LIBRO D'ACCUSA CONTRO IL “CCC”
UNDICESIMA ERESIA
La laicità dello stato, la libertà dell’uomo
al disprezzo della legge divina,
segno dell’apostasia finale e del castigo di Dio
« ASCOLTA, ISRAELE ! »
« ASCOLTA Israele ! Io sono il Signore Dio tuo che t'ho cavato dalla terra d'Egitto, dal luogo di schiavitù. Non avrai altri dèi al mio cospetto. Adorerai il Signore tuo Dio e lo servirai... Non andrete dietro a dèi stranieri. » (Es 20, 2 ; Dt 6, 13-14)
ARGOMENTO
Tutti i discendenti di Abramo, secondo la carne, secondo lo Spirito, conoscono e non ascoltano mai senza un fremito sacro, di timore riverenziale, servile e filiale, questo appello : Ascolta Israele !
Niente vi è di più grandioso e terrificante dell'istituzione di questa antica Alleanza, nè fra i pagani, nè fra gli Ebrei stessi, in cui Dio si mostra così vicino al suo popolo e tuttavia così terribile nella sua triplice santa Maestà. Ebbene, a questo popolo scelto fra tutti, dà come condizione del suo amore, il rispetto e la sottomissione assoluta alla Legge che ha promulgato, accompagnata da promesse di benedizioni se vi sarà fedele e di duri castighi se verrà infranto il minimo comandamento... lasciando d'altronde prevedere che questa duplice disgrazia, della trasgressione e del castigo, avverrà costantemente fintanto che il suo popolo non corrisponderà all'offerta fattagli.
Bisogna dunque obbedire, bisogna camminare per non essere annientati in questo terribile deserto. Ma se si custodisce la fedeltà e la fiducia in Dio Onnipotente e misericordioso, si arriverà alle porte della Terra promessa e si entrerà in quel glorioso paese dove stillano latte e miele, per conoscervi una tranquilla felicità.
Bisogna però che Israele ascolti la legge di Yahvé e la metta in pratica. A noi, nuovo Israele, il Figlio di Dio ricorda questa stessa legge che non è venuto ad abolire ma a completare :
2196. Gesù disse : « Il primo comandamento è : “ Ascolta, Israele. Il Signore Dio nostro, è l'unico Signore ; amerai dunque il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza. ” E il secondo è questo : “ Amerai il prossimo tuo come te stesso. ” Non c'è altro comandamento più importante di questo. » (Me 12,29-31)
Chi legge queste immortali parole in questo catechismo così come nel proprio Vangelo o nella propria Bibbia, non può non vedere tutto il genere umano, o almeno tutta la cristianità, o almeno tutta la Chiesa, e particolarmente la Francia, e almeno la propria parrocchia, la propria famiglia o la propria comunità, che riceve da Gesù, più grande di Mosé ! questa stessa legge affinchè tutti la mettiamo in pratica, insieme e personalemente, ognuno responsabile di sé stesso ma sotto l'ordine e con l'aiuto delle nostre Autorità spirituali e temporali, Papa, vescovi, re, principi, governatori, padroni e padri di famiglia :
« Adorerai... Amerai... Non uccidere... non dire falsa testimoniaza... »
Ai nostri capi spetta comandarci. Con il loro ordine e sotto giuste minacce, così come con i loro incoraggiamenti e ricompense, vi arriveremo, sebbene siamo così cattivi e vili ! È dunque una via praticabile. E meriteremo le benedizioni promesse e eviteremo i castighi !
Così, è stata grande la mia sorpresa nel vedere questo catechismo adottare con una scandalosa furbizia, d'un farisaismo record ! una interpretazione tutta individuale, soggettiva, intimista, di questo Decalogo proclamato per il mondo sul Monte Sinai, in un fragore di lampi e di tuoni !
