LIBER ACCUSATIONIS IN PAULUM SEXTUM

3. Scisma assoluto : il disprezzo di Dio

CIÒ che Vi salva da ogni seria opposizione — la nostra è minuscola — è che non Vi si comprende, Santo Padre. Cardinali, Vescovi, preti e popolo fedele, anche i più progressisti, hanno una idea del Papa troppo profondamente radicata per essere liberi di ascoltarvi, studiarvi, di vedervi, insomma, per quel che volete essere. Hanno la convinzione ben salda che il Papa « Servo dei servi di Dio », sia unicamente preoccupato di salvaguardare l'unità della fede cattolica, la validità dei Sacramenti, il buon ordine, la prosperità e l'espansione della Chiesa. Non è più così! Il Papa che teme Dio, che ama nostro Signore Gesù Cristo seguendo l'ispirazione dello Spirito Santo, è finito! Come l'accetterebbero? Come potrebbero comprenderlo, loro? Potete dunque compiere in tutta tranquillità il Vostro Grande Disegno.

IL VOSTRO GRANDE DISEGNO DISTRUGGE L'OPERA DI DIO.

Siete veramente il primo Papa che rinuncia al suo compito specìfico di Capo della Chiesa per ambire a servire tutta l'umanità. Credete di rispondere ad una vocazione provvidenziale, veramente unica, in questo momento solenne della Storia; quella cioè di realizzare la pace sulla terra conciliando tutte le credenze e i culti in una sola religione universale. Sognate di essere il grande Unificatore dei popoli, per la gloria di Gesù Cristo, naturalmente! Servire l'uomo è la Vostra più grande ambizione. Sacrificare la Chiesa, i suoi fedeli, la sua tradizione, le sue istituzioni per realizzare questo grande disegno, non lo volete esplicitamente. Nel Vostro sogno, immaginate, al contrario, che la Chiesa potrà conservare la « leadership » delle religioni unificate solo se rimane vitale... Se la distruggete, se la portate alla perdizione non è per Vostra deliberata volontà. Non è che un effetto indiretto, spiacevole.

Ma c'è nel Vostro disegno, a Vostra stessa insaputa, una tale indifferenza verso la Chiesa di Dio che implica un totale disprezzo verso Colui che ne è il Fondatore, il Santificatore, il solo Maestro e lo Sposo. E' qui, come dimostrerò, la profondità abissale del Vostro scisma, scisma assoluto, separazione dal Dio della Chiesa.

Le ipotesi dei teologi che trattano il caso « Papa scismatico » sono totalmente superate. Essi hanno immaginato che il Papa possa trascurare gli affari ecclesiastici per dedicarsi a quelli temporali; come Giulio II, intraprendere grandi progetti politici, fare la guerra, fino al punto di non governare più la Chiesa.

Si verificherebbe uno scisma per rottura di « unità di direzione ». Essendo il Pastore occupato altrove, e di altre cose che del suo gregge, le pecorelle si smarrirebbero. Non è il Vostro caso. Avete spesso dichiarato, ed è vero, di non aver alcun interesse materiale, di non perseguire alcuna ambizione temporale, e amate ricordare che solo apparentemente siete un Capo di Stato.

Ma il Vostro caso è ancora più grave. Questo grande disegno che chiamo MASDU, la formazione di un nuovo e gigantesco « Movimento d'animazione spirituale della Democrazia Universale », Vi crea un centro di interesse politico, sia pure astratto e chimerico, e una ambizione temporale tanto più forte in quanto non ha più confini. Ora, ecco la novità, questo progetto coinvolge la Chiesa come uno dei suoi elementi. Esso implica non che Voi Vi disinteressiate della Chiesa, — che sarebbe poi uno scisma minore — ma che asserviate la Chiesa al mondo di cui sognate essere il Principe, Principe pacifico, e, dunque, per dirla in breve, implica che Voi « non distinguiate più il Corpo del Signore » come dice San Paolo1.

