LIBRO D'ACCUSA CONTRO IL “CCC”
SESTA ERESIA
Errore sullo Spirito Santo,
animatore d’un mondo nuovo
DIO, “ l’Unico ”, ci è stato mostrato nel suo amore incondizionato ed eterno per l’uomo, predestinandolo alla divinizzazione del suo essere personale, individuale e collettivo. Poi, il CCC ha rivolto la sua attenzione su suo Figlio, venuto tra noi per obbedire alla Volontà del Padre suo compiendo la sua missione di grazia conforme alla predestinazione di tutti alla salvezza eterna. Così, con la sua Incarnazione, si è unito a ogni uomo; con la sua Redenzione li ha salvati tutti. Con la sua Risurrezione, li ha associati tutti alla sua gloria, in Dio, terminando così la sua missione...
Questa dipartita senza ritorno ! questa uscita dallo spazio e dal tempo, cosi simile ad una disintegrazione, ad una smaterializzazione disumanizzante, ci ha fatto temere una deriva gnostica del CCC che avrebbe dato agli uomini salvati da Cristo la loro libertà d’azione e alla Chiesa, nata dall’acqua e dal Sangue del Suo Cuore, un’autonomia, una spontaneità, una permeabilità diverse dalle intenzioni espresse da Gesù e dai suoi Apostoli. Timori, ahimé ! giustificati, non foss’ altro che per questo “ In sintesi ” sconcertante :
743. Dall’inizio alla fine dei tempi, quando Dio invia suo Figlio, invia sempre il suo Spirito: la loro missione è congiunta e inseparabile.
ARGOMENTO
LA DISPUTA SUL FILIOQUE
246. La tradizione latina del Credo confessa che lo Spirito « procede dal Padre e dal Figlio (fìlioque) ». Il Concilio di Firenze, nel 1439 esplicita : « come da un solo Principio e per una sola spirazione... »
247. L’introduzione del “ fìlioque ” nel Simbolo di Nicea- Costantinopoli da parte della Liturgia latina costituisce tuttavia, ancora oggi, un punto di divergenza con le Chiese ortodosse.
248. La tradizione orientale [scismatica !] mette innanzi tutto in rilievo che il Padre, in rapporto allo Spirito, è l’origine prima. Confessando che lo Spirito « procede dal Padre » (Gv 15,26), afferma che lo Spirito procede dal Padre attraverso il Figlio. La tradizione occidentale dà maggior risalto alla comunione consustanziale tra il Padre e il Figlio affermando che lo Spirito procede dal Padre e dal Figlio (fìlioque). Lo dice « lecitamente e ragionevolmente » ; infatti l’ordine eterno delle Persone divine nella loro comunione consustanziale implica che il Padre sia l’origine prima dello Spirito in quanto « principio senza principio », ma pure che, in quanto Padre del Figlio Unigenito, Egli con Lui sia « l’unico principio dal quale procede lo Spirito Santo ». Questa legittima complementarietà, se non viene inasprita, non scalfisce l’identità della fede nella realtà del medesimo mistero confessato.
Si subodora l’adulazione ecumaniaca in questo relativismo dogmatico. Esso sostiene il “ diritto alla differenza ” e ignora a che prezzo si paga le ribellione scismatica contro l’introduzione del “ fìlioque ”. San Tommaso aveva pertanto stabilito per il Concilio di Lione del 1274, al quale la morte lo dispenserà di partecipare, su delle basi irrefragabili, la necessità di questo “ fìlioque ” poiché, senza di esso, le due processioni del Figlio e dello Spirito da uno stesso Padre si sarebbero escluse l’un l’altra, avendo Dio solo una Parola, perfetta e dunque senza alcuna doppiezza possibile. Mentre la prima processione era una generazione sotto forma d’espressione intellettuale della Verità, la seconda, avendo il Padre ed il Figlio come unico principio, doveva essere di forma diversa, quella dell’unione dalla quale risulta l’Amore : di conseguenza, lo Spirito Santo non è simile al Verbo nè per la sua processione nè per la sua missione nel mondo.
