suo pellegrinaggio, il nostro santo padre il papa ha sottolineato che, sul Calvario, la Madonna non pronunciò una parola, in contrasto con « quella Madonna a capodi un ufficio postale, che ogni giorno spedisce una

 lettera diversa », frase che ha fatto ridere i superiori generali alle spese della Madonna di Fatima, il 25 novembre 2016 (cfr. Il est Ressuscité, n. 174, aprile 2017, p. 5). Ciò significa dimenticare che fu lui, Gesù, a parlare dall’alto della Croce, come ce l’ha ricordato la lettura scritturale che ha preceduto la catechesi:

« Ora, vicino alla Croce di Gesù stavano sua Madre e la sorella di lei, Maria di Cleofa, e Maria di Magdala. Vedendo dunque sua Madre e accanto a lei il discepolo ch’egli prediligeva, Egli disse a sua Madre: “ Donna, ecco tuo figlio ”; poi disse al discepolo: “ Ecco tua madre ”. Da allora, il discepolo l’accolse presso di sé.» (Gv 19, 25-27).

La parola “ donna ”, usata da Gesù per rivolgersi a sua Madre, è quella con cui Adamo designò Eva quando, colto da meraviglia, esclamò: «Costei sarà chiamata “ donna ”!» (Gen 2, 23). La Vergine Maria è dunque la nuova Eva; i migliori autori l’insegnano a iosa.

Ma il nostro santo padre il Papa sembra ignorarlo:

« Fino a quel giorno, Maria era quasi sparita dalla trama dei Vangeli; gli scrittori sacri lasciano intendere questo lento eclissarsi della sua presenza, il suo rimanere muta davanti al mistero di un Figlio che obbedisce al Padre. Però Maria riappare proprio nel momento cruciale: quando buona parte degli amici si sono dileguati a motivo della paura. Le madri non tradiscono, e in quell’istante, ai piedi della Croce, nessuno di noi può dire quale sia stata la passione più crudele : se: quella di un uomo innocente che muore sul patibolo della Croce, o l’agonia di una madre che accompagna gli ultimi istanti della vita di suo figlio.

« I Vangeli sono laconici ed estremamente discreti. Registrano con un semplice verbo la presenza della Madre: lei “ stava ” (Gv 19, 25). Lei stava. Nulla dicono della sua reazione : se piangesse, se non piangesse... Nulla: nemmeno una pennellata per descrivere il suo dolore; su questi dettagli si sarebbe poi avventata l’immaginazione di poeti e di pittori, regalandoci immagini che sono entrate nella storia dell’arte e della letteratura.

« Ma i Vangeli dicono soltanto: lei “ stava ”. Stava lì, nel più brutto momento, nel momento più crudele, e soffriva con il figlio : “ stava ”.

Maria “ stava ”, semplicemente era lì. Eccola nuovamente, la giovane donna di Nazareth, ormai ingrigita nei capelli per il passare degli anni, ancora alle prese con un Dio che dev’essere solo abbracciato, e con una vita che è giunta alla soglia del buio più fitto.

« Maria “ stava ” nel buio più fitto, ma “ stava ”. Non se n’è andata. Maria è lì, fedelmente presente, ogni volta che c’è da tenere una candela accesa in un luogo di foschia e di nebbia.

« Nemmeno lei conosce il destino di risurrezione, che suo Figlio stava in quell’istante aprendo per tutti noi uomini».

Ma allora lei non conosceva la Sacra Scrittura ? « Maria è lì, per fedeltà al piano di Dio, di cui si è proclamata serva nel primo giorno della sua vocazione, ma anche a causa del suo istinto di madre che semplicemente soffre, ogni volta che c’è un figlio che attraversa una passione. Le sofferenze delle madri: tutti noi abbiamo conosciuto donne forti che hanno affrontato tante sofferenze dei figli !»

Ecco dunque che quella Vergine dei Dolori, che Lucia, Francesco e Giacinta hanno contemplato nel cielo di Fatima, è ridotta alla condizione di una “donna” ordinaria!

Eppure, dall’alto della Croce, Gesù si rivolse a sua Madre in termini che sono senza equivalente umano.

Spiegava nostro padre l’abbé de Nantes : « Intendo dire che, tra Gesù e sua Madre, c’è una relazione simile a quella che Gesù intratteneva con suo Padre. Certamente Gesù è il Figlio del Padre; ma egli è la Parola che supera tutti i linguaggi. Parimenti, Gesù è il Figlio di Maria; ma egli intrattiene con sua Madre una relazione infinita, illimitata, totale, misteriosa, ineffabile.

«Se Gesù avesse detto: “ Madre ”, egli avrebbe ridotto la Vergine Maria a questa funzione provvidenziale ch’ella ha avuto di generarlo e di allevarlo in questo mondo».