Implacabile logica del Vostro Grande Disegno: Voi non distinguete più la Chiesa da ciò che non è Chiesa, né il Sacerdozio da ciò che ne è l'illusione, né la Messa da ciò che ne è il simulacro. E' qui lo scisma maggiore, quello che separa da Dio, nel disprezzo del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.

Esaminiamo in tre capitoli questa assenza di discernimento religioso.

1 - Non distinguete la Chiesa di Dio

Se la Chiesa è una, non ce ne sono due. Unica e unita, la Chiesa cattolica esclude di per sé stessa ogni altra « Chiesa ». E' la fede divina che ci unisce a quest'unica Chiesa, come al grande e universale « Disegno di Dio » nel mondo e nella storia, come alla sola società umana che sia il visibile e misterioso Corpo Mistico di Cristo. Il resto non è che scisma, eresia, vane invenzioni degli uomini che non procurano la grazia di Dio.

Ma Voi, nel Vostro grande disegno, più vasto di quello di Dio e del tutto umano, non fate reali, essenziali, nette differenze fra questa Chiesa e... le altre. Voi, per primo, avete evocato comunità religiose sia scismatiche che eretiche con questo appello gelosamente riservato dai Vostri Predecessori all'Unica Sposa: « O Chiese lontane e così vicine a Noi! O Chiese oggetto del nostro sincero pensiero! O Chiese della Nostra incessante nostalgia! O Chiese delle Nostre lacrime, ecc. », nel Vostro discorso di apertura della III Sessione il 14 settembre 19642.

E per ottenere l'impressione di equivalenza tra la vera e le false Voi annunciavate a più riprese, in vista della riconciliazione e della restaurazione dell'Unità (perduta!), il mutuo perdono per le reciproche colpe commesse3. Ricondotta così sul piano umano, si cessa di considerare come via esclusiva di grazia e di santità la Chiesa di Dio per paragonarle gruppi sociologici indifferenziati.

L'incessante propaganda ecumenica, anche se estremamente attenta a non contravvenire al linguaggio della fede cattolica per evitare la critica, porta infallibilmente al riconoscimento delle altre comunità cristiane come a vere comunità di salvezza. Gò non significa disprezzare la Volontà di Dio?

Fra i cento diversi atti che dimostrarono la Vostra indifferenza alla vera religione, il più carico di conseguenze negative, fu certamente la Vostra visita al Consiglio Ecumenico delle Chiese, il 10 giugno 1969. Ricevuto da 234 comunità religiose che si ritengono tutte uguali, senza escludersi fra loro, Voi non poteste, Santo Padre, che adottare la mentalità, i principi, il linguaggio dell'ambiente e partecipare allo scisma generale affermando « la fraternità cristiana... fra le Chiese che fanno parte del Consiglio Ecumenico e la Chiesa cattòlica »4. Come ci potrebbe essere fratellanza fra la Chiesa e i dissidenti? Voi stesso sollevaste la questione: « La Chiesa cattolica deve diventare membro del Consiglio Ecumenico? ».

Invece di rispondere con il NO formale e assoluto della Sposa che non può sopportare di essere confusa con una donna da poco, avete lasciato le cose in sospeso, come per preparare i nostri cuori a questa eventualità : « In tutta fraterna franchezza, Noi non riteniamo che la questione della partecipazione della Chiesa cattolica al Consigio Ecumenico sia matura a tal punto che le si possa o si debba dare una risposta positiva. La questione rimane ancora nel campo delle ipotesi... Gravi implicazioni... cammino lungo e difficile »5. Ecco lanciato il pallone sonda. Dunque è SI', a lungo termine. Eccone la prova :

« Lo spirito di un sano ecumenismo che anima gli uni e gli altri... richiede come prima condizione di ogni fruttuoso contatto fra differenti confessioni, che ciascuno professi lealmente la propria fede. E invita a riconoscere, con non minore lealtà, i valori positivi, cristiani, evangelici, che si trovano nelle altre confessioni. Infine è aperto ad ogni possibilità di collaborazióne... per esempio, nel campo della carità e nella ricerca della pace fra i popoli... con questo spirito che Noi veniamo da voi »6.