« ASCOLTA ISRAELE ! »
No, non si tratta più di Israele ma dell'uomo :
2063. L'Alleanza e il dialogo tra Dio e l'uomo sono ancora attestati dal fatto che tutte le imposizioni sono enunciate in prima persona (« Io sono il Signore... ») e rivolte a un altro soggetto (« Tu... »). In tutti i comandamenti di Dio è un pronome personale singolare che indica il destinatario. Dio fa conoscere la sua volontà a tutto il popolo e, nello stesso tempo, a ciascuno in particolare.
Il Signore comandò l'amore verso Dio e insegnò la giustizia verso il prossimo, affinchè l'uomo non fosse nè ingiusto, nè indegno di Dio. Cosi, per mezzo del Decalogo, Dio preparava l'uomo a diventare suo amico e ad avere un solo cuore con il suo prossimo (...). Le parole del Decalogo restano validissime per noi. Lungi dall'essere abolite, esse sono state portate a pienezza di significato e di sviluppo dalla venuta del Signore nella carne. (Sant'Ireneo)
Che astuzia ! Che menzogna ! Che tradimento ! Queste parole tranquillizzanti : « a tutto il popolo e, nello stesso tempo », sono qui solo per meglio tacere in seguito il carattere generale e pubblico della Legge di Dio, e chiuderla nel segreto della coscienza individuale ! Già è certa l'ingiuria fatta a Dio, la ribellione contro la sua Legge è evidente, e la maledizione cadrà su quelle persone che predicano il laicismo dei poteri temporali... e infine il proprio !
Lo so ! È nel cuore umano che è adesso scritta la Legge di Dio, felice progresso annunciato da Geremia. Ma ciò non vuol dire che il cuore dei Principi e dei Papi, che le costituzioni degli Stati e il diritto ecclesiastico, che i padri e le madri di famiglia la possano scaricare sulla coscienza del povero popolo e dei figli ! « Ma guai a voi, scribi e Farisei ipocriti ! » (Mt 23, 13)
2072. Poiché enunciano i doveri fondamentali dell'uomo verso Dio e verso il prossimo, i dieci comandamenti rivelano, nel loro contenuto essenziale, delle obbligazioni gravi. Sono sostanzialmente immutabili e obbligano sempre e dappertutto. Nessuno potrebbe dispensare da essi. I dieci comandamenti sono incisi da Dio nel cuore dell'essere umano.
2084. Dio si fa conoscere ricordando la sua azione onnipotente, benevola e liberatrice nella storia di colui al quale si rivolge: « Io ti ho fatto uscire dal paese d'Egitto, dalla condizione di schiavitù. » La prima parola contiene il primo comandamento della Legge: « Temerai il Signore Dio tuo, lo servirai (...) Non seguirete altri dei. » (Dt 6, 13 -14) Il primo appello e la giusta esigenza di Dio è che l'uomo lo accolga e lo adori.
Questa Legge è stata data all'Israele di Dio, ai suoi capi perchè vi si sottomettano essi stessi e vi obblighino il loro popolo ! E ad ognuno dei suoi membri perchè vi trovino la salvezza. Non è forse chiaro e certo ? Ma non ne volete sapere ! Allora tergiversate :
2085. Il Dio unico e vero rivela innanzi tutto la sua gloria ad Israele. La rivelazione della vocazione e della verità dell'uomo legata alla Rivelazione di Dio. L'uomo ha la vocazione di manifestare Dio agendo in conformità con il suo essere creato « ad immagine e somiglianza di Dio ».
« ADORERAI IL SIGNORE DIO TUO. »
Ancora oggi in Israele, gli Ebrei praticanti considerano la Legge di Yahvé la Costituzione principale del loro popolo. Esigono dai loro legislatori e governanti che il Decalogo sia la loro Legge fondamentale che deve essere conservato alla lettera per mantenerne lo spirito e imporne e proteggerne la pratica.