Questo “ minimalismo ”, così estraneo sia al Cuore di Gesù che alla tradizione dei santi Padri e Dottori della Chiesa fino ad oggi, papa Francesco ce lo conferma al seguito del Concilio Vaticano II. Ma `proprio contro questo che l’abbé de Nantes, dottore mistico della fede cattolica, ha meravigliosamente sviluppato la ricca verità :

« Ma questa stessa funzione, questa relazione così nobile e così meravigliosa, per quanto unica e incomparabile, non dice che una parte, non dico dell’affetto, ma dello scambio di saggezza che regnava tra Lui e Lei.

« Poiché Gesù restava sulla Croce in qualità di Salvatore del mondo, Egli era come il Padre di tutti gli uomini. E se non si dice ch’Egli è il Padre di tutti i salvati dal suo Sangue sulla Croce, è perché egli è talmente Figlio di suo Padre, da ricondurre ogni paternità al Padre suo che è nei Cieli. Ma è Lui che li genera alla grazia dall’alto della Croce; Egli è il tutto della Rivelazione.

« E Maria ? Che fa ? Ella è la sua cooperatrice, Ella è corredentrice, Ella è mediatrice con lui. Ella è come la Sposa : Sposa spirituale che ha con Lui una totale unione spirituale. In Lei e in Lui vive lo stesso Spirito: lo Spirito Santo. Dato ch’Ella esercita con Lui questa indivisibile funzione di paternità-maternità, questa funzione mistica d’illuminazione e di salvezza le permette di adottare tutti coloro che sono in via di essere illuminati e salvati da Gesù.

« Dunque, quando dice alla Vergine Maria “ Ecco tuo figlio ”, indicandole san Giovanni, Gesù non crea una situazione eccezionale, non crea un privilegio per Lei; Egli non fa altro, per così dire, che consacrare una relazione di diritto, che deve esistere. Il discepolo è simbolo di questa nuova umanità senza divisioni, raffigurata dalla tunica priva di giunture. San Giovanni impersona il gregge radunato dal Buon Pastore ai piedi della Croce, costituito da tutti coloro che sono veramente “ discepoli ” come lui. La relazione è vicendevole: ora il “ figlio ” è interamente rivolto verso sua “madre” ed Ella è interamente rivolta verso di lui». 

Vale per la Madre quanto fu detto diGerusalemme, la Sposa di Yahweh che farebbe nascere un intero popolo in un sol giorno. E’ quanto fu chiaramente predetto dal profeta:

« Chi mai ha udito nulla di simile, chi mai ha visto nulla di eguale? Partorire un popolo in un sol giorno? Generare una intera nazione in una sola volta? Si genera forse assieme tutta una nazione? Non appena è giaciuta, Sion ha generato i suoi figli ! » (Is 66, 8).

« Sion non era che una figura di Maria. I primi dolori, sono la compassione del suo Cuore attraversato da una spada ai piedi della Croce, nel momento in cui Gesù soffre per acquistarsi una umanità riscattata dal suo prezioso Sangue. E’ allora ch’Ella genera un intero popolo ».

« Donna, ecco tuo figlio ! »

Questa frase di Gesù compie la profezia : « Solleva lo sguardo intorno e guarda: tutti si rassomigliano e vengono da te. I tuoi figli vengono da lontano e le tue figlie sono portate in braccio. » (Is 60, 4). I figli d’Israele, dispersi dall’esilio, stanno tornando a Gerusalemme. Maria personifica questa città santa, Figlia di Sion, Sposa di Jahweh, che accoglie i suoi piccoli :

« Ognuno chiama Sion Madre, perché ognuno è nato in essa. » (Ps 87, 5, secondo i Settanta).

« A partire da quel momento, il discepolo l’accolse da lui. » .

Alle nozze di Cana, l’Ora non era ancora giunta (Gv 2, 4). Questa volta, l’Ora è giunta per accogliere non la Persona di Gesù, la sua parola, il suo messaggio, come d’altronde ovunque nel quarto Vangelo, ma la Vergine Maria. Il che equivale ad accogliere lo Spirito Santo; Giovanni l’accoglie come suo, nella sua intimità, come propria madre.

« Figli, ecco vostra Madre . »

Da vero discepolo di Gesù, Giovanni ama la Vergine Maria e la venera dal momento del loro primo incontro a Cana. Ma, allorché cade questa nuova frase, la Vergine Maria s’installa subito su un trono, al centro del cuore di san Giovanni. “Ella è mia Madre”. Questa frase, non appena pronunciata, si realizza (BIBLIA ARCHEOLOGIA STORIA Edizione francese, t. 3, pp. 37-38).

No! La Madonna di Fatima non è la “Madonna-superstar” bestemmiata da papa Francesco “come un personaggio che si piazza da sé al centro” e, che come tale, “non è cattolico” (discorso si superiori generali, 25-11-2016). Ella è nostra Madre e comanda con l’autorità della Madre di Dio :

« E’ giunto il momento in cui Dio chiede al Santo Padre di fare, in unione con tutti i vescovi del mondo, la consacrazione della Russia al mio Cuore Immacolato, promettendo di salvarla con questo mezzo. Sono così numerose le anime condannate dalla giustizia divina per i peccati commessi contro di me, che io vengo a chiederne riparazione. Sacrìficati e prega per questa intenzione».