Alla domanda: G si può salvare nell'una o nell'altra di queste 234 « Chiese », membri del COE e per mezzo loro? è certo che Voi rispondereste affermativamente. La Chiesa cattolica, negativamente. E la prova che avete lavorato molto profondamente il Vostro terreno e seminato il Vostro scisma dappertutto è che la maggior parte di quelli che leggeranno queste righe daranno torto a me e ragione a Voi. Avete insegnato ai cattolici a non far più distinzioni fra il Corpo di Cristo e il corpo di Satana. Li avete resi indifferenti all'opera di Dio nel mondo e all'opera del Diavolo.

E molto al di là del « Cristianesimo »! Poiché è sempre la stessa scena: Voi accogliete ebrei, mussulmani, bonzi, oppure andate in mezzo a loro; desiderate incontrare i rappresentanti di tutte queste religioni durante i Vostri viaggi apostolici... E allora, per conservare una cortesia mondana, per restare nello spirito di un Dialogo di amicizia umana, di simpatia naturale, usate delle espressioni che, prese alla lettera, sono elogi per gli errori, parole che ingiuriano la Verità, dunque Dio stesso!

Quel che abbiamo sofferto durante il Vostro viaggio in Uganda è indicibile! Andavate a venerare dei Martiri Cattolici e li avete confusi indiscriminatamente con mussulmani e protestanti che nessuno ha il diritto di affermare che siano morti per amore di Dio o nell'amore di Dio! Peggio ancora. Avete fatto di loro tutti dei testimoni, dei Martiri della libertà di coscienza! Come i Catari? Come Michel Servet? Come i Comunardi? Come Lucifero?

« I Vostri martiri, tutti i cristiani hanno dato la vita per la loro fede, cioè per la religione e per la libertà di coscienza »7. « Sia i cattolici che i fedeli di altre denominazioni religiose (sic) hanno sparso il loro sangue su questo suolo nel nome di Dio, cosicché oggi la comunità nazionale dell'Uganda comprende differenti fedi che hanno rispetto e stima l'una per l'altra »8. Non sapevo che prima di Voi i Papi avessero declinato la fede al plurale. Ecco che le fedi si rendono un mutuo omaggio!

Voi avete dato ai « martiri » musulmani, protestanti e cattolici uno « spirito ecumenico » che è per lo meno anacronistico. E questo per chiamare il mondo della negritudine a guardare all'avvenire, riconciliato oltre i conflitti dogmatici... Anche la religione islamica ha ricévuto il Vostro sentito omaggio: « Indirizzandosi ai rappresentanti della comunità islamica, Paolo VI ha salutato i mussulmani di tutta l'Africa esprimendo loro... « Il suo grande rispetto per la fede che professano e i suoi voti perché ciò che ci è comune, unisca sempre più cristiani e mussulmani in un'autentica fraternità »9.

Il Vostro viaggio a Bombay —, dove gli induisti vi fecero per regalo un piccolo idolo, ed i buddisti per non essere da me no, Vi offriranno più tardi un Budda — ma io fui il solo ad insorgere contro tutto ciò! — e il Vostro periplo in Asia, più tardi10, ci fornirono altre occasioni per constatare la Vostra Indifferenza, la Vostra deliberata mancanza di Discernimento fra le religioni umane. O fingete di crederle tutte divine, seppur a diverso grado, o le considerate come le mille facce del « Fenomeno umano ». La Chiesa di Dio ne è parte solo soggettivamente. L'Osservatore Romano dopo la consegna da parte Vostra dello stendardo di Lepanto ai turchi, nel desiderio di calmare la emozione che questo gesto aveva sollevato nel mondo, assicurava che Voi offrivate il dialogo a tutti coloro che credono in Dio, ma rimanevate, e Io cito, « persuaso che ci sia una sola religione, cioè la religione cristiana »11. Persuasione solo teorica. Voi parlate e agite nel disprezzo di questa persuasione.