Il nostro CCC non apprezza questa teologia trinitaria, così importante, e dalla quale risulta che le missioni del Verbo e dello Spirito Santo non sono congiunte nè identiche, ma complementari nella loro successione e subordinazione. Secondo la nostra pura fede cattolica e la sua esplicita espressione latina, lo Spirito Santo agisce seguendo in tutto Gesù Cristo, secondo le leggi e i progressi dell’evangelizzazione sempre condotta e realizzata da Lui attraverso gli Apostoli e i Capi della Chiesa investiti del suo Potere.
Per contro la teologia ortodossa (scismatica) permette di avere molta libertà nella concezione delle opere dello Spirito, senza dubbio interamente dipendenti da Dio-Padre invisibile, ma liberate dagli stretti limiti visibili e storici della missione e dell’opera di Gesù Cristo, e di “ Gesù Cristo diffuso e comunicato ” (Bossuet), e cioè la Chiesa. La visione greca favorisce lo “ spontaneismo ”.
LO SPIRITO SANTO É PRIMO. VIENE PRIMA.
Una tale anteriorità e superiorità colpiscono :
683. « Nessuno può dire “ Gesù è Signore ” se non sotto l’azione dello Spirito Santo.» (1 Cor 12,3) « Dio ha mandato nei nostri cuori lo Spirito del suo Figlio che grida : Abbà, Padre. » (Gal 4, 6) Questa conoscenza di fede è possibile solo nello Spirito Santo. Per essere in contatto con Cristo, bisogna dapprima essere stati toccati dallo Spirito Santo. È lui che ci precede e suscita in noi la fede. In forza del nostro Battesimo, primo sacramento della fede, la Vita, che ha la sua sorgente nel Padre e ci è offerta nel Figlio, ci viene comunicata intimamente e personalmente dallo Spirito Santo nella Chiesa.
Dunque, nessun contatto con Cristo prima di qualche toccata dello Spirito ? Significa rovesciare l’ordine delle missioni divine !
684. Lo Spirito Santo con la sua grazia è il primo nel destare la nostra fede e nel suscitare la vita nuova che consiste nel conoscere il Padre e colui che ha mandato, Gesù Cristo. Tùttavia è l’ultimo nella rivelazione delle Persone della Santa Trinità.
È abbastanza sbalorditivo fare dello Spirito Santo, che viene per ultimo, il rivelatore del Rivelatore del Padre ! Non è neanche sufficiente dire che i due Paracliti si ritrovano ad essere simili, si farebbero concorrenza ! Indovinate... L’articolo 687 risponde : è lo Spirito che rivela il Figlio ! e immediatamente le dimensioni dell’Evangelizzazione si estendono all’infinito. Dalla predicazione artigianale di Gesù di Nazareth all’animazione mondiale del Paraclito ! Che rovesciamento di barriere ! Leggete :
715. I testi profetici concernenti direttamente l’invio dello Spirito Santo sono oracoli in cui Dio parla al cuore del suo Popolo nel linguaggio della Promessa, con gli accenti « dell’amore e della fedeltà » proclamati adempiati da S. Pietro il mattino della Pasqua. Secondo queste promesse, negli “ ultimi tempi ”, lo Spirito del Signore rinnoverà il cuore degli uomini scrivendo in essi una legge nuova ; radunerà e riconcilierà i popoli dispersi e divisi; trasformerà la primitiva creazione e Dio vi abiterà con gli uomini nella pace.
Dopo la tappa umiliante del Figlio, ecco i raccolti e le vendemmie dello Spirito : il rinnovamento dei cuori, il raduno e la riconciliazione dei popoli, infine la trasformazione del mondo e la sua piena comunione con Dio.
Ed ecco che Egli ha cominciato ad agire fin dall’inizio dei tempi e che prosegue la sua opera carismatica fino all’ultimo giorno :
761. La convocazione del Popolo di Dio ha inizio nel momento in cui il peccato distrugge la comunione degli uomini con Dio e quella degli uomini tra di loro. La convocazione della Chiesa è, per cosi dire, la reazione di Dio di fronte al caos provocato dal peccato. Questa Riunificazione si realizza segretamente in seno a tutti i popoli : « Chi teme Dio e pratica la giustizia a qualunque popolo appartenga, è a lui accetto. » (At 10, 35)
È un nuovo vantaggio e superiorità dello Spirito Santo su Gesù di Nazareth : è attraverso di Lui che tutti gli uomini ricevono la Misericordia e la Vita, la grazia e la salvezza definitive, certamente acquisite dal Figlio! ma da sempre e ovunque “ segretamente ” distribuite dal suo Paraclito !
