LIBRO D'ACCUSA CONTRO IL “CCC”

QUINTA ERESIA 
Errore su un al di là perduto fuori dallo spazio 
e dal tempo, su un Cristo disincarnato 
e su un regno evanescente

ARGOMENTO

SIAMO profondamente scossi nella nostra fede e nella nostra fiducia nella Chiesa per il duplice colpo della modernità di questo Catechismo che oltrepassa la nostra intelligenza della Verità dogmatica e che rompe con il tesoro vivente della nostra Tradizione cattolica. Qui proviamo una lacerazione, come uno scisma, e lì una speculazione gnostica, come un’eresia.

Che si tratti dei rapporti soprannaturali tra Dio e noi, tutto di predestinazione e grazia, o delle nostre relazioni con il Verbo incarnato, Gesù Cristo, il quale ci chiama a seguirLo portando la nostra croce con Lui per essere salvati, o del dramma della sua dolorosa Passione subita da parte dei cattivi per la redenzione del mondo, non abbiamo potuto accettare che il CCC facesse strame della Sacra Scrittura, con un’audacia disonesta e menzognera, nè che egli disprezzi e contraddica tutta la Tradizione vivente, parlante, edificante dei secoli, per rompere infine insolentemente con la nostra stessa religione popolare e universale. Tale è lo scisma nel quale questo Catechismo si immerge con delizia e perversità. Ciò ci appare sacrilego.

Se almeno lo fosse perchè la Rivelazione divina ci parli e ci commuova maggiormente, che ci sia più accessibile e ci elevi agli splendori di Dio ! Ma è esattamente l’opposto. Ad ogni articolo del Credo, le nostre convinzioni immemorabili, la nostra mentalità cattolica comune, sono distrutte, annientate e rimpiazzate con delle teorie astratte, per nulla coerenti con la nostra fede ma piuttosto contrarie o estranee alla sua divina Verità e chiarezza. È un’eresia multiforme che prosegue e si complica da un capitolo all’altro, lasciandoci esterefatti e tristi. E una gnosi intellettuale, una visione ottimista, demobilizzatrice e senza amore, dove Dio parla sempre di meno e l’uomo si ripiega sul suo io invadente. È una successione di eresie che portano all’apostasia.

Ora dunque che Gesù ha terminato la sua corsa, avendo salvato tutti gli uomini, fin d’ora e per sempre, ci chiediamo ciò che ci racconteranno di paradossale sul suo futuro e sul nostro. La prova sarà decisiva. Se le nostre tradizioni e i nostri sentimenti saranno ancora sconvolti, sarà la disperazione o la scivolata generale in questa religione chimerica dell’uomo che si fa centro del mondo e che da gloria a se stesso senza più preoccuparsi di Dio, del suo Cielo e finanche dell’inferno...

Ed è esattamente ciò che succede !

LA RISURREZIONE , AVVENIMENTO STORICO E TRASCENDENTE

644. Anche messi davanti alla realtà di Gesù risuscitato, i discepoli dubitano ancora, tanto la cosa appare loro impossibile : credono di vedere un fantasma (...). Per questo l’ipotesi secondo cui la Risurrezione sarebbe stata un “ prodotto ” della fede (o della credulità) degli Apostoli, non ha fondamento. Al contrario, lo loro fede nella Risurrezione è nata - sotto l’azione della grazia divina - dall’esperienza diretta della realtà di Gesù risorto.