2 - Non distinguete il sacerdozio cristiano

Se le « Chiese » e le « religioni » non hanno tra loro sostanziali differenze, l'una divina, le altre umane o diaboliche, maggiormente i loro sacerdozi! Per noi, non esiste che un solo Sacerdozio, quello del nostro unico e sovrano Sacerdote, Gesù Cristo, e, partecipando alla sua Unzione sacerdotale, quello del Sacerdozio Cattolico. Non esistono, fuori da questo Corpo, altri veri Sacerdoti. Gli stessi scismatici non ne sono che una derivazione, che non è valida se non per la Successione apostolica da cui provengono.

Ora, in questo campo così importante, Voi attenuate le differenze, ravvicinate i « pastori » protestanti ai preti cattolici. Avete donato un calice al postore Schutz12. Per farne che? Per il suo simulacro di santa cena? O per la messa che non ha il potere di celebrare? Ricevete il Signor Ramsey, come un prete, che dico, come un Arcivescovo di Canterbury e Primate d'Inghilterra, successore del glorioso martire Thomas Becket! mentre è solo in fatto e in diritto l'erede e continuatore dei persecutori dei nostri martiri13. Gli avete donato un anello pastorale e, a quanto si dice, lo avete invitato a benedire la folla al tempo della strana assemblea ecumenica di San Paolo fuori le Mura. E tutto è stato fatto per preparare la abrogazione delle decisioni irriformabili di Leone XIII che dichiaravano la nullità delle ordinazioni anglicane14.

Così la foschia cade dall'alto sul Sacerdozio, e non si capisce più chi è prete e chi non lo è. I nostri buoni giovani sono condotti a Taizé dove assistono al culto protestante. Come Schutz, Thurian e gli altri che frequentano il Papa e sono ammessi presso di lui in alba bianca non saranno loro, anche loro, e alla loro maniera, degli autentici ministri di Cristo? Nello stesso momento in cui sembrate abilitarli, riabilitarli, permettete che il Sacerdozio cattolico sia svalutato sotto i colpi dei nuovi teologi conciliari e post-conciliari. Sempre meno distinto dai laici e dal loro preteso « sacerdozio comune », il prete è considerato « l'apostolo del Vangelo » e il suo Sacerdozio perde il suo carattere specifico, incomparabile: il Potere di celebrare i Santi Misteri.

Voi stesso, alla chiusura del Sinodo del 1971, nel momento in cui una reazione generale di questa assemblea avrebbe potuto salvare il Sacerdozio cattolico, Voi stesso l'avete perduto, deliberatamente, restituendo vantaggio ai Modernisti. Nel Vostro discorso del 6 novembre affermate, secondo il riassunto de La Croix15, « la missione sacerdotale comune ai preti e ai Vescovi è di annunciare il Cristo agli uomini del nostro tempo ». Ma il testo ufficiale del Vostro discorso, più confuso, non dice di più: nel « ministero sacerdotale », Voi menzionate unicamente la « predicazione del Vangelo »16. Allora tutti i cristiani sono preti, ed anche i pastori protestanti sono preti come noi. Annunciare il Vangelo è prerogativa di tutti i battezzati.

Non mi stupisco più che Voi lasciate che i teologi prevedano come imminenti « reciproche riordinazioni » tra preti e pastori17, per imposizione reciproca delle mani. Così il prete, realmente ordinato, ritengo!, dovrà subire questa mascherata di imposizione per un'illusoria infusione dello Spirito, dalle mani di un pastore ugonotto? E i pastori, che non sono stati mai ordinati, a quanto mi risulta, come potrebbero essere ordinati di nuovo, e come si potrebbe a loro protestanti conferir un sacerdozio nel quale non credono?

Quelli che sognano tali cose e Colui che li lascia progredire per questa strada perversa « non distinguono lo Spirito Santo » là dove è, e non distinguono, secondo la fede, la sua Presenza nel Sacramento della Chiesa dall'illusione della sua Presenza nell'eresia. Esiste maggior disprezzo del Sacerdozio di questa voluta assenza di discernimento, per lusingare gli eresiarchi?