In Maria, è Lui che ha fatto tutto :
721 a. Maria, la tutta Santa Madre di Dio, sempre Vergine, è il capolavoro della missione del Figlio e dello Spirito nella pienezza del tempo. Per la prima volta nel disegno della salvezza e perchè il suo Spirito l’ha preparata, il Padre trova la Dimora dove il suo Figlio e il suo Spirito possono abitare tra gli uomini. In questo senso la Tradizione della Chiesa ha spesso letto riferendoli a Maria i più bei testi sulla Sapienza : Maria è cantata e rappresentata nella Liturgia come “ Sede della Sapienza ”.
È ancora Lui che inaugura le meraviglie del Padre che a Lui spetta compiere in Cristo e nella Chiesa.
721 b. In lei cominciano a manifestarsi le “ meraviglie di Dio ”, che lo Spirito compirà in Cristo e nella Chiesa.
L’unzione dello Spirito fa scattare la missione del Figlio :
727. Tutta la missione del Figlio e dello Spirito Santo nella pienezza del tempo è racchiusa nel fatto che il Figlio è l’Unto dello Spirito del Padre dal momento dell’Incarnazione : Gesù è Cristo, il Messia.
La Chiesa diventa il suo proprio e privilegiato strumento il quale, di primo acchito, sorpassa tutte le frontiere :
775. « La Chiesa è in Cristo come sacramento, cioè segno e strumento dell’intima unione con Dio e dell’unità di tutto il genere umano. » Essere il sacramento dell’intima unione degli uomini con Dio : ecco il primo fine della Chiesa. Poiché la comunione tra gli uomini si radica nell’unione con Dio, la Chiesa è anche il sacramento dell’unità del genere umano. In essa, tale unità è già iniziata poiché essa raduna uomini « di ogni nazione, razza, popolo e lingua » (Ap 7, 9) ; nello stesso tempo, la Chiesa è « segno e strumento » della piena realizzazione di questa unità che deve ancora compiersi.
È la medesima unzione dello Spirito Santo che ha consacrato Gesù e che adesso gli consacra un popolo a sua somiglianza, popolo che Egli colma dei suoi stessi poteri e virtù. Bisogna assolutamente constatare questa onnipotenza e prepotenza dello Spirito Santo, affermata in questo Catechismo, fino al punto di squalificare Gesù, che qui non è più nè fa più nulla, e di innalzare la Chiesa ad un triplice grado d’eccellenza veramente inaudito :
783. Gesù Cristo è colui che il Padre ha unto con lo Spirito Santo e ha costituito « Sacerdote, Profeta e Re ». L’intero Popolo di Dio partecipa a queste tre funzioni di Cristo e porta le responsabilità di missione e di servizio che ne derivano.
784. Entrando nel Popolo di Dio mediante la fede e il Battesimo, si è resi partecipi della vocazione unica di questo Popolo, la vocazione sacerdotale : « Cristo Signore, pontefice assunto di mezzo agli uomini, fece del nuovo popolo “ un regno e dei sacerdoti per Dio, suo Padre ”. Infatti, per la rigenerazione e l’unzione dello Spirito Santo i battezzati vengono consacrati a formare una dimora spirituale e un sacerdozio santo. (Lumen Gentium, 10) »
785. « Il Popolo santo di Dio partecipa pure alla funzione profetica di Cristo. » Ciò soprattutto per il senso soprannaturale della fede che è di tutto il Popolo, laici e gerarchia, quando « aderisce indefettibilmente alla fede una volta per tutte trasmessa ai santi » e ne approfondisce la comprensione e diventa testimone di Cristo in mezzo a questo mondo.