Ecco che appare decisivo e mi rallegra nella mia vecchia fede ancestrale, e mi dico : se Egli ha ripreso il suo Corpo con una tale Verità, un tale realismo, non è certo per dissolverlo e perderlo nè domani nè mai. L’avvenire davanti a noi è dunque sicuro, un Regno di Dio completo e affascinante. Ahimé ! Il CCC spenge velocemente questa fiamma :

645. Gesù risorto stabilisce con i suoi discepoli rapporti diretti, attraverso il contatto e la condivisione del pasto. Li invita a riconoscere da ciò che egli non è un fantasma, ma soprattutto a constatare che il corpo risuscitato con il quale si presenta a loro è il medesimo che è stato martoriato e crocifìsso, poiché porta ancora i segni della passione. Questo corpo autentico e reale possiede però al tempo stesso le proprietà nuove di un corpo glorioso ; esso non è più situato nello spazio e nel tempo, ma può rendersi presente a suo modo dove e quando vuole, poiché la sua umanità non può più essere trattenuta sulla terra e ormai non appartiene che al dominio divino del Padre. Anche per questa ragione Gesù risorto è sovranamente libero di apparire come vuole : sotto l’aspetto di un giardiniere o « sotto altre sembianze » (Mc 16, 12) diversi da quelli che erano familiari ai discepoli, e ciò per suscitare la loro fede.

Qui, sono riluttante davanti alla formula “ Esso non è più situato nello spazio e nel tempo ”. Ciò potrebbe apparire molto sapiente, molto nuovo, ma precisamente : 1° Si manda a spasso sdegnosamente il linguaggio, la comprensione, le rappresentazioni tradizionali del Mistero che fanno vivere la speranza della Chiesa da duemila anni. È già scismatico. 2° Si gioca su due immagini, il vecchio linguaggio e le sue interpretazioni esoteriche, senza sgomentarsi per la loro incoerenza e per la loro permanente contraddizione. Questo gioco equivoco dissimula l’evidente insufficienza della nuova gnosi nello spiegare qual’è oggi lo stato del Risuscitato “ fuori dallo spazio e dal tempo ”. Ciò che rimane così impensabile e che sfida il dogma cattolico è eretico ed è sufficiente perchè lo si rifiuti.

Il seguito conferma le nostre critiche :

646. La Risurrezione di Cristo non fu un ritorno alla vita terrena, come lo fu per le risurrezioni che egli aveva compiute prime della Pasqua : quelle della figlia di Giairo, del giovane di Naim, di Lazzaro. Questi fatti erano avvenimenti miracolosi, ma le persone miracolate ritrovavano, per il potere di Gesù, una vita terrena « ordinaria ». Ad un certo momento esse sarebbero morte di nuovo. La Risurrezione di Cristo è essenzialmente diversa. Nel suo tempo e dello spazio. Il Corpo di Gesù è, nella Risurrezione, colmato della potenza dello Spirito Santo; Esso partecipa alla vita divina nello stato della sua gloria, si che san Paolo può dire di Cristo che Egli è « l’uomo celeste ».

Tutto questo susseguirsi di proposizioni senza seguito logico, senza coerenza realista, è di pura divagazione intellettuale intorno al fatto della Risurezzione, ma eliminandola progressivamente per non lasciare altra realtà al Cristo che quella spirituale, senza luogo nè consistenza, senza durata e sincronia nè rapporti corporali o intellettuali con altri esseri simili a Lui.
Di fatto, si arriva ad una logomachia senza più alcun supporto storico nè fisico.

655. Nell’attesa di questo compimento, Cristo risuscitato vive nel cuore dei suoi fedeli. In lui i cristiani gustano « le meraviglie del mondo futuro » e la loro vita è trasportata da Cristo nel seno della vita divina.

Tutto ciò non vuol dire più nulla...

MA ECCO L’ASCENZIONE. VERSO NESSUN ALTRO LUOGO.

659. « Il Signore Gesù, dopo aver parlato con loro, fu assunto in cielo e sedette alla destra di Dio. » (Me 16, 19) Il Corpo di Cristo è stato glorificato fin dall’istante della sua Risurrezione, come lo provano le proprietà nuove e soprannaturali di cui ormai gode in permanenza. Ma durante i quaranta giorni nei quali egli mangia e beve familiarmente con i suoi discepoli e li istruisce sul Regno, la sua gloria resta ancora velata sotto i tratti di una umanità ordinaria. L’ultima apparizione di Gesù termina con l’entrata irreversibile della sua umanità nella gloria divina simbolizzata dalla nube e dal cielo ove egli siede ormai alla destra di Dio. In un modo del tutto eccezionale ed unico Egli si mostrerà a Paolo « come a un aborto » (1 Cor 15, 8) in un’ultima apparizione che costituirà apostolo Paolo stesso.