E noi, la Chiesa, il nuovo Israele ? Faceva lo stesso in quello che si chiama l'Ancien Régime. Poi si sono succedute le rivoluzioni massoniche che hanno imposto ai nostri popoli cristiani, come base costituzionale, i loro ipocriti e ateistici Diritti dell'uomo e del cittadino. Infine, il peggio è arrivato quando la Chiesa ha giustificato questa mostruosa apostasia pratica per riconoscere al nemico il diritto di emanciparsi, lui e la nazione, l'universo che ha sottomesso, dal Dio tre volte Santo, da Gesù Cristo, Re dei Re e Signore dei Signori; per infine non inginocchiarsi, non adorare e non servire altro che l'uomo, il suo idolo dietro al quale si fa intravedere Satana.
Ecco l'orrore di questa undicesima eresia. Essa consiste nel deviare da Dio all'uomo, al suo piacere individuale e al suo capriccio, il senso di questa Legge che il nostro Creatore aveva emanato a sua Gloria e per il suo servizio :
2070. I dieci comandamenti appartengono alla Rivelazione di Dio. Al tempo stesso ci insegnano la vera umanità dell'uomo. Mettono in luce i doveri essenziali e, quindi, indirettamente, i diritti fondamentali inerenti alla natura della persona umana. Il Decalogo contiene una espressione privilegiata della “ legge naturale ” :
Fin dalle origini, Dio aveva radicato nel cuore degli uomini i precetti della legge naturale. Poi si limitò a richiamarli alla loro mente. Fu il Decalogo. (Sant'Ireneo)
Si utilizza sant'Ireneo, così come si utilizzerà il diavolo o il buon Dio per ridurre la Legge universale ad una obbligazione di coscienza individuale, e poi ridurre il dovere di sottomissione religiosa al diritto inerente alla persona umana di non seguire che il suo piacere e la sua idea di autentica umanità ! Verrà allora instaurato finanche nella Chiesa, il culto perfetto dell'uomo nella sua incoercibile dignità e nella sua totale libertà. Questo si chiama l'Apostasia degli ultimi tempi.
« SOLO A LUI RENDERAI UN CULTO ! »
Ecco l'uomo risalito sul suo piedistallo. La sua prosternazione ai piedi del Sinai non è durata a lungo. Israele non c'è più, l'uomo lo rimpiazza. L'adorazione di Dio e gli altri comandamenti della Legge erano stati promulgati affinchè ovunque nel mondo ognuno avesse il diritto di praticare la religione. Ancora una parola e l'oltraggio a Dio sarà totale : ognuno la propria religione, secondo la propria coscienza, nella propria libertà inviolabile e in seno stesso alla Chiesa, secondo la propria fede personale e il proprio carisma originale.
Leggete, in questo capitolo consacrato all'adorazione e alla sottomissione dovute a Dio, la giustificazione della nonadorazione, della non-sottomissione, in un groviglio dove l'ateismo penetra finalmente fino al cuore della Chiesa e di ogni fedele per trionfarne completamente. È incredibile.
“ Il DOVERE SOCIALE DELLA RELIGIONE E IL DIRITTO ALLA LIBERTA RELIGIOSA. ”
Ecco il primo comandamento della nuova legge !
2137. L'uomo deve « poter professare liberamente la religione sia in forma privata che pubblica ».
Ma, raffinata perfidia in ciò che si crede essere un errata corrige o un errore di stampa : “ la religione ” è per ognuno la sua propria religione ! Eccone le conseguenze :
2104. « Tutti gli uomini sono tenuti a cercare la verità, specialmente in ciò che riguarda Dio e la sua Chiesa, e, una volta conosciuta, ad abbracciarla e custodirla. » È un dovere che deriva dalla « stessa natura » degli uomini. Non si contrappone ad un « sincero rispetto » per le diverse religioni, le quali « non raramente riflettono un raggio di quella verità che illumina tutti gli uomini », nè all'esigenza della carità, che spinge i cristiani « a trattare con amore, prudenza e pazienza gli uomini che sono nell'errore o nell'ignoranza circa la fede ».