3 - Non distinguete il Corpo di Cristo

Veniamo al più grave, al più preciso e indiscutibile sacrilegio. Il 21 settembre 1966 ad Assisi, la signorina Barbarina Oison, presbiteriana, ha ricevuto l'Eucarestia, nella Messa del suo matrimonio, senza abiurare né confessarsi, per Vostra autorizzazione. I giornali lo hanno pubblicato. Al Sant'Uffizio, per discolparvi — ma riconoscendo così l'errore — mi hanno detto in confidenza che non eravate stato Voi, ma un altro a dare l'autorizzazione. E' stato assolutamente inutile: il mondo ha creduto, e crede ancora, che siate stato Voi, il Papa.

Da allora si dice nella Chiesa che i protestanti possono comunicarsi durante la Messa previa autorizzazione18.

Questo si faceva in Olanda senza che Voi prendeste dei provvedimenti; ma in definitiva era in Olanda! A Upsala, al COE del 7-9 luglio 1968, di loro iniziativa dei cattolici si comunicano durante una celebrazione protestante e non sono biasimati19.

Spinto da Voi, il 6 settembre 1968, il Cardinale Samorè autorizza a Medellin, gli osservatori protestanti a comunicarsi alla Messa di chiusura20. Erano il Frère Giscard, di Taizé, il vescovo anglicano Reed, il pastore Bahmann, luterano, e i pastori Green e Naylar, del Consiglio Nazionale delle Chiese di Cristo. Cosa avete fatto? Vi siete limitato a deplorare, fra altri « avvenimenti recenti » « atti di intercomunione contrari alla giusta linea ecumenica »21. Sottolineo: contrari alla giusta linea ecumenica, cioè ad una strategia, ad una tattica, ad un'opportunità, di cui sono giudici gli uomini, di cui Vi riservate il giudizio arbitrario, MENTRE CIO' E' CONTRARIO ALLA LEGGE DIVINA! E questa colpa non doveva apparirVi poi tanto grave, dal momento che avete nominato il Cardinal Samoré, che ne era il responsabile, Prefetto della Sacra Congregazione per la Disciplina dei Sacramenti, due mesi più tardi22!

Scrissi: « Il crimine conferisce autorità proprio nella materia in cui è stato commesso. Come dire che tutti hanno deciso di mancare ai loro doveri, anche ai più sacri, avvalendosi dell'assenso di tutti »23.

In seguito tutto precipita. Il Cardinal Bea, nello stesso momento, autorizza « le comunioni aperte », in certi casi!24. E quando il mondo intero si è abituato a questa innovazione casuale, il Cardinal Willehrands, suo successore, rimette ai Vescovi la facoltà di autorizzare la comunione dei protestanti nella messa cattolica, con decreto ufficiale, che non ha potuto essere promulgato senza il Vostro consenso25. Subito il Vescovo di Strasburgo generalizza questa autorizzazione — e perché no, Gran Dio, dal momento che è una buona cosa! — e permette anche il contrario, che i cattolici si comunichino durante la Cena protestante. Audacia per la quale Vi siete congratulato con lui, si dice a Strasburgo prestando fede a confidenze del Vescovo26.

L'ho detto al Sant'Uffizio, lo ripeto e lo ripeterò in modo irremovibile: Nessuno al mondo, né vescovo, né cardinale, né angelo, e neppure il papa, ha il diritto di dare il Sacramento dei Vivi a coloro che sono morti, il Sacramento del Corpo mistico di Cristo a quelli che non fanno parte del suo visibile Corpo Mistico27. Conosco la pronta risposta data dal Vostro soggettivismo: Chi vi permette di giudicare i protestanti e di chiamarli « morti » ? Io ricordo allora a Vostra Santità che chi non è membro della Santa Chiesa non è da considerarsi vivo, e nessuno ha il diritto di giudicarlo, fosse anche per la sua buona disposizione, « salvo », « vivo », in « stato di grazia », finché rimane FUORI DALLA CHIESA. Sono verità fondamentali che dieci anni del Vostro Scisma hanno pressoché distrutto nella gerarchia mentre restano intatte nel popolo fedele.