Cos’è questa “ entrata irreversibile ” della sua umanità “ nella gloria divina ” ? E questa “ irreversibilità ” (sic !) immediatamente contraddetta dal ritorno di Gesù, che ci assicurano fu eccezionale, durante l’apparizione a san Paolo sulla via di Damasco ! E ancora più grave, dalla parola degli Angeli nel racconto stesso dell’Ascensione, che smentisce questa pretesa irreversibilità : « Questo Gesù, che è stato assunto di qui da voi al cielo, verrà precisamente nella stessa maniera che lo avete visto andare al cielo. » (At 1, 11)

Come ci si può infischiare fino a questo punto della Parola divina e della testimonianza apostolica ? arrangiando questa nuova gnosi con la fede, mescolando tutto confusamente come qui appresso :

665. L’Ascensione di Cristo segna l’entrata definitiva dell’umanità (!) di Gesù nel dominio celeste di Dio (sic !) da dove ritornerà, ma che nel frattempo lo cela agli occhi degli uomini.

Qui veramente lo scisma e l’eresia si danno energicamente la mano, costringendoci ad una scelta decisiva tra questa gnosi desolante, nulla, apostata, e la nostra robusta speranza cattolica della risurrezione della carne e della vita eterna. Amen !

LA RISURREZIONE DELLA CARNE NON HA PIÙ ALCUN SENSO.

Questo stesso perfido linguaggio, questa doppiezza che unisce le pure immaginazioni gnostiche con la consistente realtà dei nostri dogmi cattolici, è forse un divertimento di dilettanti scettici e distruttori. Non può uscirne altro che la desertificazione della Chiesa e la morte per disidratazione delle anime, incapaci di resistere da sole al vento rovente di queste dannate invenzioni.

Ma ecco innanzi tutto, per ingannare i fedeli ? delle solide affermazioni riguardanti il dogma della resurrezione della carne :

989. Noi fermamente crediamo e fermamente speriamo che, come Cristo è veramente risorto dai morti e vive per sempre, cosi pure i giusti, dopo la loro morte, vivranno per sempre con Cristo risorto, e che egli li risusciterà nell’ultimo giorno.

990. Il termine “ carne ” designa l’uomo nella sua condizione di debolezza e di mortalità. La “ risurrezione della carne ” significa che, dopo la morte, non ci sarà soltanto la vita dell’anima immortale, ma che anche i nostri “ corpi mortali ” (Rm 8, 11) riprenderanno vita.

Il CCC moltiplica le citazioni della Santa Scrittura, dei Padri, dei Concili, di Benedetto XII sul Cielo, fra i più espliciti (1023), i quali escludono tutti l’idea imbecille, inconsistente, di una esistenza corporea (e spirituale !) fuori dallo spazio e dal tempo. Ci fa piacere e ci rassicura :

997. Che cosa significa “ risuscitare ” ? Con la morte, separazione dell’anima e del corpo, il corpo dell’uomo cade nella corruzione, mentra la sua anima va incontro a Dio, pur restando in attesa di essere riunita al suo corpo glorificato. Dio nella sua onnipotenza restituirà definitivamente la vita incorruttibile ai nostri corpi riunendoli alle nostre anime, in forza della Risurrezione di Gesù.

1015. « La carne è il cardine della salvezza. » (Tertulliano) Noi crediamo in Dio che è il Creatore della carne; crediamo nel Verbo fatto carne per riscattare la carne ; crediamo nella risurrezione della carne, compimento della creazione e della redenzione della carne.