2195. Il dovere di rendere a Dio un culto autentico riguarda l'uomo individualmente e socialmente. È « la dottrina cattolica tradizionale sul dovere morale dei singoli e delle società verso la vera religione e l'unica Chiesa di Cristo ». Evangelizzando senza posa gli uomini, la Chiesa si adopera affinchè essi possano « informare dello spirito cristiano la mentalità e i costumi, le leggi e le strutture della comunità » in cui vivono. Il dovere sociale dei cristiani è di rispettare e risvegliare in ogni uomo l'amore del vero e del bene. Richiede loro di far conoscere il culto dell'« unica vera religione che sussiste nella Chiesa cattolica ed apostolica ». I cristiani sono chiamati ad esser la luce del mondo. La Chiesa in tal modo manifesta la regalità di Cristo su tutta la creazione e in particolare sulle società umane.
2106. « Che in materia religiosa nessuno sia forzato ad agire contro la sua coscienza, nè impedito, entro debiti limiti, di agire in conformità alla sua coscienza privatamente o pubblicamente, in forma individuale o associata. » Tale diritto si fonda sulla natura stessa dèlia persona umana, la cui dignità la fa liberamente aderire alla verità divina che trascende l'ordine temporale. Per questo « perdura anche in coloro che non soddisfano all'obbligo di cercare la verità e di aderire ad essa ».
2107. « Se, considerate le circostanze peculiari dei popoli, nell'ordinamento giuridico di una società viene attribuito ad una comunità religiosa uno speciale riconoscimento civile, è necessario che nello stesso tempo a tutti i cittadini e comunità religiose venga riconosciuto e rispettato il diritto alla libertà in materia religiosa. »
2108. Il diritto alla libertà religiosa non è nè la licenza morale di aderire all'errore, nè un implicito diritto all'errore, bensì un diritto naturale della persona umana alla libertà civile, cioè l'immunità da coercizione esteriore, entro giusti limiti, in materia religiosa, da parte del potere politico. Questo diritto naturale « deve essere riconosciuto nell'ordinamento giuridico della società così che divenga diritto civile ».
2109. Il diritto alla libertà religiosa non può essere di per sé nè illimitato, nè limitato semplicemente da un « ordine pubblico » concepito secondo un criterio positivista o naturalista. I « giusti limiti » che sono inerenti a tale diritto devono essere determinati per ogni situazione sociale con la prudenza politica, secondo le esigenze del bene comune, e ratificati dall'autorità civile secondo « norme giuridiche conformi all'ordine morale oggettivo ».
Tramite tutte le astuzie e le contraddizioni di questo testo ricopiato dalla Dignitatis Humanae, i suoi primi approcci eretici e i suoi indietreggiamenti studiati per ottenere il consenso della minoranza conciliare rimasta cattolica, la libertà religiosa è qui così ben congegnata che conduce, due pagine più in là, ad un elogio, velato naturalmente, ma ben sentito, dell'ateismo e dell'agnosticismo. Queste ultime righe hanno commosso gli inferi :
2126. Spesso l'ateismo si fonda su una falsa concezione dell'autonomia umana, spinta fino al rifiuto di ogni dipendenza nei confronti di Dio (GS 20, 1). In realtà, « il riconoscimento di Dio non si oppone in alcun modo alla dignità dell'uomo, dato che questa dignità trova proprio in Dio il suo fondamento e la sua perfezione » (GS 21, 3). La Chiesa sa « che il suo messaggio è in armonia con le aspirazioni più segrete del cuore umano » (GS 21, 7).
Tanto varrebbe qui dire che è in armonia con Satana ! Purtroppo questi testi costituiscono l'apporto personale di Mgr. Karol Wojtyla al concilio Vaticano II e la ragione decisiva della sua elezione al sommo pontificato, la sua "missione", il suo "servizio" oggi alla Chiesa, secondo le sue proprie parole.