Lo ripeto: nessuna autorità al mondo ha il potete di ricevere nella nostra « Comunione » eucaristica quelli che non fanno parte, o non ancora, della Comunione cattolica. Voi, il primo Papa nella storia che l'abbia permesso e volgarizzato, non Vi siete con ciò reso colpevole di dissenso, di rottura nell'« unità di direzione », cioè di scisma?

E vengo all'ultimo punto della mia accusa più grave, concernente la vostra indifferenza verso il divino. Voi sapete che nella vostra Chiesa, a partire dalla Vostra Riforma della Messa, si celebrano delle Eucarestie sacrileghe e incontestabilmente non valide per difetto di forma e di materia. Come quella di Montargis, onorata dalla presenza di Monsignor Riobé, Vescovo di Orléans, che in questo modo sembrava autentificarla e garantirla28.

Ma c'è di più: nella terribile confusione dogmatica, liturgica e morale che provoca dapertutto la riforma liturgica attuale, accade che i fedeli non sappiano più, molto spesso, se ricevano o no i sacramenti, se assistano o no a vere messe o a dei simulacri non validi, o peggio a messe valide e sacrileghe. Sono molto inquieti.

I preti, i teologi si dividono in validisti e invalidisti. A torto o a ragione io sono per la validità insistendo fortemente sul ruolo principale di Cristo e della Chiesa. Altri, per precauzione, sono invalidisti, sottolineando la necessità di ima intenzione interiore da parte del ministro del sacramento. E allora, in molti di questi casi, gli uni dicono che c'è Sacrificio e adorano il Corpo di Cristo. Gli altri dicono che non c'è altro che un simulacro e rifiutano di adorare ciò che resta per loro pane e vino... E' una situazione spaventosa !

Come « distinguere il Corpo del Signore », quando la validità è dubbia, quando l'intenzione del ministro è nelle tenebre? lo credo che la colpa del prete risalga al Vescovo, uno dei primi doveri del quale è quello di garantire la validità dei Sacramenti. E quando tutti i Vescovi del mondo rifiutano di rispondere all'angoscia dei fedeli, il Papa è responsabile del crimine della Chiesa.

Come un uomo che portasse una donna ad abbracciare i suoi figli senza dir loro se è la loro vera madre o un'adultera. Quando, nella Chiesa di Cristo, non si sa più se la grazia di Dio, il Corpo e il Sangue di Gesù, l'Unzione dello Spirito Santo sono realmente presenti, o ci sono solo segni svuotati di ogni sostanza santa, quando il Papa non si cura di ristabilire l'ordine, la certezza, la sicurezza dei Sacramenti, bisogna concludere, Santità, che il Papa disprezza Dio al punto da incorrere nella maledizione eterna.

Il Vostro Grande Disegno tanto più Vi separa affettivamente dai fedeli della Chiesa quanto più essi sono attaccati alla sua verità, carità e tradizione. Vi spinge a rompere effettivamente con tutti i riti, troppo specificamente cattolici. Vi conduce infine a giudicare le cose religiose dal solo punto di vista umano, senza tener conto delle differenze essenziali di ciò che è divino per la Chiesa e di ciò che, invece, è solo umano e diabolico. Siete disattento e siete indifferente all'azione del Signore fra di noi.

Un Papa che in modo assoluto rifiuta di assolvere il suo compito di Vescovo di Roma, di Capo della Chiesa, di Vicario di Gesù Cristo per darsi ad una politica mondana, insegnava Cajetan29, dovrebbe essere dichiarato scismatico, e perciò considerato come deposto. Che pensare allora di un Papa che fa ben peggio, che, a detrimento della Chiesa, si adopera a formare nel mondo un'altra comunità di salvezza, un'altra religione universale, un « Movimento d'Animazione Spirituale della Democrazia Universale »? Nessun dubbio che si debba considerarlo scismatico, ribelle a Dio e che ci si debba impegnare con tutte le nostre forze per liberarne la Chiesa.