Ma non lasciamoci ingannare, la nostra delusione sarebbe troppo amara. Come parlare di risurrezione della carne se non per andare in un luogo altrettanto materiale, e vivere con gli altri, santi o demoni, un destino pienamente umano ? Ed ecco il vuoto di una gnosi di “ priva di luogo ”, che accumula l’eresia e lo scisma d’una perfida negazione della fede.

lL CIELO, IL PURGATORIO, IL LIMBO, L’INFERNO : DEGLI STATI D’ANIMO PRIVI DI LUOGO !

Poiché Cristo è risuscitato e la Vergine Maria salita al Cielo, secondo il CCC :

966. « Infine, l’immacolata Vergine, finito il corso della sua vita terrena, fu assunta alla celeste gloria col suo corpo e con la sua anima, e dal Signore esaltata come la Regina dell’universo, perchè fosse più pienamente conformata al Figlio suo, il Signore dei dominanti, il vincitore del peccato e della morte »... ... E necessario che la loro mutua presenza costituisca uno spazio, inauguri un luogo che viene chiamato Cielo o Paradiso, soggiorno beato degli eletti. Ed in seguito, saranno stabiliti altri luoghi per la destinazione eterna degli altri esseri umani, anima e corpo, per la loro felicità, per la loro purificazione temporale o per la loro dannazione eterna. Il CCC ne parla in continuazione secondo il linguaggio tradizionale ma non manca mai di dissolverne la realtà con immagini gnostiche prive di alcuna consistenza o verità :

SI PARLA DEL CIELO ? È UNO STATO, NON UN LUOGO...

1024. Questa vita perfetta, questa comunione di vita e di amore con la Santissima Trinità, con la Vergine Maria, gli angeli e tutti i beati è chiamata “ il cielo ”. Il cielo è il fine ultimo dell’uomo e la realizzazione delle sue aspirazioni più profonde, lo stato di felicità suprema e definitiva.

1025. Vivere in cielo è “ essere con Cristo ”. Gli eletti vivono “ in Lui ”, ma conservando, anzi, trovando la lora vera identità, il loro proprio nome. « La vita, infatti, è stare con Cristo, perchè dove c’è Cristo, là c’è la vita, là c’è il Regno. »

SI PARLA DEL PURGATORIO ? È UNA PURIFICAZIONE PRIVA DI LUOGO.

1031 a. La Chiesa chiama Purgatorio questa purificazione finale degli eletti, che è tutt’altra cosa dal castigo dei dannati. La Chiesa ha formulato la dottrina della fede relativa al Purgatorio soprattutto nei Concili di Firenze e di Trento. La Tradizione della Chiesa, rifacendosi a certi passi della Scrittura, parla di un fuoco purificatore.

SI PARLA DELL’INFERNO ? È UNA SOFFERENZA PRIVA DI FUOCO E DI LUOGO !

1033. Nostro Signore ci avverte che saremo separati da lui se non soccorriamo nei loro gravi bisogni i poveri e i piccoli che sono suoi fratelli. Morire in peccato mortale senza esserne pentiti e senza accogliere l’amore misericordioso di Dio, significa rimanere separati per sempre da lui per una nostra libera scelta. Ed è questo stato di definitiva auto-esclusione dalla comunione con Dio e con i beati che viene designato con la parola « inferno ».