786 a. Il Popolo di Dio partecipa infine alla funzione regale di Cristo. Cristo esercita la sua regalità attirando a sé tutti gli uomini mediante la sua Morte e la sua Risurrezione. Cristo, Re e Signore dell’universo, si è fatto il servo di tutti, « non essendo venuto per essere servito, ma per servire e dare la sua vita in riscatto per molti » (Mt 20, 28). Per il cristiano « regnare è servire Cristo », soprattutto « nei poveri e nei sofferenti », nei quali la Chiesa riconosce « l’immagine del suo Fondatore, povero e sofferente ». Il Popolo di Dio realizza la sua « dignità regale » vivendo conformemente a questa vocazione di servire con Cristo.
E come opporsi o mettere in sordina, anche se leggermente, questa esaltazione della Chiesa dello Spirito, quando San Leone Magno la celebra negli stessi termini, quindici secoli or sono, ma in tutt’altro “ spirito ” !
786 b. « Tùtti quelli che sono rinati in Cristo conseguono dignità regale per il segno della croce. Con l’unzione dello Spirito Santo sono consacrati sacerdoti. Non c’è quindi solo quel servizio specifico proprio del nostro ministero, perchè tutti i cristiani, rivestiti di un carisma spirituale e usando della loro ragione, si riconoscono membra di questa stirpe regale e partecipi della funzione sacerdotale. Non è forse funzione regale il fatto che un’anima governi il suo corpo in sottomissione a Dio ? Non è forse funzione sacerdotale consacrare al Signore una coscienza pura e offrirgli sull’altare del proprio cuore i sacrifici immacolati del nostro culto ? » (San Leone Magno, Sermones, 4, 1)
Si capisce adesso bene che tutte le gnosi abbiano di tutto cuore chiesto l’età dello Spirito, soppiantatore di Cristo, per l’estensione al mondo delle ricchezze di grazia e di gloria confinate nella Chiesa !
LO SPIRITO SANTO, ANIMATORE DELLA LITURGIA.
L’onnipresenza e l’onnigerenza dello Spirito Santo sembrano ai nostri autori incontestabili per quel che è come la respirazione mistica dell’universo : la liturgia di benedizione di Dio, Padre Onnipotente, l’Unico e il Misericordioso, secondo le formule in uso dai tre monoteismi, ebreo, cristiano e musulmano ; a questo titolo, ben presenti nel nostro Catechismo. Sembra che la sua azione immanente, invisibile, soggettiva e segreta sia determinante, secondo il CCC, nell’opera di ogni comunità riunita per Dio. Sembra sia Lui a fare tutto !
1091. Nella Liturgia lo Spirito Santo è il pedagogo della fede del Popolo di Dio, l’artefice di quei « capolavori di Dio » che sono i sacramenti della Nuova Alleanza. Il desiderio e l’opera dello Spirito nel cuore della Chiesa è che noi viviamo della vita del Cristo risorto. Quando egli incontra in noi la risposta di fede da lui suscitata, si realizza una vera cooperazione. Grazie ad essa, la Liturgia diventa l’opera comune dello Spirito Santo e della Chiesa.
1092. In questa comunicazione sacramentale del Mistero di Cristo, lo Spirito Santo agisce allo stesso modo che negli altri tempi dell’Economia della salvezza: egli prepara la Chiesa ad incontrare il suo Signore; ricorda e manifesta Cristo alla fede dell’assemblea ; rende presente e attualizza il Mistero di Cristo per mezzo della sua potenza trasformatrice ; infine, lo Spirito di comunione unisce la Chiesa alla vita e alla missione di Cristo.
Veramente prende tutto il posto e, in noi, vicino a noi, dialoga con Sé stesso, facendoci ricordare l’assenza di Gesù ! e comunicandoci la sua grazia.
IL LITURGO DELLE NOSTRE EUCARESTIE, É LUI.
Ci si lascia così convincere di una novità, che sembrò rivoluzionaria in Germania negli anni ’30, e che non stupisce più, secondo la quale, la Persona presente e attiva nelle nostre Eucarestie è lo Spirito Santo... più che Gesù.
Una volta, il Sommo Sacerdote - ben presente, visibilmente nel suo sacerdote -, era Gesù che rinnovava il suo Sacrificio, contemporaneamente sacerdote e vittima alla Messa e sulla Croce. L’Anamnesi, o “ Memoriale ”, che corrisponde alla nostra “ consacrazione ”, era l’atto essenziale del Santo Sacrificio.