Condanna sé stesso, infatti, colui che non distingue il Corpo di Cristo da un pane ordinario, il Sacerdote di Cristo da un uomo comune, né la Chiesa, Corpo Mistico di Cristo, da una religione umana, se non addirittura dal corpo del diavolo.


(1) 1 Cor. 11, 29.

(2) Discoursp. 166, terza sessione; CRC 29 p. 5; cf. Lettera 195 p. 6.

(3) Fin dal 29 settembre 1963; Discours p. 115-116; Lettera 231 p. 8-9 e annesso; CRC 1 p. 3-4, 2 p. 8-10-11.

(4) DC 69, 626; CRC 21 p. 1, 22 p. 12-13.

(5) DC 69, 626; CRC 22 p. 13.

(6) DC 69, 628; GRC 22 p. 1213; cf. anche Ecclesiam Suam, Lettera 181 p. 4.

(7) Discorso del 6 agosto 1969; CRC 23 p. 6.

(8) Le Figaro, 7 agosto 1969; CRC 24 p. 12.

(9) Giornale del 4 agosto 1969; CRC 23 p. 5.

(10) Lettera 195 p. 8; CRC 41 p. 9.

(11) Osservatore Romano, 12 marzo 1965; Lettera 200 p. 4.

(12) Lettera 231 p. 9; CRC 1 p. 3-4; cf. CRC 12 p. 1 e 2, 25 p. 2.

(13) Lettere 231 p. 9.

(14) Prima lettera SS. il Papa Paolo VI, CRC 2 p. 11, 63 p. 12.

(15) 7-8 novembre 1971; CRC 51 p. 6.

(16) 6 novembre 1971; DC 71, 1003; CRC 48 p. 8-9, 54 p. 11.

(17) Accordi del Dombes, 8 novembre 1972; DC 73, 137; CRC 58 p. 4, 61 p. 1, 62 p. 12.

(18) Une autorisation d'intercommunion G. Huber, DC 67, 96; Lettera 240 p. 3; CRC 1 p. 3-4, CRC 7 p. 2, 37 p. 1, 50 p. 6, 53 p. 5, 62 p. 16.

(19) La Croix 9-10 luglio 1968, CRC 10 p. 2; Lettera 242 p. 2.

(20) L'intercommunion de Medellin, DC 68, 1727-1728; CRC 12 p. 2, cf. CRC 58 p. 7.

(21) 18 settembre 1968; DC 68, 1641; DC 70, 182; CRC 12 p. 2 col. 2.

(22) Osservatore Romano, 2 novembre 1968; DC 69, 41; cf. CRC 16 p. 6 bis.

(23) CRC 16 p. 6 bis.

(24) DC 68, 1300; CRC 13 p. 2; cf. Lettera 186 p. 1; CRC 58 p. 7.

(25) Casi d'ammissione, 7 luglio 1972; DC 72, 708; CRC 58 p. 2 e 4, 35 p. 2, 62 p. 12.

(26) DC 73, 347 - Journaux Strasbourg.

(27) La mia professione di Fede Cattolica; CRC 23 p. 2 OD.

(28) La Celebrazione Eucaristica di Montargis, 21 febbraio 1971; CRC 51 p. 9, 53 p. 4-5, 62 p. 16.

(29) Sulle 3 specie di scisma considerate qui: lo scisma affettivo e lo scisma effettivo sono menzionati da Suarez, in modo teorico (de Carit., disp. 12 settembre 1 n. 2); lo scisma assoluto è studiato a fondo da Cajetan (Ila-IIae quest. 39 art. 9, n. VI). Journet ne dà solo un cenno schematico (l'Eglise du Verbe Incarné, t. II, 839-841). Cf. Lettere 213, p, 7, 215 p. 4; CRC 3 p. 7-8, 22 p. 12-13, 25 p. 11.