INFINE, QUI SI REVELA, PER SBAGLIO, L’ANTICRISTO :

Non mi sembra vi sia nulla di più insultante nei confronti di Gesù Cristo, della sua Chiesa, dei suoi predicatori, delle sue generazioni di fedeli pii e di santi che questa presa in giro delle parole di Cristo :

1027. Questo mistero di comunione beata con Dio e con tutti coloro che sono in Cristo supera ogni possibilità di comprensione e di descrizione. La Scrittura ce ne parla con immagini : vita, luce, pace, banchetto di nozze, vino del Regno, casa del Padre, Gerusalemme celeste, paradiso : « Quelle cose che occhio non vide, nè orecchio udi, nè mai entrarono in cuore di uomo, queste ha preparato Dio per coloro che lo amano. » (1 Cor 2, 9)

Ecco annientate come dei sogni infantili, come delle immagini rozze, estratte dalle Sacre Scritture ! le rappresentazioni e le concezioni che i cristiani unanimi si sono ovunque e sempre fatti, che hanno predicato e hanno creduto sulla fede di Cristo, considerandole le immagini scelte da Gesù, da san Giovanni ! riguardante il Cielo dove troneggiano Gesù e Maria, pieni di gioia e di gloria. Questo linguaggio ispirato suggerisce, meglio di qualsiasi discorso sapiente o di qualsiasi quintessenza d’astrazioni, il Paradiso promesso come un luogo magnifico, dello stesso genere, in meglio ! della terra, del cielo, delle acque e delle foreste, e di tutti gli splendori dei corpi e dei cuori, una bellezza, una tenerezza, un godimento d’amore e di conoscenza maggiori di quelle dei misteri del bambino nel ventre di sua madre, di una sposa nelle braccia del suo sposo, di una famiglia riunita intorno al tavolo delle nozze, della liturgia della consacrazione delle vergini, della consacrazione del vescovo, dell’estasi della Maddalena ai piedi di Gesù docente, di quella del discepolo che Gesù amava mentre ascoltava i battiti del suo divin Cuore la sera dell’ultima Cena.

Ed ecco tutto ciò disprezzato, contestato nella sua verità, rigettato per cosa ottenere di meglio ? È tuttavia Gesù che parla in questo modo, è Giovanni che lo racconta nelle sue visioni ! Queste ammirabili, sante, semplici e commoventi allegorie sono certamente vere. Cos’è mai stato trovato di meglio da dire alle folle, per dar loro l’amore per questa vita eterna ? Evocare « la visione intuitiva dell’essenza divina, senza la mediazione d’alcuna creatura » (1024), è troppo arduo ed è troppo tardi. I fedeli, privi di un linguaggio che parli loro e privi delle allegorie che costituiscono il sostrato della predicazione cristiana, non vedono più, non assaporano più, non capiscono neanche più questa parola « Beatitudine » : perchè mai dovrebbero allora lasciare il certo per l’incerto, la realtà della felicità per la sua finzione, le gioie terrestri per la noia del Cielo ?

Poiché, lo so bene per l’esperienza pastorale che ho e della quale sembrano privi i nostri autori, gli ascoltatori dei loro smorti discorsi hanno una paura infelice di annoiarsi in Cielo. E forse altrettanto per l’inferno, quest’inferno nuovo che non è un luogo, nè un fuoco, nè tortura alcuna grossolanamente immaginata ! ma solamente la pura e semplice privazione della visione immediata dell’essenza divina... che non gli dice niente. La noia, vi dico, trasuda da tutte le pagine di questo Catechismo d’intellettuali ! senza immaginazione nè poesia ! chiuso dunque ai misteri divini.

“ Et c’est bien ce que l’on cherche. ”

DOPO IL CICLO DEL PADRE, IL CICLO DI GESÙ SI È CHIUSO, 
LA VIA È INFINE LIBERA PER IL REGNO DELLO “ SPIRITO ”

ACCUSA FONDATA.

Da dopo il Concilio, due religioni si combattono nella Chiesa. Ed infine, in questo Catechismo, la nuova deve uccidere la vecchia. Siamo ad una fase essenziale. Gesù è sì risuscitato, ma al prezzo d’una scomparsa nell’invisibile, d’una perdita dell’essere corporale e della presenza al mondo. Tale è la volontà dei nostri gnostici. Egli è uscito “ fuori dallo spazio e dal tempo ” (645-646), in modo “ irreversibile ” (659-660). Una certezza : non ritornerà più prima che tutto sia compiuto.