Ma oggi, grazie ad un impercettibile scivolamento, è lo Spirito Santo il liturgo principale che per un’effusione della sua potenza miracolosa, di cui l’assemblea è la prima ad esserne collettivamente beneficiata, confeziona il sacramento. Di colpo, non è più tanto, o non è più affatto, un’azione personale e immediata di Gesù Cristo, che rinnova il suo Sacrificio, ma l’evocazione nello Spirito del suo unico sacrificio della Croce. È dunque l’Epiclesi, o preghiera allo Spirito Santo, che passa in primo piano ; tutto è qui esposto senza mezzi termini :
1104. La Liturgia cristiana non soltanto ricorda gli eventi che hanno operato la nostra salvezza ; essa li attualizza, li rende presenti. Il Mistero pasquale di Cristo viene celebrato, non ripetuto ; sono le celebrazioni che si ripetono ; in ciascuna di esse ha luogo l’effusione dello Spirito Santo che attualizza l’unico Mistero.
1105. L’Epiclesi (“ invocazione - su ”) è l’intercessione con la quale il sacerdote supplica il Padre di inviare lo Spirito Santificatore affinchè le offerte diventino il Corpo e il Sangue di Cristo e i fedeli, ricevendole, divengano essi pure un’offerta viva a Dio.
E ciò è vero per ogni sacramento :
1106. Insieme con l’Anamnesi, l’Epiclesi è il cuore di ogni celebrazione sacramentale, in modo particolare dell’Eucarestia :
« Tù chiedi in che modo il pane diventa Corpo di Cristo e il vino (...) Sangue di Cristo ? Te lo dico io : lo Spirito Santo irrompe e realizza ciò che supera ogni parola e ogni pensiero (...). Ti basti sapere che questo avviene per opera dello Spirito Santo, allo stesso modo che dalla Santa Vergine e per mezzo dello Spirito Santo il Signore, da sé stesso in sé stesso, assunse la carne. » (San Giovanni Damasceno)
Senza dubbio la citazione di San Giovanni Damasceno porta acqua al mulino del CCC, ma non sufficientemente per autorizzare la terribile virata dell’idea liturgica moderna in cui Cristo, Sommo Sacerdote, viene decisamente soppiantato dal suo rivale vincitore... del quale non si può allora credere che sia lo Spirito del Padre Santissimo nella misura in cui evidentemente soppianta il suo Figlio Prediletto !
Citiamo ancora un testo fra i tanti, per convincerci che non abbiamo le traveggole :
1109. L’Epiclesi è anche preghiera per la piena realizzazione della comunione dell’assemblea al Mistero di Cristo. « La grazia del Signore Gesù Cristo, l’amore di Dio e la comunione dello Spirito Santo » (2 Cor 13, 13) devono rimanere sempre con noi e portare frutti al di là della celebrazione eucaristica. La Chiesa prega dunque il Padre di inviare lo Spirito Santo, perchè faccia della vita dei fedeli un’offerta viva a Dio attraverso la trasformazione spirituale a immagine di Cristo, la sollecitudine per l’unità della Chiesa e la partecipazione alla sua missione per mezzo della testimonianza e del servizio della carità.
Non è più la messa, è l’assemblea carismatica per il dono dello Spirito, in presenza, certamente, di un’icona di Cristo e presto di un candeliere a sette braccia nel giorno del Shabbat ?
LO SPIRITO DI APERTURA AD OGNI LITURGIA UMANA
Qui, una nuova osservazione prende il suo posto. E certo che ogni allusione a Nostro Signore Gesù Cristo disturba il dialogo e le opere comuni di preghiera o di filantropia dei cattolici con i cristiani dissidenti o ancora di più con gli ebrei. La sostituzione dello Spìrito a Cristo Gesù faciliterebbe l’unione... Ma non è così che dobbiamo prendere la cosa. È polemico e troppo pragmatico.