Orbene, non solo papa Francesco non fa alcun caso alle richieste della Madonna, ma egli “ si piazza da sé al centro ”, fino al punto di esiliarne la Regina del Cielo,nel suo messaggio visivo rivolto ai Portoghesi nell’antivigilia del suo pellegrinaggio.

Infatti, la Madonna aveva detto a Lucia :

« Tu resterai qui per un certo tempo. Gesù vuole servirti di te al fine di farmi conoscere e amare. Egli vuole stabilire nel mondo la devozione al mio Cuore Immacolato. A chi abbraccerà questa devozione, io prometto la salvezza; queste anime saranno care a Dio, come fiori posti da me per ornare il suo trono.» (13 giugno 1917).

Ma papa Francesco si mette al posto della Madonna, per estendere «  il mazzo dei più bei “ fiori ” all’intera umanità :

« Infatti, è nella funzione di pastore universale che io vorrei presentarmi davanti alla Vergine, offrendole il mazzo dei più bei “ fiori ” affidato da Gesù alle mie cure (cfr. Gv 21, 15-17), ossia i fratelli e le sorelle del mondo intero salvati dal suo Sangue, senza escludere nessuno. »

Mentre la Santa Vergine promette la salvezza a chi abbraccerà la devozione al suo Cuore Immacolato, papa Francesco dichiara che tutte le pecore affidate alle sue cure sono “salvate senza escludere nessuno”. Egli quindi apporta una “salvezza” più universale:

« Ecco perché ho bisogno che voi siate tutti uniti a me; io ho bisogno della vostra unione (fisica o spirituale: l’importante è ch’essa venga dal cuore) per comporre questo mazzo di fiori, la mia “rosa d’oro”. In tal modo, formando “ un cuore solo e un’anima sola ” (At 4, 32), io vi affiderò alla Vergine, chiedendole di sussurrare a ciascuno: “ Il mio Cuore Immacolato sarà il tuo rifugio e il cammino che ti condurrà a Dio ” (apparizione del 3 giugno 1917)».

Ma questa frase della Santa Vergine si rivolgeva a Lucia, per incoraggiarla a compiere una missione che papa Francesco svuota per inserirsi nel più vasto progetto del M.A.S.D.U instaurato da Paolo VI.

Così, è tutto qui. Che abilità! Ma è il papa che sta al centro: « CON MARIA, PELLEGRINO NELLA SPERANZA E NELLA PACE » : non “ per Maria ” e per il suo Cuore Immacolato, né “per Maria e per il trionfo del suo Cuore Immacolato”, ma “ con Maria ” pellegrina assieme a noi:

« E’ questo il motto del nostro pellegrinaggio, che racchiude in esso un intero programma di conversione. Io sono felice di sapere che, in questo momento benedetto che è il culmine di un secolo di momenti benedetti, voi veniate per prepararvi a una intensa preghiera

Dunque, il “culmine” non fu il miracolo del 13 ottobre 1917, macché! E’ il pellegrinaggio di papa Francesco, dopo quello di Paolo VI (nel 1967 per il cinquantenario), che « allarga il nostro cuore e lo prepara a ricevere i doni divini. Io vi ringrazio per le preghiere e i sacrifici, che voi offrite quotidianamente per me, dei quali ho tanto bisogno, perché io sono un peccatore fra i peccatori, “ sono un uomo dalle labbra impure e vivo in mezzo a un popolo dalle labbra impure ” (Is 6, 5). »

Ossia come il profeta Isaia, al quale Francesco si assimila, in tutta semplicità !, per annunciare una nuova era messianica. « Che la preghiera illumini i miei occhi, per saper vedere gli altri come Dio li vede, per amare gli altri com’Egli li ama. In suo nome, io verrò tra voi nella gioia di condividere con tutti il Vangelo della speranza e della pace. Che il Signore vi benedica e che la Vergine Maria vi protegga ! »

« Venerdì e sabato prossimi, se Dio vuole – ha ancora dichiarato il Papa in piazza san Pietro, salutando i pellegrini portoghesi questo mercoledì 10 maggio – io ni recherò in pellegrinaggio a Fatima, per affidare alla Vergine Maria il destino temporale ed eterno dell’umanità e per implorare sulle sue vie le benedizioni del Cielo.»

Lo ha fatto raccomandando la devozione riparatrice dei 5 primi sabati del mese, in favore dell’eterna salvezza delle anime che la praticano ?

Lo ha fatto consacrando la Russia al Cuore Immacolato di Maria, in favore della pace nel mondo?

Ahinoi, no!

Fra Bruno di Gesu Maria