Qual’è questo mistero ? Impossibile contare sulla benché minima fedeltà alla “ Chiesa Cattolica ” alla quale si appella l’autore del catechismo. Per conferma, tra mille menzogne questa qui :

CRISTO È DISCESO AGLI INFERI.

Vero o falso ? Dopo una lunga citazione di una vecchia omelia che ci racconta questo viaggio in termini realistici e commoventi, che rinvigoriscono la fede, la speranza e la gioia dei cristiani (635 b), il CCC ci appioppa le seguenti conclusioni :

636. Con l’espressione « Gesù discese agli inferi », il Simbolo professa che Gesù è morto realmente e che, mediante la sua morte per noi, egli ha vinto la morte e il diavolo « che della morte ha il potere » (Eb 2, 14).

Questo è il pensiero - non oso dire : la fede ! — del Papa e del cardinale, che “ confessano ” diversamente da ciò che le loro labbra pronunciano ! Ma dopo la bugia, ecco l’opposto :

637. Cristo morto, con l’anima unita alla sua Persona divina è disceso alla dimora dei morti. Egli ha aperto le porte del cielo ai giusti che l’avevano preceduto.

È l’espressione limpida e precisa della fede di sempre e di ogni luogo. Ciò che il CCC afferma qui, rifiuta come scismatico ed eretico ciò che aveva detto là. Conclusione : mente quando afferma la verità cattolica (637) per imbrogliare con la sua gnosi che è la verità della sua menzogna (636).

Essendo stata dimostrata questa prova, ecco la mia accusa : Tutto ciò che concerne il Mistero di Gesù, Figlio di Dio fatto uomo, dal momento della sua Risurrezione, cioè gli articoli 6 e 7 del Credo : Gesù sali al Cielo, siede alla destra di Dio Padre onnipotente (659-667), Di là verrà a giudicare i vivi e i morti (668-682); poi gli articoli 11 e 12 : Credo la risurrezione della carne e Credo la vita eterna, tutto ciò che concerne la Vita al di là della morte e al di là della terra, è assolutamente privo di interesse e di valore per X, l’autore del CCC.

È stato concesso ai redattori di ogni tendenza di svilupparvi le loro idee. Coloro che si sono impegnati con coscienza, sono dei buoni cattolici che si sono applicati per dire la Verità. Dei correttori sono intervenuti per rinviare tutto questo al mondo delle vane immagini e delle dubbie tradizioni. Il fatto principale è che Gesù scompaia dal nostro orizzonte per il lungo periodo della nostra storia umana, affinchè possa giungere il regno dello Spirito e realizzare, senza più barriere o proibizioni, ciò che lagnosi umanista,che governa i pensieri e le opere della Chiesa di oggi, ha stabilito di veder accadere.

È chiaro che Dio Padre ama gli uomini e permetterà la riuscita dei loro grandi progetti in questo mondo. D’altronde è anche sicuro che Gesù si è fatto Salvatore di tutti e che il loro avvenire assoluto è garantito. Rimane da lavorare con la potenza dello “ Spirito ” alla costruzione dell’Uomo in ognuno e in tutti. Ed è ciò di cui si occuperà il Catechismo senza più alcuno scrupolo.

ANATEMI.

I. Se qualcuno dice che Gesù Cristo risuscitato è uscito dallo spazio e dal tempo e che la sua salita al cielo è irreversibile, che sia anatema.

II. Se qualcuno dice che il Cielo, il Purgatorio, l’Inferno non sono dei luoghi ma degli stati, cioè delle situazioni morali o dei puri effetti di gioia o di dolore, che sia anatema.

III. Se qualcuno dice che nessuno può essere oggetto di una sentenza di dannazione all’inferno eterno, ma che ne è colpito solo il ribelle per sua propria decisione d’auto-esclusione di cui Dio rispetta la libertà, che sia anatema.