La visione più nobile e più religiosa che attraversa da una parte all’altra il CCC è la prima intuizione della missione dello Spirito inviato dal Padre, congiunta a quella del Figlio, ma Questi per compiere la sua opera di individuo umano, incarnato, crocifisso, risuscitato, dunque limitato nello spazio e nel tempo. E Quello, il Paraclito, per portare la grazia così ottenuta, conformemente alla predestinazione di tutti gli uomini alla Vita divina, a tutte le nazioni, nelle loro culture, nelle loro ricerche di Dio e nelle loro religioni, senza limiti.
Il ruolo dello Spirito Santo oltrepassa in tutti i modi le frontiere della Chiesa di Cristo. Era necessario che Lui se ne andasse, fuori da ogni spazio e da ogni tempo, affinchè il suo Spirito sia infinitamente libero ! Così orientati, i nostri liturgisti considerano la successione delle alleanze e delle loro liturgie, come una sola colata carismatica, da Adamo a Noè, da Noè a Abramo, a Mosé, a Gesù Cristo !
Dei segni di questa continuità nella grazia dello Spirito, sono evidenti nel CCC, il che prova la validità d’una tale interpretazione :
La cattività di Babilonia, opera di liberazione operata dallo Spirito (710).
La salvezza annunciata dalla profezia di Caifa sulla morte del giusto, opera dello Spirito (596).
La distruzione di Gerusalemme (586, 593).
IL RITORNO ALLA MATRICE JUDAICA.
Il movimento biblico, liturgico, carismatico ha, ormai da cinquantanni, “ liberato lo Spirito ”, da che ? Da Gesù Cristo, Figlio di Dio. Risalendo la stratificazione delle eresie, dal modernismo al luteranesimo, da questo alla religione talmudica o, in via accessoria, alla sua riedizione islamica; da questa all’eresia giudaico-cristiana, d’origine farisaica (At 15, 5), per reintegrare infine la Sinagoga, la nostra Chiesa dello Spirito non ha dovuto che cancellare Gesù Cristo per ritrovarsi a suo agio nella culla di famiglia dell’ebraismo originale, e per accordargli la gloria di aver lui, per primo e più che tutti gli altri, lo “ Spirito del Signore ” :
1096. Liturgia ebraica e Liturgia cristiana. Una migliore conoscenza della fede e della vita religiosa del popolo ebraico, quali sono professate e vissute ancora al presente, può aiutare a comprendere meglio certi aspetti della Liturgia cristiana. Per gli ebrei e per i cristiani la Sacra Scrittura è una parte essenziale delle Iore liturgie : per la proclamazione della Parola di Dio, la risposta a questa Parola, la preghiera di lode e di intercessione per i vivi e per i morti, il ricorso alla misericordiosa divina. La Liturgia della Parola, nella sua specifica struttura, ha la sua origine nella preghiera ebraica. La preghiera delle Ore e altri testi e formulari liturgici hanno in essa i loro corrispettivi, come pure le stesse formule delle nostre preghiere più degne di venerazione, tra le quali il Pater (Padre nostro). Anche le preghiere eucaristiche si ispirano a modelli della tradizione ebraica. Il rapporto tra la Liturgia ebraica e quella cristiana, ma anche le differenze tra i loro contenuti, sono particolarmente visibili nelle grandi feste dell’anno liturgico, come la Pasqua. Cristiani ed ebrei celebrano la Pasqua: Pasqua della storia, tesa verso il futuro, presso gli ebrei ; presso i cristiani, Pasqua compiuta nella morte e nella Risurrezione di Cristo, anche se ancora in attesa della definitiva consumazione.
Sotto la mozione dello Spirito, la Chiesa torna alla Sinagoga...
ANATEMI.
I. Se qualcuno dice che lo Spirito Santo procede dal Padre senza ammettere che procede anche dal Figlio, e che la sua missione è tutta determinata e condotta visibilmente “ da Gesù Cristo diffuso e comunicato ”, cioè dalla sua Chiesa gerarchica, che sia anatema !
II. Se qualcuno dice che lo Spirito Santo rivela segretamente Cristo alle anime, da sempre e ovunque come nella Chiesa, che sia anatema !
III. Se qualcuno nega la Presenza di Gesù Cristo alla sua Chiesa e, corporalmente e attivamente nel Santo Sacrificio della Messa, a profitto dello Spirito Santo, che sia anatema !