« AMERAI IL PROSSIMO COME TE STESSO. »
Dopo aver per tre quarti annullato i precetti della prima Tavola della Legge che concernono il culto di Dio e il suo servizio, bisogna temere che questo catechismo non sia più coraggioso nè più fedele nell'esporre e nel difendere i sette precetti della seconda Tavola relativi all'amore del prossimo e al rispetto per sé stessi, precetti morali che si prestano un aiuto vicendevole, benché sotto forme diverse. Sia che il progresso della virtù personale orienti verso il servizio più caloroso e più efficace nei riguardi dell'amato prossimo fino al sacrificio della propria vita per i propri fratelli. Sia che il rispetto dei diritti del prossimo e la ricerca del suo bene risultino da un calcolo di prudenza del Vecchio Testamento, nell'attesa che il nostro prossimo ci ricambi l'atteggiamento, concedendoci cioè una vita tranquilla e protetta.
Il CCC, lui, adotta la concezione personalista, filantropica e socialista moderna del regno universale dei diritti dell'uomo, così che ognuno può, su questo ideale, costruire sé stesso senza danneggiare nessuno. Analizzaziamo in dettaglio i diversi ingredienti di una tale “ etica ” :
1. L'amore di sé è, in verità, perfettamente innocente; è istintivo, è ontologico, è vitale. È buono :
2264. L'amore verso se stessi resta un principio fondamentale della moralità. È quindi legittimo far rispettare il proprio diritto alla vita.
È tutto ed è poco ! Peccato ! Secondo Cristo, questo amore dà la misura dell'amore del prossimo (2196) !
2. L'amore di Dio mi sembra così poco evocato come movente per l'eroismo morale ! fino ad un punto inquietante. Ameremmo che i dieci Comandamenti fossero semplicemente fondati e affidati alla ragione primaria, così dolce a santa Teresa del Bambin Gesù, che ciò “ fa piacere al buon Dio ” ! Non è tutta la moralità dell'azione; ne è un ben noto movente ! Ebbene no ! Il nostro Catechismo si considera laico, ecumenico e liberale.
3. All'autorità dello Stato non è assolutamente richiesto di esercitarsi nei campi di sua competenza, in esecuzione fedele ai comandamenti di Dio, ma solo a frenare qualche disordine, a garantire qualche libertà minacciata. Sull'obbligo di praticare il culto di Dio, eravamo già stati colpiti dalla maniera astuta con la quale il CCC ne dispensava lo Stato laico moderno, contro Dio ! facendosi complice degli empi. Ma in tutti i campi della vita sociale dove l'intervento dello Stato è continuo e despotico, il mai ricordargli il suo sacro dovere di difendere la virtù, di combattere ogni disordine e ogni crimine, è similmente condannabile !
4. Quali valori dunque ecciteranno lo sforzo morale ? Ecco una pagina dove il nostro CCC dà la misura della sua vacuità :
2244. Ogni istituzione si ispira, anche implicitamente, ad una visione dell'uomo e del suo destino, da cui deriva i propri criteri di giudizio, la propria gerarchia dei valori, la propria linea di condotta. Nella maggior parte della società le istituzioni fanno riferimento ad una certa preminenza dell'uomo sulle cose. Solo la Religione divinamente rivelata ha chiaramente riconosciuto in Dio, Creatore e Redentore, l'origine e il destino dell'uomo. La Chiesa invita i poteri politici a riferire i loro giudizi e le loro decisioni a tale ispirazione della verità su Dio e sull'uomo. Le società che ignorano questa ispirazione o la rifiutano in nome della loro indipendenza in rapporto a Dio, sono spinte a cercare in se stesse oppure a mutuare da una ideologia i loro riferimenti e il loro fine e, non tollerando che sia affermato un criterio oggettivo del bene e del male, si arrogano sull'uomo e sul suo destino un potere assoluto, dichiarato o non apertamente ammesso, come dimostra la storia.
2245. La Chiesa, che a motivo della sua missione e della sua competenza, non si confonde in alcun modo con la comunità politica, è ad un tempo il segno e la salvaguardia del carattere trascendente della persona umana. « La Chiesa... rispetta e promuove anche la libertà politica e la responsabilità dei cittadini. »
2246. È proprio della missione della Chiesa « dare il suo giudizio morale anche su cose che riguardano l'ordine politico, quando ciò sia richiesto dai diritti fondamentali della persona e dalla salvezza delle anime. E questo farà, utilizzando tutti e solo quei mezzi che sono conformi al Vangelo e al bene di tutti, secondo la diversità dei tempi e delle situazioni. »
Ecco tutto ! La Chiesa post-conciliare non vuole altro. Un vago riferimento a Dio Creatore e Redentore (senza che questa parola evochi necessariamente Gesù Cristo). Poi una allusione alla “ salvezza delle anime ”, senza alcuna precisione nè alcun seguito. Vale a dire : niente. La Chiesa non ha niente da offrire, ancora meno da imporre alle autorità civili, ai poteri temporali: a forza di viltà siamo all'apostasia.
COSA RESTA PER COSTRUIRE UNA FERVENTE MORALE ?
I diritti dell'uomo, il culto dell'uomo.
2467. L'uomo è naturalmente proteso alla verità. Ha il dovere di rispettarla e di attestarla : « A motivo della loro dignità tutti gli uomini, in quanto sono persone..., sono spinti dalla loro stessa natura e tenuti per obbligo morale a cercare la verità, in primo luogo quella concernente la religione. E sono pure tenuti ad aderire alla verità conosciuta e ordinare tutta la loro vita secondo le esigenze della verità. »
Ma questo catechismo non dice loro mai chiaramente questa Verità, che li obbligherebbe a scegliere di amare Dio e di servirLo perfino nel prossimo più povero invece di “ costruirsi ” loro stessi come idoli votati al loro stesso culto ! Poiché, in definitiva, l'amore di Dio, l'imitazione di Gesù Cristo, l'adesione cordiale al suo Vangelo, l'amore per la Croce, il desiderio di espiazione e di riparazione al Sacro Cuore e al Cuore Immacolato di Maria, la sete missionaria per la salvezza delle anime, il desiderio di martirio, tutto ciò è terribilmente assente da questa spiegazione del Decalogo.
ANATEMI
I. Se qualcuno dice che la legge divina imposta a Israele, popolo di Dio, non si impone ai popoli della Nuova Alleanza attraverso il ministero delle loro guide spirituali e temporali, con tutta la forza impellente delle loro obbligazioni e sanzioni civili e ecclesiastiche, che sia anatema.
II. Se qualcuno esonera il potere temporale da ogni soggezione a Dio, da ogni sottomissione al potere spirituale del Vicario di Gesù Cristo, e da ogni applicazione al servizio della Chiesa cattolica e alla salvezza delle anime, che sia anatema.
III. Se qualcuno dice che la legge divina s'impone a tutti tramite la voce della coscienza, espressione della legge naturale, lasciando però ad ognuno l'intera libertà e responsabilità di rispondervi o di rifiutarla senza l'aiuto e perfino senza la costrizione spirituale e secolare di alcuno, che sia anatema.
IV. Se qualcuno dice che le autorità spirituali e temporali devono riconoscere, al di là della tolleranza, il diritto naturale di ogniuomo alla libertà religiosa e civile, così come di sottomettersi o di liberarsi della legge divina del Decalogo, che sia anatema.
V. Se qualcuno dice che l'ateismo e l'agnosticismo devono essere rispettati come un'espressione positiva della ricerca della verità e non sono un'empietà criminale che conduce alla dannazione eterna, da cui ognuno deve guardarsi distogliendone il suo prossimo per carità, che sia anatema.
VI. Se qualcuno dice che si può piacere a Dio senza conoscere la sua legge e senza volerla mettere in pratica nel migliore dei modi, che sia anatema.
VII. Se qualcuno dice che il riconoscimento di Dio non si oppone in alcun modo all'autonomia dell'uomo esigita dalla propria dignità, poiché questa dignità trova in Dio stesso ciò che la fonda e la completa, che sia anatema.